Beata Margherita di Savoia e l’apparizione di Gesù con le frecce in mano

Beata Margherita di Savoia, vedova e religiosa domenicana

Fin dall’infanzia provò grande attrattiva per la vita spirituale

Crpiemonte
5 min readMay 2, 2024

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Margherita, primogenita del principe Amedeo di Savoia-Acaja e di Caterina di Ginevra, nacque nel castello di Pinerolo nell’anno 1382 secondo la maggioranza dei suoi biografi. Altri, invece, pongono la sua nascita nel 1390. La sua vicenda storica iniziò, quindi, poco dopo la morte di S. Caterina da Siena, in un periodo doloroso per le guerre e le lotte continue tra i signori del tempo, a cui fu legata la sua esistenza per nascita; e per lo sconvolgimento portato nella Chiesa cattolica dallo scisma, che la vide coinvolta moralmente per il suo desiderio intenso che tutta la cristianità ritornasse sotto l’obbedienza di un solo pontefice e per la sua opera di mediatrice presso principi e prelati.

Religiosa e marchesa

Leggendo la sua vita si resta colpiti dalla varietà delle situazioni in cui coltivò la santità, avendo sempre presente Dio come verità, suprema da seguire e amore infinito a cui donarsi.

La sua propria volontà non appare mai; tutto converge al sacrificio nei vari passaggi della sua esistenza terrena non certo breve: come figlia, sposa, madre per figli non suoi, vedova, terziaria, priora di monache claustrali, cercò sempre e soltanto la gloria di Dio e il bene del prossimo. Un incontro particolare segnò la sua adolescenza quando, a pochi anni di distanza, perse prima la madre poi il padre: Margherita conobbe S. Vincenzo Ferreri, il grande predicatore spagnolo seguace di S. Domenico, e da lui ricevette un’impronta spirituale indelebile, che le sarà guida per tutta la vita e la orienterà più tardi verso l’Ordine dei Predicatori. Morti i genitori, Margherita e la sorella Matilde, vennero affidate alla tutela dello zio Ludovico di Savoia.

Egli, per evitare le conseguenze di una guerra di predominio, chiese alla nipote maggiore di accettare il matrimonio con Teodoro II°, Marchese del Monferrato: era costui un uomo rude e militaresco, vedovo con due figli piccoli, molto più anziano di lei, anche se animato da profondi sentimenti cristiani.

Immagine tratta dalla Vita della B. Margarita di Savoia Marchesa di Montferrato di Francesco Domenico Barisano, stampato a Torino nel 1692

Margherita, che già sentiva una forte attrattiva per la solitudine e la preghiera, accettò questo sacrificio per il bene di quelle popolazioni che una guerra avrebbe decimato e impoverito e affrontó coraggiosamente, fidando nell’aiuto di Dio, i doveri che la nuova vita le imponeva. Nei quindici anni di matrimonio si prodigò per smussare le angolosità dello scontroso marito, si dedicò interamente all’educazione dei figliastri — Giangiacomo, e Sofia — e fece tutto il bene possibile per i poveri che a lei ricorrevano.

Quando Teodoro fu chiamato a Genova dagli stessi cittadini perchè li aiutasse a scacciare i francesi che dominavano la città, Margherita lo seguì e si adoperò senza riserve durante la peste del 1411, per portare soccorso alla popolazione stremata.

Ritornata in Piemonte, continuò il suo ministero di carità corporale e intensificò le sue preghiere, le sue veglie, le sue penitenze per ottenere dalla Divina Misericordia la pace nella Chiesa ed ebbe la gioia di vedere risolto lo scisma con il Concilio di Costanza (1417) e di accogliere nel suo castello il Papa Martino V° che tornava a Roma attraversando il Monferrato. Nel 1418 Teodoro morì e Margherita si sentì libera di seguire le sue inclinazioni più profonde, non prima però di vedere sistemati convenientemente i figli di Teodoro: Giangiacomo successe al padre nel governo del Marchesato e Sofia sposò il primogenito dell’imperatore di Costantinopoli.

Finalmente, ella potè ritirarsi ad Alba nel palazzo di proprietà dei Monferrato, seguita da un gruppo di dame della sua corte, pronte a consacrarsi come lei ad una vita di preghiera, di carità, di penitenza. Ma la separazione dal mondo non era facile da ottenersi: dopo pochi mesi di vita silenziosa e raccolta, Margherita ricevette domanda di matrimonio dal duca di Milano: Filippo Maria Visconti, spinto da ambiziosi interessi per i suoi scopi politici.

Beata Margherita di Savoia, cartolina che la ritrae defunta ad Alba

La santa vedova rimase ferma nel suo rifiuto e per evitare nuovi pericoli, incoraggiata anche dall’apparizione di S. Vincenzo Ferreri, che aveva da poco raggiunto la patria del cielo, si iscrisse al Terz’ Ordine di S. Domenico e ne portò pubblicamente l’abito, insieme alle pie dame che la circondavano, facendo al contempo voto di castità. Quindi nel 1441, con l’approvazione di Eugenio IV, fondò nella propria casa il monastero di Santa Maria Maddalena e con le amiche abbracciò la regola del Second’Ordine. Come vere Domenicane fondarono la loro vita nella contemplazione e nello studio della divina dottrina, basata sulla divina scrittura. Fra i suoi libri uno rimane come testimonio prezioso di tante ore passate nella ricerca di ciò che poteva spronarla nel cammino della perfezione: è un manoscritto conservato ora nella Biblioteca Nazionale di Torino e che l’amanuense terminò di copiare su ordine di Margherita nel 1428. Esso contiene 139 lettere di S. Caterina da Siena e un documento sulle regole da seguire per la recita del Rosario e le indulgenze ad esso annesso. L’umile figlia di Fontebranda, a cinquant’anni dalla morte, già si rivelava una maestra spirituale di grande attrattiva.

Affresco della beata Margherita di Savoia nella sala conferenze della biblioteca regionale di Aosta

Intanto Margherita e le sue dorelle desiderose di unirsi sempre più a Dio, chiesero di abbracciare la vita del Secondo Ordine consacrandosi con la clausura alla vita contemplativa. Il Papa Eugenio IV° nel 1445 approvò il loro progetto ed ebbe così origine il Monastero unito alla chiesa di S. Maria Maddalena.

Pronunciati i voti solenni, cominciò per la nostra Beata un periodo ricco di misteriose e profonde operazioni della grazia, di fatti soprannaturali come: visioni, estasi, miracoli che furono accompagnati da dolori fisici e morali persistenti. Gesù stesso, in un’apparizione, le aveva presentato tre frecce: malattia, persecuzione, calunnia e Margherita accettandole per cooperare alla salvezza dei peccatori, capì come sarebbe trascorso l’ultimo tempo della sua vita.

E restò sulle breccia fino alla fine, fino a quando la notte del 23 novembre 1464 venne lo Sposo nella piccola cella, circonfuso di vivida luce e accompagnato da celesti armonie e Margherita passò a contemplare Dio per sempre nella gloria eterna.

Il suo corpo, in ottimo stato di conservazione, si venera ad Alba, dove è copatrona, prima nella Chiesa di S. Maria Maddalena, oggi nel monastero di clausura delle Domenicane.

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