Franco Arese al “Comunale” di Torino

Da Centallo a Helsinki

La parabola ascendente di Franco Arese

4 min readApr 15, 2025

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di Mario Bocchio

Franco Arese, nato a Centallo, un piccolo comune in provincia di Cuneo, è una delle figure più emblematiche dell’atletica italiana. La sua carriera ha attraversato diverse tappe fondamentali, ma uno dei momenti che ha definitivamente segnato la sua ascesa nel panorama internazionale è stato il trionfo ai Campionati Europei di Atletica del 1971 a Helsinki, un’impresa che avrebbe consolidato il suo nome nella storia dello sport.

Durante una competizione indoor

Arese inizia a farsi notare fin da giovane, ma è negli anni ’60 che inizia a emergere, portando con sé un talento cristallino per il mezzofondo. Nonostante provenisse da un paese relativamente piccolo come Centallo, Franco aveva già dimostrato le sue qualità, soprattutto nei 1500 e 800 metri, distanze in cui si sarebbe poi imposto a livello internazionale. Gli anni di gavetta e allenamenti, sotto la guida di esperti e con sacrifici quotidiani, lo portano lentamente a conquistare un posto di rilievo nel panorama dell’atletica italiana, prima nel FIAT poi con la canotta del Balangero.

L’estate del 1971 segna il culmine della carriera di Arese. A Helsinki, la capitale finlandese, si svolgono i Campionati Europei di Atletica e Franco Arese è pronto a compiere un’impresa che entrerà nella leggenda dell’atletica italiana.

L’arrivo vittorioso a Helsinki nel 1971

Nei 1500 metri, la gara che lo avrebbe consacrato, Franco dimostra una forza e una determinazione fuori dal comune. La competizione è combattuta, con avversari di livello come il polacco Henryk Szordykowski e il britannico Brendan Foster, ma Arese, nonostante le difficoltà, riesce a mantenere il suo passo deciso e costante. Alla fine, dopo una serie di scatti ben calibrati e una corsa impeccabile, taglia il traguardo in 3'38"43, conquistando la medaglia d’oro e il titolo di Campione d’Europa.

Non solo la vittoria è storica per il tempo stesso, ma Arese conquista la medaglia d’oro in una gara che rappresenta il picco della sua carriera: non solo un risultato straordinario in sé, ma anche un segno del suo potenziale come uno dei migliori mezzofondisti d’Europa. Questa vittoria segna un prima e un dopo nella sua carriera. Arese si presenta al mondo non più come una promessa, ma come uno degli atleti più forti del suo tempo.

La progressione di Arese in pista

Dopo quel giorno, il suo nome non è più legato solo alla scena italiana (per lui 12 titoli nazionali assoluti dagli 800 ai 10.000 metri), ma diventa sinonimo di eccellenza atletica a livello mondiale, con affermazioni anche alle Universiadi, un argento ai Giochi del Mediterraneo e le semifinali alle Olimpiadi del 1968 e del 1972. Arese, con la sua innata capacità di sopportare la fatica, la sua tecnica impeccabile e la sua grande lucidità mentale, dimostra di poter competere al massimo livello anche su palcoscenici di grande prestigio come appunto i Giochi Olimpici.

La vittoria di Helsinki apre le porte a nuove sfide internazionali, tra cui le Olimpiadi di Monaco del 1972, dove Franco conferma la sua capacità di restare competitivo anche a livello mondiale, seppur senza riuscire a salire sul podio. Il suo nome, tuttavia, è ormai sinonimo di grande atletismo, e la sua carriera continua a essere una fonte di ispirazione per le future generazioni di atleti italiani.

Cosa vedo se guardo indietro? Una vita un po’ spericolata, ma piena e sempre con grande voglia di fare. Noi siamo stati fortunati, una volta avevamo tutto da conquistare”

Anche dopo il termine della sua carriera agonistica, Franco Arese non si è mai allontanato dal mondo dell’atletica. Ha continuato a contribuire al movimento sportivo italiano, sia come imprenditore nel settore, sia come presidente della Federazione, portando la sua esperienza e passione a favore del progresso dell’atletica leggera in Italia.

Ma il suo successo ai Campionati Europei di Helsinki del 1971 rimane, indubbiamente, uno dei momenti più alti della sua carriera, una tappa fondamentale che lo ha reso una leggenda dell’atletica italiana. La sua parabola ascendente da Centallo a Helsinki, passando per l’impegno e la dedizione, è una delle storie più affascinanti e stimolanti del panorama sportivo.

Il suo percorso, che parte da un piccolo paese del Piemonte per arrivare alla ribalta internazionale, è una testimonianza di talento, tenacia e passione per lo sport.

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