Sul tetto del Lingotto il giardino pensile più grande d’Europa

Cento anni di pista sopraelevata

Nel 2023 si festeggia il centenario del Lingotto di Torino. La sua storica pista, dopo le auto, vede protagoniste le piante e le opere d’arte

Crpiemonte
3 min readJun 23, 2022

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di Pino Riconosciuto

Il prossimo anno il Lingotto di Torino compie 100 anni. Quella che fu inaugurata nel 1923 era allora la più grande fabbrica d’automobili d’Europa, realizzata con lo sguardo all’industria statunitense e la necessità di concentrare nell’edificio di via Nizza la produzione di grande serie d’auto, dal primo passaggio fino al collaudo definitivo. Nel fabbricato multipiano c’erano non solo le officine di produzione, ma la palazzina uffici e la pista sul tetto, con tanto di curve paraboliche, su cui le auto appena realizzare venivano provate.

Una catena produttiva che continuò fino al 1982, per trasformare poi quell’edificio - definito da Le Corbusier “uno degli spettacoli più impressionanti che l’industria abbia mai offerto” - in un centro congressi e fieristico con un bellissimo auditorium per concerti, spazi commerciali, cinema e la Pinacoteca Agnelli. Un’opera avviata dopo la chiusura dello stabilimento dagli interventi di Renzo Piano e conclusasi il 23 settembre 2021 con l’inaugurazione della nuova veste della celebre pista, lunga un chilometro e posta sul tetto a 28 metri di altezza.

La celebre pista dove un tempo sfrecciavano la auto appena prodotte

Oggi, a fianco al nastro grigio su cui è ancora possibile vedere transitare la 500 elettrica, si sono posate, come trasportate dal vento, specie vegetali e opere d’arte in numero e forma tale da trasformare quell’icona della fabbrica novecentesca in uno dei più grandi giardini pensili d’Europa, visitabile e fruibile da tutti.

Sulla sommità della fabbrica ci sono più di 40 mila piante con oltre 300 specie autoctone diverse

Il progetto dell’architetto Benedetto Camerana, nato sull’idea di superare la distanza tra natura e strutture costruite dall’uomo, per realizzare un nuovo paesaggio che riconcili l’opera umana e quella della natura, ha portato sul tetto della fabbrica più di 40 mila piante con oltre 300 specie autoctone diverse. Un progetto che sembra sfidare quello di New York e del parco lineare realizzato su una sezione in disuso della ferrovia sopraelevata West Side Line.

Nello specifico il parco del Lingotto si estende sui 27 mila mq della pista con impianti naturali per oltre 6 mila mq, suddivisi in ventotto “isole” verdi. Un giardino dalla vegetazione lussureggiante, ricco di fiori selvatici che sbocciano in grandi fioriere. La maggior parte sono piante erbacee perenni dalla rapida crescita e bisognose di poca acqua: noccioli, piante officinali e specie commestibili accompagnano lo snodarsi della storica pista e le aree per il fitness, la meditazione, lo yoga. Un segnale di una nuova responsabilità sociale legata alla compatibilità ambientale, al risparmio energetico, all’esplorazione di nuovi mondi interiori.

Si sperimentano anche i linguaggi contemporanei dell’arte e della comunicazione

Tra i ricchi colori della vegetazione si trovano poi le opere: installazioni audio o ambientali, luminose o sonore, interventi video o di cinema espanso, sculture che sperimentano i linguaggi contemporanei dell’arte.

Su tutte svettano nell’aria la bolla e l’adiacente piazzola per l’atterraggio degli elicotteri: quasi un’altra opera d’arte che sottolinea la contiguità tra la produzione artistica e quella architettonico-industriale del ‘900, di cui Torino e il Piemonte vantano esempi di grande importanza storica.

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