Aigues-Mortes,il lavoro uccide

Aigues-Mortes, il massacro degli italiani

Linciati dalla folla gli operai cuneesi delle saline

Crpiemonte
3 min readMay 8, 2020

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di Mario Bocchio

Fu ad Aigues-Mortes - splendido centro per le memorie medievali di San Luigi, il re che fece della città fortificata alle porte della Camargue il porto di partenza per le Crociate - che i lavoratori italiani trovarono il loro inferno in terra di Francia. Successe il 17 agosto 1893 e fu un massacro.

L’attacco ai lavoratori italiani, G. Stern, 1893

Nelle saline di Aigues-Mortes i lavoratori francesi, e parte della popolazione, al grido «Mort aux Italiens!» diedero la caccia agli italiani emigrati. Il massacro che ne derivò fu allucinante: 10 morti e un centinaio di feriti. La miscela esplosiva possiede tre componenti: organizzazione del lavoro, xenofobia e politica estera. Compito dello storico è quello di scavare e di soppesare la portata di ognuno di questi elementi. Si pensi al ruolo decisivo del lavoro a cottimo, a quello dei rivenditori del lavoro altrui (i bayle come vengono chiamati i caporali nel Midi), alla creazione degli Chasseurs Alpins in funzione antitaliana, al nazionalismo che anima la campagna elettorale per le elezioni politiche che si svolgsero appena tre giorni dopo l’eccidio.

Il lavoro nelle saline

Ritorniamo ai fatti. La folla inferocita, aizzata ad arte, attacca gli italiani recatisi a svolgere l’infame lavoro estivo nelle locali saline. Dieci operai italiani vengono linciati, centinaia di altri si salvano per miracolo. Episodi di razzismo che ci colpivano quando i migranti eravamo noi.

“Il libro di Enzo Barnabà è una boccata d’ossigeno. Perché solo ricordando che siamo stati un popolo di emigranti vittime di odio razzista si può evitare che oggi, domani o dopodomani si ripetano altre cacce all’uomo. Mai più Aigues-Mortes. Mai più” (Gian Antonio Stella).

L’arrivo delle truppe, 18 ore dopo la strage

Leggendo questo libro vedrete il massacro di Aigues-Mortes con altri occhi, come prodotto non solo della crudeltà di quegli anni e della guerra tra poveri che si consumava nelle saline francesi, ma anche come la conseguenza drammatica di una visione distorta e semplificata degli emigrati italiani. Capirete quanto può essere devastante uno stereotipo e l’uso politico che ne viene fatto, come la cronaca possa essere manipolata a beneficio delle politiche di un Paese, di un governo o di una parte politica.
Barnabà restituisce appieno alla memoria, tramite un encomiabile lavoro di ricerca, quel che fu in Francia, ad Aigues-Mortes, il 17 agosto 1893, una sorta di pogrom, più propriamente un massacro.

Una vittima

Altre fonti giornalistiche di allora parlarono di 50 morti e un giornale londinese addirittura di 500, con centinaia di feriti. Gli italiani, fra i quali quasi 300 di Calcinaia, Montecalvoli e dintorni mentre il maggior contingente era quello piemontese, erano andati per lavorare alle saline. I francesi li accolsero subito male perché “rubavano” il lavoro, che gli immigrati svolgevano con salari anche più bassi e, in seguito a notizie false a proposito degli italiani, li assalirono. Con tragiche conseguenze. Molti si salvarono trovando rifugio in fossati. Il massacro ebbe grande rilievo, l’Italia intervenne ma i processi in Francia non dettero risultati. Ora il libro di Barnabà servirà anche a rimarcare quella tragedia causata dai conflitti fra i più poveri.

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