Woodstock, agosto 1969

Cinquant’anni fa,lo “spirito” di Woodstock

Nell’agosto del 1969, in una piccola località dello Stato di New York, si svolse il più grande raduno nella storia della musica rock

Crpiemonte
3 min readAug 12, 2019

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di Marco Travaglini

Il festival di Woodstock, mezzo milione di persone raccolte sotto l’insegna di “tre giorni di pace, amore e musica”,convenute da ogni parte d’America per celebrare con la musica le idee,i suoni e i colori della generazione cresciuta nella contestazione alla guerra del Vietnam.

David Brown e Carlos Santana a Woodstock, 1969

Era ferragosto quando salì per primo sul palco Richie Havens e l’aria diventò elettrica. Lo straordinario cantante folk afroamericano suonò tra gli applausi e concluse la sua performance con un finale memorabile , improvvisando su un brano gospel, Motherless child, che parlava dei figli degli schiavi .

Il poster di Woodstock

Ripeté all’infinito, suonando la chitarra con ritmo ossessivo, la parolaFreedom, libertà. Nasceva in quegli istanti uno degli inni di quella generazione pacifista. L’elenco di cantanti, gruppi e musicisti è lunghissimo:Country Joe McDonald and the Fish ,The Incredible String Band, l’indiano Ravi Shankar con il suo Sitar, Santana e Janis Joplin, Grateful Dead, Creedence Clearwater Revival, Jefferson Airplane, Crosby, Stills, Nash & Young .

Jimi Hendrix Woodstock

Gli Who con le straordinarieSee Me,Feel Me,Pinball WizardeMy Generation; Joan Baez che concluse i suoi pezzi conWe Shall Overcome, l’inno del movimento per i diritti civili.

Joan Baez

Chi non ha ascoltato e visto almeno una volta un grande e giovane Joe Cocker cantare con voce graffiante su quell’immenso palco la cover dei Beatles With a Little from My Friends?E infine Jimi Hendrix, il talento puro che rivoluzionò il modo di suonare la sei corde.

Joe Cocker a Woodstock

E’ sua l’immagine forse più simbolica di quel concerto dove salì sul palco per ultimo, in giacca bianca ornata di frange e perline, blue jeans, una fascia rossa in testa: un chitarrista mancino che suona l’inno americano con la sua Fender Stratocaster.

Richie Havens sul palco canta Freedom

In una intervista ricordò così quei giovani:“Se un genitore ha a cuore i propri figli dovrebbe conoscere la musica che ascoltano. Il ruolo della musica è fondamentale in quest’epoca.. .è necessario prenderne coscienza. La musica è più forte della politica. Agli occhi dei ragazzi noi musicisti diventiamo un punto di riferimento, molto più in fretta di quanto faccia il presidente coi suoi discorsi. Ecco perché a Woodstock erano tantissimi”. Questo è stato lo “spirito di Woodstock”, simbolo di un’epoca, di un pezzo di storia degli Stati Uniti e della musica.

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