Agosto al lago Fauri
Un itinerario per escursionisti esperti che ci porta nella valle dei fiori, nel parco naturale della val Troncea, a Pragelato, fino al suggestivo lago e all’omonimo colle
di Pino Riconosciuto
Un’escursione in val Troncea, nel pinerolese in provincia di Torino, per scoprire un angolo alpino poco conosciuto ma meritevole di attenzione. Non a caso la zona, tutta nel comune di Pragelato, è protetta dall’omonimo parco nato nell’80 per tutelare una valle attraversata dal torrente Chisone e nota anche come valle dei fiori. Oltre i boschi di larici, talvolta associati al pino cembro, o il bosco di pino uncinato quasi puro, presente sopra l’abitato di Seytes, si sviluppano i tappeti fioriti: dalla stella alpina all’astro alpino, dall’astragalo alpino alla viola calcarata. Non mancano il ranuncolo dei Pirenei, il rododendro, il mirtillo blu, la soldanella, il salice reticolato, la calta, l’epilobio di Fleisher, l’avena dorata, la genziana maggiore, la driade, la silene o muschio fiorito, la viola del Moncenisio. Camosci, stambecchi, cinghiali, caprioli e cervi costituiscono una parte importante della fauna, insieme con uccelli come l’aquila reale, il falco pellegrino, il gheppio, la civetta capogrosso, la nocciolaia e la pernice bianca.
Sono tornati su quelle vette anche grifoni e gipeti, necrofagi che si cibano di carogne e per i quali è stato attrezzato in alta quota un apposito “carnaio”, con carcasse di animali domestici che quegli uccelli si incaricano di “trattare” naturalmente. Un modo per smaltire i resti degli animali e preservare specie che sono in gran difficoltà di sopravvivenza. La gita che vi proponiamo, un po’ meno banale nella prima parte tanto che viene proposta ad escursionisti esperti, ci porta al lago e al colle Fauri (m 2857) con una puntata per chi vuole alla vicina cima. Un dislivello di circa 750 metri fino al colle che si percorre in due ore e mezza. L’avvicinamento avviene attraverso Pinerolo e la statale della valle Chisone. Giunti a Pragelato, località Traverses, si svolta per la valle Troncea. Si va avanti fino alla sbarra che blocca il transito ai mezzi motorizzati, da fine luglio a inizio settembre. Se non si vuole affrontare una lunga passeggiata per arrivare al sentiero che porta in alto, circa un’ora e mezza, occorre prenotare la navetta secondo le disposizioni del volantino qui pubblicato.
Procedendo sulla rotabile, circa 500 metri prima delle Bergerie Meys parte il sentiero 323 per il lago e il colle Fauri. Il sentiero è poco marcato ma ben segnalato e sale ripidissimo nel primo tratto con numerose svolte, con l’aiuto in qualche punto più esposto di alcuni cavi di acciaio. Superato questo punto più impervio, si sale ripidi nel bosco con successive svolte che consentono di guadagnare rapidamente quota. A 2350 metri si esce sul colletto che dà su un’ampia conca limitata sulla destra dalle maestose pareti rocciose dei monti Platasse e Giornalet. Il vallone, che termina con i colli e le cime Fauri, nella parte alta si apre con conche e radure dove troviamo due laghi, il lago Nero e il lago Fauri. Seguendo il sentiero lo si attraversa fino in fondo, per poi guadare il rio e riprendere a salire l’opposto pendio fino al punto in cui troviamo il bivio segnalato per il lago Nero (m 2570), raggiungibile con una traccia quasi in piano di 600 mt., ma spesso senza acqua. Superato il bivio per il lago, la traccia piega a sinistra in una dolce salita che ci porta al lago Fauri ( m 2753), uno specchio alpino di notevole suggestione. Da lì si può salire all’omonimo colle. Per chi poi volesse cimentarsi con la punta, occorre andare a sinistra (sud-est) e per tracce di sentiero risalire la cresta. Dopo poco si raggiunge un salto che si discende, facendo attenzione, per un breve camino di circa due metri, oppure aggirandolo ai lati. A quel punto si riprende sulla cresta di rocce rotte fino al segnale di pietre della vetta.