L’idroscalo di Torino, linea aerea con Trieste

Gli albori dell’aviazione a Torino

Storie, personaggi e primati dell’aeronautica in Piemonte

Crpiemonte
4 min readMay 18, 2022

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di Alessandro Bruno

Una mostra tenutasi in Consiglio regionale nel 2012: “Le ali della storia: l’Aeronautica militare italiana dalle origini alla II guerra mondiale”, evidenziava l’importanza della nostra regione nella storia dello sviluppo dell’aeronautica. Una vicenda di uomini, di pioneri, ma anche di grandi progettisti e di grandi aziende che hanno avuto risalto internazionale.

Idrovolanti sul Po

Gli episodi, anche curiosi sono tantissimi. per esempio, la mostra esponeva la cartolina del “primo esperimento di posta aerea”. Un messaggio spedito nel maggio del 1917 da Giulio Pomilio che, con la sua società Aeronautica Pomilio & C., era l’organizzatore del volo sperimentale da Torino a Roma e ritorno, per il trasporto anche di corrispondenza postale. Il destinatario era il fratello Federico a Roma.

Idroscalo, cippo commemorativo

Questo episodio è illustrato sul sito dell’Aero Club Torino, che si trova in strada Berlia, nei pressi di corso Francia al confine con Collegno, proprio nell’aeroporto dal quale è partito il primo volo postale.

Il celebre francobollo di posta aera

Sul sito del Centro studi piemontesi si approfondisce: “nell’aprile 1917 il ministero delle Poste del Regno d’Italia istituì una commissione incaricata di realizzare un servizio postale aereo nazionale. Il primo risultato dei lavori della commissione fu, dopo meno di un mese, l’organizzazione del primo volo sperimentale ufficiale italiano, da Torino a Roma”.

Immagini della mostra tenutasi in Consiglo regionale

Dopo un rinvio per il maltempo, l’aeroplano progettato da Ottorino Pomilio ai comandi del quale c’era Mario De Bernardi, ventitreenne asso dell’aviazione militare italiana, decollava regolarmente il 22 maggio alla volta di Roma.

Il primo volo postale da Torino a Roma

Proprio in occasione del primo esperimento di posta aerea Torino-Roma/Roma-Torino, venne emesso dalle Regie Poste e stampato a Torino il primo francobollo di posta aerea del mondo, realizzato il 20 maggio 1917, così come segnala sul suo sito l’azienda filatelica Bolaffi. Si trattava di un “espresso” da 25 centesimi, “sul quale era stata sovrastampata in nero la scritta ‘Esperimento posta aerea / maggio 1917 / Torino-Roma Roma-Torino’ che accompagnò 200 chilogrammi di corrispondenza e 100 copie del quotidiano La Stampa”.

L’aeroporto di Mirafiori

A Torino sono nate tante cose, anche l’aviazione italiana appunto, ma tante altre sono scomparse. Nello sport due stadi sono scomparsi: il “Delle Alpi”, nato per i mondiali di calcio di Italia ’90 e demolito nel 2009 e quello da 100mila posti che c’era al posto del Politecnico. Nel mondo dell’aviazione lo stesso: anche gli aeroporti a Torino rischiano una vita effimera, nonostante i passati momenti di gloria. Ci riferiamo all’aeroporto di Mirafiori, una struttura della quale non rimane che una stele commemorativa e dei ruderi della torre di controllo, all’interno dell’attuale Parco Colonnetti, nell’estrema periferia sud del capoluogo subalpino.

I ruderi della torre di controllo di quello che fu l’aeroporto di Mirafiori

Quando ai primi del ‘900 a Torino non mancava lo spirito di iniziativa, un esempio in tal senso lo diede l’ingegner Carlo Montù quando costituì un comitato per invitare Léon Delegrange in Italia per svolgere voli dimostrativi. Nel 1908 andò in Francia e riuscì a portarlo in Italia. In questo modo in Italia si ebbero i primi voli con aeroplani tra Roma, Milano e Torino (in piazza d’Armi e poi tra Mirafiori e Venaria Reale), oltre a quelli dei fratelli Wright nel 1909 a Centocelle.

Ancora un’istantanea della mostra

Il campo di volo di Mirafiori fu inaugurato proprio in quel periodo pioneristico e precisamente nella primavera del 1911, in occasione dell’Esposizione internazionale di Torino, allestita per celebrare il cinquantenario dell’Unità d’Italia. Con l’occasione si tenne una “settimana di gare aviatorie”. L’aeroporto ospitò, dal 1912, il neocostituito Battaglione aviatori, prima unità organica militare a carattere aeronautico in Italia, forte delle esperienze rivoluzionarie della guerra di Libia. Nel 1913 il comandante era l’allora maggiore Giulio Douhet, che fu uno dei più importanti teorici a livello mondiale della aviazione militare. A Mirafiori presero il brevetto di volo grandissimi aviatori, uno per tutti, Francesco Baracca, l’asso degli assi dell’aeronautica italiana. Il suo stemma, il cavallino rampante, non solo è ancora utilizzato da alcuni dei più prestigiosi reparti dell’Aeronautica Militare, ma è diventato famoso in tutto il mondo perché è il simbolo di un marchio che, nel 2014, era considerato il più influente al mondo: la Ferrari. La storia dell’aeroporto di Mirafiori continuerà ancora fino al 1947. L’aeroporto venne chiuso e i suoi terreni vennero utilizzati per altri scopi quali la realizzazione di istituti scientifici e universitari.

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