Donne e scienziate, modelli a cui guardare
Una mostra all’Urp del Consiglio regionale celebra personalità di spicco che hanno contribuito al progresso dell’umanità e all’emancipazione femminile
di Elena Correggia
C’è Ada Lovelace, considerata la madre dell’informatica moderna e Valentina Tereshkova, la prima donna ad andare in orbita dello spazio, c’è Amelia Mary Earhart, la prima pilota ad attraversare l’Atlantico in volo e Amalia Ercoli-Finzi, prima laureata in Italia in ingegneria aerospaziale che ha ispirato le vicende del romanzo “La signora delle Comete”. Sono solo alcune delle protagoniste della mostra “Donne, scienza e lavoro”, allestita fino al 31 marzo all’Urp del Consiglio regionale, (a Torino, in via Arsenale 14/g). L’iniziativa è promossa dal Consiglio regionale del Piemonte e dalla Consulta femminile regionale e realizzata dall’associazione Toponomastica femminile in collaborazione con la Consigliera di Parità della Regione Piemonte.
L’esposizione, che si compone di una serie di pannelli didattici, ha il chiaro intento di mettere in luce la vicenda professionale e umana delle numerose scienziate che hanno dato il loro contribuito per il progresso, sfidando al contempo pregiudizi e ostacoli.
Pur nella diversità di conoscenze e professionalità tutte sono infatti accomunate dall’essere state pioniere nel loro campo, favorendo il raggiungimento di importanti conoscenze, preziose per l’umanità. Al contempo, vivendo tempi in cui la sensibilità verso la parità di genere era lontana dall’emergere, hanno contributo con il loro esempio a combattere stereotipi e a promuovere l’emancipazione delle donne nelle professioni così come nella società nel suo complesso.
La narrazione prende le mosse dalle prime studiose della storia, come Ipazia e Maria l’ebrea, per poi tracciare ritratti approfonditi delle scienziate di ogni ramo: matematiche, fisiche e astrofisiche, chimiche, biologhe, botaniche, ingegnere, architetti, informatiche, ambientaliste, astronaute, inventrici e pilote. Un focus specifico è dedicato alla biografia di alcuni volti più celebri come Rita Levi Montalcini e Maria Montessori, ma dalla lettura delle storie emergono anche molti volti inediti e interessanti per la personalità e le attività che le hanno contraddistinte. Il percorso si chiude poi con una carrellata di figure dell’attualità, fra cui si trovano scienziate molto note e apprezzate come l’astronauta Samantha Cristoforetti e Marissa Meyer, ingegnere e dirigente d’azienda che è stata anche amministratrice delegata di Yahoo a livello mondiale.
Nella presentazione della mostra Giovanna Cristina Gado, referente di Toponomastica femminile, ha messo in risalto “la necessità di dare voce e visibilità alle donne che hanno contribuito, in tutti i campi del sapere, a migliorare la società, intitolando loro vie, piazze, strade e luoghi pubblici, per superare il grave divario di genere nelle intitolazioni e per trasmettere alle giovani generazioni modelli femminili di valore a cui ispirarsi”. Ha spiegato inoltre che la mostra “documentando i risultati ottenuti dalle donne nei diversi settori della scienza, persegue molteplici obiettivi nella logica della parità di genere”.