Bicerin: la leggendaria bevanda tipica piemontese
Prende il nome dal calice in cui viene servita secondo la tradizione
di Mario Bocchio
Che lo preferiate ristretto, corto o lungo, il caffè in Italia ha una lunga, gloriosa tradizione, costruita anche grazie a specialità locali come il bicerin, la leggendaria bevanda tipica piemontese da non confondere con l’omonimo liquore.
E nientemeno che questa deliziosa bevanda, a base di caffè, cioccolato e crema di latte, è infatti diventata uno dei simboli di Torino: la conosciamo meglio scoprendone la sua affascinante storia.
Bicerin è un termine dal dialetto piemontese che significa “piccolo bicchiere” e si riferisce ad un piccolo contenitore di vetro senza manici, adagiato su un classico piattino in ceramica. La bevanda, infatti, prende il nome dal calice in cui viene servita secondo la tradizione.
La bevanda è l’erede della bavareisa del XVIII secolo, a base di caffè, cioccolato, latte e sciroppo, servita sempre a parte e poi miscelata dal cliente. Dal XIX secolo in poi si diffusero tre varianti del bicerin: pur e fiur (una versione simile al cappuccino composta da latte e caffè), pur e barba (cioccolato e caffè) e ‘n poc ‘d tut (che significa “un po’ di tutto”), la versione di maggior successo, con tutti gli ingredienti, che è sopravvissuta fino ai giorni nostri.
Il bicerin è stato preparato per la prima volta nello storico “Caffè Al Bicerin” di Torino, che ha deciso di legare il suo nome alla bevanda, vista la sua grande popolarità.
La bevanda inizialmente ha guadagnato popolarità grazie alla posizione del bar in cui è stata inventata, di fronte all’ingresso della Chiesa della Vergine della Consolazione, conosciuta semplicemente come la Consolata. Il bicerin, infatti, veniva servito come nutriente forma di sostentamento per i fedeli nelle domeniche dopo la messa e nei periodi di digiuno quaresimale.
Ben presto anche altri caffè torinesi iniziarono a preparare e servire la nuova miscela, contribuendo a farne uno dei simboli della città. Nel 2001 il governo italiano ha aggiunto il Bicerin all’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali.
Molti famosi estimatori della deliziosa specialità, come Camillo Benso, Conte di Cavour, Giacomo Puccini e Pablo Picasso, hanno contribuito a rafforzare il successo e la popolarità di questa leggendaria bevanda piemontese.
Per Alexandre Dumas padre il bicerin era una delle bellezze imperdibili di Torino.
Erminio Macario era un vero estimatore della bevanda, che spesso consumava in compagnia di altri attori, tra cui Carlo Campanini.
Ernest Hemingway ha riservato un posto alla bevanda nella sua personale lista delle cento cose al mondo che vale la pena salvare a tutti i costi.
Umberto Eco dedica un passaggio ricco di dettagli alla specialità piemontese e al Caffè Al Bicerin nel suo romanzo storico “Il Cimitero di Praga”.
Secondo la tradizione, il segreto per assaporare il vero bicerin è non mescolare gli ingredienti, in modo che i diversi sapori e temperature si fondano direttamente sul palato.
Scopriamo come fare il bicerin per assaporare questa specialità torinese anche a casa.
Ingredienti
200 ml di caffè espresso. Per realizzare questa bevanda viene consigliata una miscela squisitamente aromatica come la miscela 100% Arabica per moka;
200 gr di cioccolato fondente;
50 ml di panna fresca;
30 ml di latte intero fresco;
2 cucchiai di zucchero.
Come si fa (3 ore)
Preparare il caffè con la moka e, nel frattempo, sciogliere in un pentolino il cioccolato fondente con il latte.
Versare lo zucchero nella pentola e mescolare fino a quando la crema diventa liscia.
Versare la panna nel bicchiere e aggiungere il caffè.
Montare la panna fresca con un po’ di zucchero e completare il bicerin, pronto per essere gustato ben caldo.
Fonte: Sito ufficiale del locale storico torinese, Caffè al Bicerin; Come si prepara la bavareisa torinese, versione Settecentesca del Bicerin su lavazza.it; Il miglior Bicerin di Torino, dove berlo?