Pian del Nivolet

A piedi tra le marmotte

Sul Colle del Nivolet, nel Parco nazionale del Gran Paradiso, tra laghetti e torbiere che ricordano la Scozia e marmotte e stambecchi che ci riportano alle nostre Alpi

Crpiemonte
4 min readAug 21, 2021

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di Pino Riconosciuto

Si può trascorrere un’estate nel Piemonte nord-occidentale senza una escursione sopra il Colle del Nivolet, nel Parco nazionale del Gran Paradiso? La domanda retorica impone la risposta negativa, anche se la presenza di una strada asfaltata e l’enorme massa di persone che questa porta con sé sconsiglierebbe di frequentare in questo periodo questa meraviglia naturalistica e paesaggistica, capace di riportare alla memoria le highland scozzesi e la loro conformazione ricca di laghetti e torbiere.

Il Colle Leynir

Proprio per ovviare all’altissima affluenza nel periodo clou dell’estate, in modo da preservare l’ambiente circostante come conviene a un’oasi naturalistica protetta, l’accesso al Colle viene regolamentato con divieti di transito al traffico motorizzato e apposite navette in grado di sostituirlo. Ma una volta allontanatisi dai parcheggi e dal nastro d’asfalto, basta una breve salita per assaporare quella che è una delle aree più selvagge e meno antropizzate delle Alpi e godere il profumo dell’alta quota. Il colle quota 2612 metri e fa da spartiacque tra la piemontese Valle Orco e la valdostana Valsavaranche. Per arrivarci occorre da Torino prendere la superstrada per l’aeroporto di Caselle per poi deviare prima dello scalo aeroportuale sulla statale per Rivarolo Canavese. Si segue poi per Pont Canavese, Locana e la valle Orco, per giungere infine a Ceresole Reale. Da qui parte la strada per il colle. Ma occorre seguire alcune prescrizioni, facilmente reperibili sul sito del parco nazionale del Gran Paradiso.

Il Rifugio Savoia e il Nivolet sul versante valdostano

Attualmente è attivo il divieto di transito ai mezzi motorizzati nei giorni festivi dall’11 luglio al 29 agosto 2021, dalle 9.30 alle 18 dalla loc. Serrù al Colle del Nivolet. Fino al Lago Serrù si può salire con la propria auto, oppure utilizzare la navetta che parte da Ceresole Reale, con numerose fermate lungo il tragitto. Quest’estate il parcheggio in località Serrù, durante le domeniche di “A piedi tra le nuvole”, sarà a pagamento allo scopo di gestire con più efficacia il flusso dei veicoli, evitando di congestionare l’area del Nivolet, ad alta valenza ambientale. La tariffa sarà giornaliera, pari a 5 euro, e l’orario quello compreso tra le 9 e le 18. Dalle ore 16.00 è possibile il transito privato dal Colle del Nivolet verso Ceresole Reale. Parcheggi sono disponibili in loc. Serrù , Villa, Chiapili e Ceresole Reale, in corrispondenza della fermata delle navette. Sul piano naturalistico l’area del colle è caratterizzata da una vasta prateria punteggiata da numerosi stagni e torbiere e attraversata dalla Dora del Nivolet. Per quanto riguarda la fauna, non è difficile incontrare camosci, stambecchi, marmotte e diverse specie di anfibi e uccelli. Caratteristica dell’area è anche quella di essere uno dei luoghi più bui d’Italia accessibili con la strada asfaltata, perché le montagne schermano la luce che viene dalla pianura e dalle grandi città e ne fanno il paradiso degli astrofili che di notte si avventurano fino al colle per sfruttare la quasi totale assenza di inquinamento luminoso.

Laghi tra le nuvole

Anche i ciclisti amano la salita al colle, particolarmente faticosa per l’importante dislivello, la quota che si raggiunge e le pendenze significative. Naturalmente per chi vuole camminare c’è solo l’imbarazzo della scelta tra i diversi itinerari possibili. Ve ne proponiamo uno che parte dal Rifugio Savoia, in passato una delle cinque case di caccia nel parco fatte costruire da re Vittorio Emanuele II per le sue famose battute. Dal rifugio, a fianco dei due laghi del Nivolet, si sale sul sentiero che porta dietro l’edificio, raggiungendo in breve l’alpeggio Riva, per poi andare avanti sempre sul sentiero verso i piani di Rosset, che ospitano numerosi laghi tra cui il principale, il Lago Rosset, propone un particolare isolotto nominato “il cappello d’alpino” per la sua forma. Siamo a 2700 metri, sono passati 20 minuti dalla partenza. Si può proseguire, volendo, costeggiando la sponda orientale del lago e prendendo il sentiero 9A che svolta a destra e si inerpica su un paio di dossi erbosi. Procedendo su un costone detritico, si passa vicino ai laghetti di Chanavey. Aggirando la costa rocciosa si scende nel vallone del Leynir, si passa il torrente omonimo e si raggiunge il Colle del Leynir, 3090 metri, che offre una splendida vista sulla Val di Rhemes e sul vicino ghiacciaio della Vaudalettaz.

Il Colle Leynir dai Piani del Nivolet

Pur essendo il percorso senza grosse difficoltà, vi ricordiamo che siamo in alta montagna, e quindi occorre essere coerentemente attrezzati , sia nelle calzature che nel vestiario. A queste quote il tempo cambia velocemente e la temperatura può abbassarsi in modo molto significativo.

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