
Carla Nespolo, la memoria a testa alta
“La scomparsa di Carla Nespolo addolora la Repubblica che ha conosciuto in lei una appassionata testimone e una fervida sostenitrice dei valori della Costituzione”
di Marco Travaglini
Prima donna a ricoprire la carica di presidente dell’ Associazione Nazionale Partigiani d’Italia “ha dedicato il proprio impegno a contrastare - anzitutto sul piano culturale, educativo, civile - tutte le forme di violenza, di xenofobia, di razzismo che possono attecchire nelle pieghe della società.

Carla Nespolo - che è stata apprezzata parlamentare, prima alla Camera dei Deputati e poi al Senato della Repubblica - è stata anche la prima presidente dell’Anpi che non aveva partecipato, per ragioni di età, alla Resistenza. Ha iniziato, quindi, quel passaggio generazionale di testimone che adesso tocca ad altri proseguire”.

Le parole di cordoglio inviate dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella alla famiglia di Carla Nespolo e all’Anpi riassumono il profilo di questa tenace piemontese, nata a Novara il 4 marzo del1943, il giorno prima dell’inizio alla Fiat degli scioperi antifascisti che si estesero in tutto il triangolo industriale. La sua era una famiglia di oppositori del regime e lo zio Amino Pizzorno (nome di battaglia Attilio) fu tra i primi organizzatori delle formazioni partigiane in Liguria e assolse poi i compiti di comandante e di commissario politico nella 6ª Zona operativa tra Piemonte e Liguria. Trasferitasi ad Alessandria si laureò in pedagogia. Insegnò a lungo al liceo scientifico “Galilei” e ricoprì negli anni Settanta incarichi pubblici come giovane consigliera provinciale e successivamente assessora provinciale ad Alessandria.

Una vita intensa, scandita dall’impegno politico e civile. Dal 1976 al 1983 è stata deputata per due legislature e dal 1983 al 1992 senatrice per altre due per il partito comunista italiano (Pds dal ’91). Si era occupata soprattutto di scuola, dei diritti delle donne, di lavoro e ambiente. Il suo legame con il territorio alessandrino era molto forte e nel 2004 divenne Presidente del locale istituto storico della Resistenza. Nel novembre di tre anni fa venne eletta alla presidenza nazionale dell’Anpi. Un evento importante, senza precedenti. Prima donna e prima presidente non partigiana, raccoglieva il testimone dalle mani del carismatico Carlo Smuraglia.

E’ stato scritto che “la Resistenza non è solo memoria; è, deve essere produzione di un presente che le somigli”. Carla Nespolo, donna forte, libera e coraggiosa interpretò con coerenza questo assunto, declinando la memoria in chiave contemporanea. Appena eletta chiarì subito un punto: “ I nostri avversari dicevano che senza più partigiani l’Anpi non serve. E invece serve a continuare una memoria che non è retorica, ma lotta per la costruzione di un paese migliore”. Un impegno tenace, appassionato che è stato ricordato dall’Anpi provinciale di Torino che ha voluto salutare la “comandante” che li ha guidati “con grande sapienza, passione, intelligenza politica e culturale nel solco pieno della grande tradizione di autorevolezza ed eredità attiva dei valori e principi della Resistenza che ha contraddistinto la nostra Associazione fin dalla sua nascita. Non dimenticheremo mai il suo affetto nei confronti di tutti noi, la sua presenza continua anche negli ultimi mesi, durissimi, della malattia”. Negli ultimi anni ha proseguito nell’apertura dell’associazione ai giovani, evitando di ridurre la “memoria a oggetto da museo”, usandola per affrontare i mali del presente. In primo luogo quel razzismo che ha visto diffondersi e crescere negli ultimi anni. “Il razzismo è la radice del nazismo e del fascismo”,ripeteva. Un concetto ripreso da Don Luigi Ciotti che ne ha ricordato anche “l’impegno a esistere per resistere, per ribellarsi all’agonia di vite prive d’ideali, sedotte dagli idoli del “mercato” e complici indirette delle sue ingiustizie”. In una intervista rilasciata lo scorso 25 aprile, ragionando sull’uscita dall’emergenza Covid, sosteneva come si dovesse “progettare un mondo migliore, meno inquinato, con maggiore giustizia sociale e maggiore solidarietà”. Aggiunse come in contenuti stessi della Carta Costituzionale offrissero una bussola d’orientamento precisando che “ricominciare dalla Costituzione vuol dire esattamente non ricominciare come prima”. Anche le principali istituzioni piemontesi hanno espresso il loro cordoglio, dal Presidente Alberto Cirio alla sindaca di Torino, Chiara Appendino. “La scomparsa di Carla Nespolo ci addolora. Ci lascia una grande donna e una grande piemontese”. Con queste parole l’hanno ricordata Stefano Allasia e Mauro Salizzoni, presidente e vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte e del Comitato Resistenza e Costituzione, organismo del quale Carla Nespolo collaborò.

I vertici del Consiglio regionale piemontese hanno voluto ricordarne la “vita dedicata alla difesa dei valori della Costituzione e degli ideali dell’antifascismo. Un impegno politico, sociale e culturale iniziato in Piemonte e proseguito poi a Roma”.

Carla Nespolo, nell’arco della sua vita e quasi quotidianamente negli ultimi anni, ha riproposto con energia il tema dell’apertura ai giovani e del loro pieno coinvolgimento per affermare quei valori che rappresentavano “il cuore democratico del nostro paese”. Il 12 dicembre dello scorso anno intervenne a Milano alla manifestazione per il 50° anniversario della strage di Piazza Fontana. La Presidente nazionale dell’Anpi ricordò quanto fosse “importante impegnarsi per la trasmissione della memoria. Non solo per il doveroso ricordo di chi non c’è più ma per capire che il mostro del fascismo e della eversione è sempre dietro l’angolo e bisogna combatterlo, ogni giorno”. Citando la senatrice Liliana Segre fece proprio il suo monito rivolgendosi ai giovani: “Siate, ragazzi, le sentinelle della memoria”. E questo rimane il suo lascito, il testamento morale di una donna che ha saputo essere coerentemente una “partigiana dell’epoca presente”.