I tesori di Asti
Alla scoperta delle sue bellezze e degli eventi
di Elena Correggia
All’inizio dell’estate Asti propone un fitto programma di appuntamenti culturali, da Passepartout, festival che compie quest’anno 20 anni (dal 1° all’11 giugno) al Festival Asti Teatro, che dal 22 giugno al 2 luglio coinvolgerà con i suoi spettacoli molti luoghi pubblici e spazi privati come i cortili di palazzi storici del centro. Un’occasione questa per visitare la città e, fra un incontro e l’altro, andare alla scoperta delle bellezze artistiche che essa offre.
Dalle origini romane sotto il nome di Hasta Pompeia, Asti passò sotto il dominio longobardo prima e carolingio poi, ma nel 1095 divenne libero comune e durante il Medioevo trascorse un’epoca di prosperità quale importante via di transito dei commerci nel nord Italia, al punto di diventare fiorente centro di mercanti e banchieri. Una storia ancora oggi testimoniata dalla presenza di numerosi torri e palazzi in mattoni rossi dell’epoca, molti dei quali oggetto di una recente ristrutturazione.
Una visita non può che cominciare da piazza san Secondo, cuore del centro storico, con i suoi portici e, su un lato la Collegiata, con la facciata in cotto di metà Quattrocento, un elegante rosone centrale in terracotta, tre portali e un interno di impianto gotico. Benché la chiesa risalga in origine al XIII secolo, conserva testimonianze di varie epoche come il campanile e la cripta del X secolo, nonché, nella parete a sinistra dell’entrata, un polittico con l’Adorazione dei Magi di Gandolfino da Roreto. La chiesa custodisce anche il Carroccio del Palio, copia moderna di quello che in epoca medioevale veniva portato in battaglia. In una cappella si conservano anche i palii che il Comune di Asti dona ogni anno alla Collegiata, poi contesi durante la manifestazione di settembre. Dallo stesso lato della piazza sorge anche il Palazzo di Città, il cui aspetto medievale è stato modificato nel ‘700 a opera di un giovane Benedetto Alfieri, autore di una radicale ristrutturazione dell’edificio. Di lì in pochi passi si raggiunge l’ottocentesco Teatro Alfieri, completamente risistemato una ventina di anni fa e poi corso Alfieri, luogo del passeggio cittadino. Proseguendo in piazza Medici si scorge una delle torri ancora esistenti e meglio conservate, la torre Troyana, della seconda metà del XIII, edificata per volontà della famiglia Troya: dotata di 199 gradini offre una vista assai panoramica su tutto l’abitato.
Se si rimane in centro, a pochi isolati di distanza è d’obbligo una visita nel quartiere della Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Gottardo, la più grande chiesa del Piemonte, esempio di imponente gotico piemontese, la cui costruzione fu avviata nel 1309 da Guido di Valperga sul sedime di templi romani preesistenti. Da citare anche il campanile romanico del 1266 e, all’interno, opere del Moncalvo, Giancarlo Aliberti e Gandolfino da Roreto, oltre a un Compianto sul Cristo Morto, complesso statuario in terracotta policroma del Cinquecento di pregevole fattura e drammatica espressività. Le origini romane di Asti trovano spiccata evidenza invece nei resti, visitabili, della Domus romana che sorge non distante, in via del Varrone, con un bellissimo pavimento a mosaico. Ritornando su corso Alfieri si scorge un’altra torre sopravvissuta, la Torre Rossa, anch’essa di origine romana, utilizzata poi come campanile dell’attigua chiesa di santa Caterina, bell’esempio di barocco a pianta ellittica.
Corso Alfieri non è da abbandonare perché ricco di molte sorprese. A cominciare dalla apprezzabile architettura del Palazzo dell’ex-orfanotrofio Michelerio, il cui cortile ospita ora piacevoli spettacoli estivi e cinema all’aperto e dove ha sede il Museo dei fossili-parco paleontologico astigiano. Qui si può conoscere la vicenda del mare preistorico e dei fossili, nascosti sotto le colline monferrine, fra cui la balenottera “Tersilla”. Oltrepassando piazza fratelli Cairoli, si ammira una delle più importanti opere di Benedetto Alfieri che ristrutturò la casa del XIII secolo dell’illustre cugino Vittorio, ovvero Palazzo Alfieri. Le sale oggi sono diventate museo e, accanto alle stanze private dell’Alfieri, qui ha sede il Centro studi alfieriani con l’immenso archivio, mentre nelle tortuose cantine un’altra sorpresa, ovvero il museo Guglielminetti, che ripercorre la vicenda dello scenografo astigiano attraverso opere, modelli e bozzetti.
Sempre in corso Alfieri sorge l’ottocentesco liceo classico cittadino, eretto sui resti di un antico convento. I suoi sotterranei custodiscono un’altra chicca, ovvero la cripta di Sant’Anastasio, di età longobarda, ma ancora in ottimo stato di conservazione, che documenta l’esistenza di una chiesa omonima ormai scomparsa.
Sulla stessa via l’architetto più celebre della città firma ancora vari palazzi storici: sono dell’ Alfieri anche lo scenografico Palazzo Mazzetti, sede della Pinacoteca civica e di importanti mostre temporanee, mentre di fronte si può vedere palazzo Ottolenghi — dal nome di una delle famiglie più importanti della città già in età medioevale — le cui sale affrescate ospitano oggi il museo del Risorgimento.
Se infine ci si sposta in piazza 1° Maggio si trova un altro tesoro, di origine medievale, ovvero il complesso di San Pietro commissionato nel XII secolo dall’Ordine dei Cavalieri di Malta per offrire ospitalità ai pellegrini diretti in Terra Santa. Si compone della chiesa Rotonda, intitolata al Santo Sepolcro, poi diventata Battistero, di un’Aula quadrata quattrocentesca, la cappella Valperga, e di un chiostro con pilastri circolari e volte a crociera a cui doveva essere annesso l’ospizio per i pellegrini.
Fonti: www.visitpiemonte.it e www.visitlmr.it/it