Papa Francesco

I costruttori di ponti

‘’Uno dei titoli del vescovo di Roma è Pontefice, colui che costruisce ponti, con Dio e tra gli uomini’’

Crpiemonte
3 min readOct 15, 2019

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di Marco Travaglini

Così disse Papa Francesco durante una delle prime udienze, incontrando gli ambasciatori presso la Santa Sede. E aggiunse: “Desidero che il dialogo tra noi aiuti a costruire ponti tra gli uomini. E’ importante intensificare il dialogo tra le varie religioni: penso anzitutto a quello con l’Islam”. Non si limitò a sottolineare l’importanza del dialogo tra le religioni per costruire la pace. Andò oltre, affermando: “E’ pure importante intensificare il confronto con i non credenti, affinché non prevalgano mai le differenze che separano e feriscono ma, pur nella diversità, vinca il desiderio di costruire legami veri di amicizia tra tutti i popoli”.

Ivo Andrić

Un bel segnale perché i ponti, come scriveva Ivo Andrić, indicano il posto in cui l’uomo ha incontrato l’ostacolo e non si è arrestato”. Per lo scrittore jugoslavo, autore de “Il ponte sulla Drina”, premio Nobel del 1961, “tutto ciò che questa nostra vita esprime — pensieri, sforzi, sguardi, sorrisi, parole, sospiri — tende verso l’altra sponda…Poiché, tutto è passaggio, è un ponte le cui estremità si perdono…mentre la nostra speranza è su quell’altra sponda”. Ho avvertito nelle parole di Papa Francesco lo stesso respiro dell’impegno che segnò l’intera, seppur breve vita di Alexander Langer, formidabile mediatore interculturale, instancabile costruttore di ponti, saltatore di muri, esploratore di frontiere e confini.

Italo Calvino

Non a caso scrisse una immaginaria lettera a San Cristoforo che, prendendo sulle spalle Gesù Bambino per portarlo dall’altra parte del fiume, rammentava nella parabola come la traversata che ci sta davanti — identica a tutte le grandi cause — richieda forze impari, ma va compiuta.

Un album dei Cantacronache

Un passaggio necessario, obbligato per cambiare questo mondo ingiusto, per riconoscere nell’altro se stessi, per quello che chiamiamo “il bene comune”. Per opporsi all’idea di un mondo che torna a dividersi, a proteggersi, a chiudersi. Italo Calvino scrisse nel 1958 il testo di una canzone,”Oltre il ponte”, musicata un anno più tardi da Sergio Liberovici ed eseguita dai Cantacronache.

Alexander Langer

Era tratta dall’esperienza della lotta partigiana e in un passaggio diceva: “Avevamo vent’ anni e oltre il ponte, oltre il ponte ch’ è in mano nemica, vedevam l’ altra riva, la vita, tutto il bene del mondo oltre il ponte…”. Di quel gruppo di musicisti, letterati e poeti — guidati da Liberovici con Emilio Jona, Fausto Amodei e Michele Straniero — sorto a Torino in quegli anni per valorizzare il mondo della canzone attraverso l’impegno sociale, fecero parte intellettuali come Giacomo Manzoni,Franco Fortini, Gianni Rodari e, appunto, Italo Calvino. Oggi, in un mondo dove occorre più che mai difendere i ponti, costruirne di nuovi per poterli attraversare è Francesco che, sulle orme del Santo di Assisi del quale scelse il nome, aiuta tutti, credenti e non, attraverso il suo esempio a trovare la forza e la ragione per costruire, proteggere, attraversare i ponti.

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