I cinquant’anni del Consiglio regionale del Piemonte
Il 13 luglio del 1970 si tenne la prima seduta, nell’Aula consiliare della Provincia di Torino
a cura di Mario Bocchio
Soffiava ancora il vento delle contestazioni, nel 1970. Celentano, con Claudia Mori, aveva il titolo per vincere Sanremo «Chi non lavora, non fa l’amore». Poi i Mondiali di calcio, il favoloso 4–3 alla Germania,«la partita del secolo» con l’impresa del piemontese Gianni Rivera e la resa, in finale, al Brasile di Pelè. Quando, il 13 luglio, nasceva la Regione, il Piemonte aveva 4,4 milioni di abitanti, sei Province e 1209 Comuni.
I primi cinquanta consiglieri s’insediano nella sala della Provincia presso la Prefettura, in piazza Castello. L’avvio è così: senza sede, con poco personale, senza statuto e senza regolamento. Ce lo ricorda l’allora cronista de “La Stampa” Luciano Borghesan. «Il primo a presiedere l’assemblea fu Gianni Oberto, il più anziano, io, il più giovane, feci il segretario», il ricordo di Aldo Gandolfi, allora 34 enne, eletto per il Pri.
In cinquant’ anni si è fatto tutto e di più. Nel 1975 fu acquistato Palazzo Lascaris, che dal 1979 ospita il Consiglio. L’organico è salito a oltre tremila dipendenti, senza contare quelli della Sanità, settore che si porta via molto del bilancio. Si sono avvicendati più di cinquecento consiglieri.
«Noi abbiamo lavorato gratis i primi due anni - hanno più volte avuto modi di precisare Nerio Nesi, ex Psi, e Gandolfi, che furono membri della commissione che elaborò lo Statuto -, dal ’72 fu prevista un’indennità pari al 60% di quella dei parlamentari». «Mi pare del 55 - corregge Ettore Paganelli, che fu assessore e poi capogruppo Dc -, ed eravamo solo 50». I seggi, nel corso delle legislature, sono diventati 60, per poi ritornare a 50
I primi presidenti furono Paolo Vittorelli (Psi) alla guida del consiglio regionale, Edoardo Calleri di Sala (Dc) al comando della giunta: si partì con una maggioranza di centro-sinistra (Dc-Psi-Psdi-Pri) con Msi e Pci all’opposizione. Nel ’73 la prima crisi:
via Calleri avanti Oberto (Dc). Al vertice di piazza Castello furono eletti Aldo Viglione (1975-’80, Psi), Ezio Enrietti (1980-’83, Psi,), Viglione (1983-’85), Vittorio Beltrami (1985-’90, Dc), Gian Paolo Brizio (1990-’94, Dc), Sergio Marchini (1994, Pli), Brizio (1994-’95), Enzo Ghigo (1995–2005, Forza Italia, record di durata), Mercedes Bresso (2005-’10, Ds-Pd), Roberto Cota (2010-’14, Lega Nord), Sergio Chiamparino (2014-’19) e Alberto Cirio (attualmente in carica, Forza Italia).
La legge istitutiva dell’ente imponeva 120 giorni per darsi lo statuto: si riuscì con un rush finale che costrinse l’assembla - riunita a Palazzo Madama - a fare le 7 del mattino. Sarebbero tanti i nomi da ricordare tra i «padri costituenti», tra loro uomini dal grande spessore culturale e politico, come Adriano Bianchi, Adalberto Minucci, Claudio Simonelli, Valerio Zanone. L’esperienza era quella delle Regioni a statuto speciale: «Volevamo una Regione che avesse identità ma che fosse tassello dello Stato, non essa stessa Stato», il parere di Nesi. «Io ero stato sindaco di Alba - aggiunge Paganelli - e conoscevo l’esigenza degli enti locali: avere un punto di riferimento forte sul territorio».