
Antonio Pintus: il “Sergente” piemontese che esalta il Real Madrid
Oltre ai tanti fuoriclasse in campo, il Real Madrid può contare su un super preparatore atletico
di Mario Bocchio
Una una coppia perfetta. Ribattezzato “Sergente” dai suoi giocatore, Antonio Pintus ha conquistato la Casablanca. Il super Real Madrid di Zinedine Zidane ha un segreto. Non sono i gol a tempo scaduto di Sergio Ramos, né tantomeno la classe infinita di Cristiano Ronaldo. Certo, questi sono sotto gli occhi di tutti e trascinano ogni settimane il Real alla vittoria. Ma dietro le quinte di questa macchina perfetta, c’è un “pilota” italiano che sta portando a mille la vettura. Si tratta di Antonio Pintus, di mestiere preparatore atletico.
Nato a Torino, risiede a Castagneto Po, spesso lo si incontra a Chivasso.

Voluto espressamente da Zinedine Zidane, Pintus ha rivoluzione la preparazione fisica dei madrileni. Un’esperienza quasi trentennale per il torinese, che ora sto toccando i picchi più alti della sua carriera.

Prima di sbarcare al Real Madrid tante squadre nel passato del cinquantacinquennepreparatore atletico. Raffaele Guida, oltre un anno fa, è stato uno dei primi e pochi giornalisti italiani ad accorgersi di lui.
Dalla Juventus al Chelsea, poi Udinese e anche Monaco. Proprio negli anni in bianconero il lavoro di Pintus fece colpo sui francesi Deschamps e Zidane e non è un caso che i due lo abbiano voluto al proprio fianco durante le loro esperienze da allenatori di club. La speciale amicizia con Zidane poi, ha spinto l’ex fuoriclasse francese a chiedere espressamente l’ingaggio di Pintus una volta assunto i gradi di tecnico al Real, strappandolo al Lione.

Nel passato tanti i giocatori che hanno beneficiato delle cure di Pintus, con un particolare feeling per gli attaccanti. Da Gianluca Vialli, fino a Didier Drogba. Al rientro dalla sosta natalizia, lo scorso anno il Real Madrid non aveva pagato le fatiche del Mondiale per Club ed è arrivato fino in fondo sia in campionato che in Champions League. Due vittorie su due proprio nel 2017, per nulla pagato il dazio del Mondiale per Club a fine anno. Diverso il quadro rispetto al 2015 quando Ancelotti, dopo il Mondiale a Marrakech, iniziò il nuovo anno con due sconfitte di fila.

Preludio dello sgretolamento della squadra, che portò all’esonero di Carletto a fine stagione. “Se stiamo così bene fisicamente il merito è di Pintus. Abbiamo spinto molto a inizio stagione e pure durante le vacanze di Natale”. Le parole di elogio del terzino brasiliano Marcelo, a cui si unirono quelle del croato Modric: “La mini-preparazione che abbiamo fatto a dicembre si sta notando. Tutto diverso rispetto a due anni fa”.

Il segreto del lavoro di Pintus sta nell’aver colto l’essenza di questo mestiere: “Ho avuto la possibilità di lavorare in diversi club e penso che non si debba mai credere di avere la verità in tasca. Ci vogliono un sacco di umiltà e la capacità di adattarsi a culture diverse”.

L’aver girato l’Europa e l’aver lavorato con alcuni dei migliori club al mondo gli ha permesso di sviluppare continuamente il suo metodo di lavoro e di renderlo adattabile a diverse situazioni: “In Francia si lavora ancora tanto fisicamente, si fanno correre i giocatori durante la preparazione pre campionato. In generale, in Inghilterra, in Italia, il lavoro di fondo che si fa in Francia non si fa più, perchè si pensa che il lavoro con il pallone sia sufficiente per mettere in forma un giocatore. Io credo che la verità stia nel mezzo, bisogna lavorare sia senza che con la palla”.

Nell’era in cui i vari Mourinho e Guardiola hanno fatto scuola lavorando quasi esclusivamente con il pallone, il lavoro di Pintus ben si sposa con le idee di Zidane. Il mister del Real Madrid è infatti ancora molto legato al calcio che l’ha visto protagonista da giocatore. Non è un caso che abbia deciso qualche anno fa di seguire il corso da allenatore in Francia, suscitando un po’ di preoccupazione nei vertici del Real, convinti che le migliori scuole si trovino in Spagna.

Ma Zizou ha vissuto i suoi anni migliori con i metodi di allenamento che fecero le fortune dei club italiani negli anni ’90 e soprattutto della Francia campione del mondo 1998: una squadra fisicamente devastante che preso di petto qualunque avversario. Per questo il suo sodalizio sportivo con Antonio Pintus ha le fattezze del matrimonio perfetto.