Beppe Fenoglio e le sue Langhe

Beppe Fenoglio, tutto ruota intorno ad Alba e alle Langhe

Descrisse in modo unico il suo territorio e la sua gente.

Crpiemonte
4 min readMar 9, 2020

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di Mario Bocchio

Beppe Fenoglio è nato ad Alba, il 1 ° febbraio 1922. Fin da bambino, ha mostrato una certa predilezione per la scrittura. Visse e studiò ad Alba, che in quegli anni iniziò a diventare un importante centro economico per le Langhe. Si iscrisse al “Govone”, il liceo di Alba specializzato in studi classici, dove la professoressa Maria Lucia Marchiaro lo portò a studiare inglese e letteratura anglosassone. Fenoglio trascorreva le vacanze estive con i suoi parenti a San Benedetto Belbo e Murazzano, mostrando particolare affetto per le colline delle Langhe, la terra di suo padre, un macellaio.

I ventitré giorni della città di Alba

Al liceo, Fenoglio ebbe la fortuna di avere due illustri insegnanti che divenneo importanti punti di riferimento nei suoi studi e per la sua vita: Pietro Chiodi, professore di filosofia, e Leonardo Cocito, professore di italiano. Entrambi antifascisti, furono attivamente coinvolti nella guerra partigiana e furono in grado di trasmettere al giovane Fenoglio importanti valori umani e filosofici. Questi valori si trovano tra le righe dei suoi scritti, basati sul rispetto e sulla solidarietà. Nonostante il suo coerente laicismo, Beppe Fenoglio ha anche mantenuto una profonda amicizia, durata una vita, con il teologo e filosofo don Natale Bussi.

Con l’8 settembre 1943, data dell’Armistizio di Badoglio e del conseguente scioglimento dell’esercito italiano, Fenoglio scelse, come Chiodi e Cocito, di spostarsi verso le colline dell’Alta Langa, per unirsi a uno dei gruppi partigiani che si formarono in quel periodo. Lì si unì prima a un gruppo garibaldino e poi a una brigata badogliana, partecipando così attivamente alla Resistenza. Il 10 ottobre 1944, fu con le forze che liberarono Alba, che fu occupata fino al 2 novembre. Questa esperienza finì con uno dei suoi racconti più famosi: “I ventitrè giorni della città di Alba”.

Fenoglio al lavoro

Fenoglio trascorse il seguente difficile e lungo inverno in un terribile isolamento. Nel suo ultimo periodo partigiano, marzo-maggio 1945, fu ufficiale di collegamento nella missione britannica che operava nel Monferrato, nel Vercellese e in Lomellina. Dopo la Liberazione, tornò alla vita civile, ma l’esperienza partigiana segnò la sua esistenza e ispirò molti dei suoi romanzi e racconti.

Diciotto racconti

Dal 1947, iniziò a lavorare presso l’azienda produttrice di vino Marengo di Alba come rappresentante internazionale, un ruolo che ottenne grazie alla sua grande conoscenza della lingua inglese. Nel frattempo, Fenoglio si dedicò alla stesura di racconti e romanzi. La sua vera aspirazione era infatti quella di diventare uno scrittore. Nel 1949 pubblicò il suo primo racconto “Il trucco”, con lo pseudonimo di Giovanni Federico Biamonti, su Pesci rossi, una rivista pubblicata da Bompiani. Nel 1952, Einaudi pubblicò dodici racconti (sei su partigiani e sei sulla Langa), intitolati “I ventitrè giorni della città di Alba”. Nella serie Gettoni di Einaudi, fu pubblicato “La malora”; era la storia della società contadina dei primi del 1900, ambientata nelle Langhe. Nel 1959 fu pubblicato il primo romanzo, “Primavera di bellezza”. Fenoglio ottenne i primi riconoscimenti dalla critica solo nel 1960, quando vinse il premio “Prato” con “Primavera di bellezza”, e nel giugno 1962, quando ricevette il premio “Alpi Apuane”, in Versilia, per il racconto intitolato “Ma il mio amore è Paco ”, pubblicato sulla rivista Paragone.

La casa di Beppe Fenoglio ad Alba, sita nei pressi del Duomo

In condizioni critiche, Fenoglio fu ricoverato all’ospedale Molinette di Torino e lì morì nella notte tra il 17 e il 18 febbraio 1963. Alla fine di aprile 1963, Garzanti pubblicò “Un giorno di fuoco”, che includeva sei racconti già selezionati dall’autore, sei scoperti da Lorenzo Mondo e il romanzo “Una questione privata”. La sua fama, come scrittore, è principalmente postuma. Ad Alba, in piazza Rossetti 2, è possibile vedere una parte della sua casa dove ha scritto la maggior parte dei suoi romanzi. L’edificio, noto come “Casa Mulassano”, è ora sede di un importante centro per lo studio della letteratura, storia, arte e cultura, il “Beppe Fenoglio o.n.l.u.s.”.

La malora

Qui il turista può visitare una parte dell’appartamento originale della famiglia Fenoglio e il nuovo Spazio Gallizio, uno spazio dedicato al grande artista contemporaneo Beppe Fenoglio. Alba può essere un ottimo punto di partenza per scoprire la città che ha dato i natali allo scrittore, seguendo un percorso nel centro della città che tocca i luoghi chiave della vita e delle opere dello scrittore.

Quello di Fenoglio è uno stile per alcuni motivi epico, innovativo, ricco di neologismi e parole provenienti dalla lingua inglese, asciutte e piene di un’ironia avara, che descrive in modo unico la regione delle Langhe, il suo territorio e la sua gente.

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