Don Murialdo, paladino dei diritti degli operai
Innovatore, affianca all’educazione dei minori l’attenzione per la formazione professionale e il mondo del lavoro
di Carlo Tagliani
Di famiglia benestante, nasce a Torino il 26 ottobre 1828 da Leonardo Franchino e Teresa Rho. Orfano di padre a cinque anni, nel 1836 entra, con il fratello Ernesto, nel Collegio degli Scolopi di Savona. Nel corso di nove anni di studi, nonostante una grave crisi personale, si sente chiamato al sacerdozio.
Nel 1845 torna a Torino, si iscrive alla Facoltà teologica dell’Università e, il 20 settembre 1851, viene ordinato sacerdote nella chiesa della Visitazione e inizia il proprio apostolato all’Oratorio dell’Angelo custode, fondato da don Giovanni Cocchi in borgo Vanchiglia una decina di anni prima.
Conosce don Bosco, che nel 1857 gli affida l’Oratorio dedicato a San Luigi Gonzaga, nei pressi della Stazione di Porta Nuova. Nel 1865, colto dal desiderio di approfondire gli studi di teologia morale e di diritto canonico, si trasferisce momentaneamente al Seminario di Saint-Sulpice, a Parigi, ed entra in contatto con la realtà educativa e sociale locale.
Quando torna a Torino, l’anno successivo, gli viene proposto di dirigere il Collegio Artigianelli, che accoglie, assiste, educa e addestra nel lavoro professionale i ragazzi orfani, poveri e abbandonati. Un incarico che svolge per trentaquattro anni, a costo di enormi sacrifici.
Il 19 marzo 1873 fonda la congregazione di San Giuseppe e nel 1878 apre a Torino una sorta di “casa famiglia” per giovani operai, che viene poi estesa anche all’ospitalità di studenti: è la prima, in Italia, nata sul modello di quelle francesi.
Oltre che sul fronte della formazione, don Murialdo è attivo nel mondo operaio. Punta a formare un senso di mutua solidarietà tra i lavoratori, in grado di renderli coscienti dei propri diritti. Si impegna per i disoccupati, per le donne e i ragazzi che lavoravano in fabbrica, organizzando nel 1871 l’Unione degli operai cattolici, di cui è anche assistente ecclesiastico. Nello stesso anno è tra i promotori delle biblioteche popolari cattoliche. Fonda l’Associazione della buona stampa e, nel 1876, è tra gli ideatori del giornale “La voce dell’operaio”, divenuto negli anni il settimanale diocesano “La voce del popolo” e “La voce e il tempo”.
Nel 1877 si ammala gravemente, ma la sua opera continua instancabile: nel 1878 fonda una colonia agricola a Rivoli (To) per giovani, cui seguono altre istituzioni simili in varie località del Piemonte. Nel 1883 estende il raggio d’azione della congregazione oltre i confini regionali, chiedendo di collaborare a quanti si sono formati nelle sue istituzioni.
Infaticabile, partecipa a numerosi congressi e alcune sue iniziative rimangono le prime, nel loro genere, in Italia. Promuove un Ufficio di collocamento cattolico nel 1876, fonda un dopolavoro nel 1878 e una Cassa di mutuo soccorso nel 1879, l’Opera dei catechismi serali per giovani operai nel 1880 e la Lega del lavoro nel 1899. Nel 1892 scrive al sindaco per denunciare lo sfruttamento dei giovani lavoratori, presentando un progetto di riforma che prevede l’obbligo scolastico fino ai quattordici anni, l’abolizione del lavoro notturno, il riposo festivo e la giornata lavorativa di otto ore.
Muore di polmonite il 30 marzo 1900. Il suo corpo riposa nel santuario della Madonna della Salute di borgo Vittoria, a Torino, e il 3 maggio 1970 papa Paolo VI lo dichiara “santo”. La sua opera è oggi presente in Europa, America, Africa e India. La casa madre si trova a Torino in corso Palestro 14. Il sito internet ufficiale è www.murialdo.org/