Don Giacomo Alberione, apostolo della comunicazione

Don Alberione, sulle orme di San Paolo

Utilizzare la versatilità dei mass media per declinare e rendere accessibile a chiunque il messaggio del Vangelo.

Crpiemonte
4 min readAug 25, 2023

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di Carlo Tagliani

“Se San Paolo vivesse ai nostri giorni, farebbe il giornalista”. Fu probabilmente questa frase, sentita pronunciare da un vescovo, a colpire profondamente Giacomo Alberione e a fargli immaginare che quella dei mass media potesse rappresentare una via privilegiata per annunciare al mondo la “buona notizia” del Vangelo.

Don Giacomo Alberione

Nasce il 4 aprile 1884 a San Lorenzo di Fossano (Cn) in una famiglia contadina povera e laboriosa, capace di trasmettere a lui e ai fratelli una solida educazione al lavoro e una fede incrollabile nella Provvidenza.

Sul proprio futuro, fin dalla prima elementare, Giacomo pare avere le idee chiare: interrogato dalla maestra su cosa desideri fare da grande risponde, sicuro: “Mi farò prete!”.

A 16 anni entra nel Seminario di Alba (Cn) e a 23 - nel 1907 - viene ordinato sacerdote. Nominato viceparroco di Narzole (Cn) e poi padre spirituale dei seminaristi di Alba, nel 1913 assume la direzione del settimanale diocesano Gazzetta d’Alba. È proprio quest’ultimo incarico a renderlo sempre più consapevole che per portare gli uomini a Dio e Dio agli uomini sia necessario servirsi dei moderni mezzi di comunicazione sociale. Per questo l’anno seguente, sempre ad Alba, fonda la Scuola tipografica Piccolo operaio - primo nucleo delle attuali Edizioni San Paolo - e la Pia Società San Paolo, congregazione clericale più nota come “dei Paolini”, con il compito di “annunciare e diffondere la Parola di Dio e il Magistero della Chiesa con la sensibilità e l’apertura di San Paolo, che ci spinge ad avere come oggetto dei nostri pensieri e del nostro agire tutto ciò che è vero, nobile, giusto, puro e merita lode”.

Don Alberione al lavoro con i suoi collaboratori

Accanto ai libri, i Paolini iniziano a pubblicare diversi periodici. Tra i più popolari e longevi, le riviste Vita pastorale (dal 1912), destinata ai parroci, La domenica (dal 1921), nota ai più come “il foglietto delle letture” della Messa domenicale, Il Giornalino (dal 1924), dedicata ai ragazzi, Famiglia cristiana (dal 1931), rivolta alle famiglie e Jesus (dal 1977), per gli appassionati di cultura e attualità religiosa.

Nel 1915, accogliendo il desiderio di Teresa Merlo, ventenne di Castagnito (Cn) di vivere il carisma dei Paolini, don Alberione dà inizio alla congregazione delle Figlie di San Paolo, ramo femminile dell’Ordine, cui negli anni si affiancheranno tre nuove congregazioni, quattro istituti secolari e un’associazione laicale.

Delle tre fasi in cui è suddivisa l’attività editoriale - la redazione dei testi, la realizzazione dell’opera e la sua diffusione - don Alberione presta particolare attenzione alla prima, affidata ai sacerdoti, e all’ultima, di cui si occupano le suore, sottolineando l’importanza di creare un buon contenuto e di farlo conoscere alle persone. La parte tecnica, invece, viene realizzata dai cooperatori laici.

Fedele all’esempio di San Paolo, disposto a percorrere il mondo per portare “a tutte le genti” il messaggio del Vangelo, nel 1932 don Alberione invia i primi missionari in Brasile, in Argentina e negli Stati Uniti.

Don Alberione avanti negli anni

Lo scoppio della Seconda guerra mondiale segna per l’editrice una battuta d’arresto obbligata, mentre il dopoguerra - soprattutto gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento - rappresentano uno dei momenti più intensi, con uno sbocciare di iniziative, vocazioni e nuove edizioni. Accanto ai libri e alle riviste, infatti, il messaggio evangelico viene sempre più declinato anche attraverso prodotti multimediali, film, musiche, audiovisivi, programmi radiofonici e trasmissioni televisive.

All’età di 87 anni - il 26 novembre 1971 - don Alberione muore a Roma e il 27 aprile 2003 viene beatificato da papa Giovanni Paolo II. Fedeli alla propria missione e al carisma del fondatore, i Paolini sono oggi presenti e attivi nei cinque continenti.

Tutte le foto sono tratte dal sito www.alberione.org

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