I tre protagonisti del Còl ëd l’Assieta
Il 19 luglio 1747, a oltre 2.500 metri di quota, tra le Valli Chisone e Susa, sul Colle dell’Assietta, si affrontarono i ventimila francesi e spagnoli e i settemilacinquecento piemontesi
di Mario Bocchio
Il 9 luglio 1747, a oltre 2.500 metri di quota, tra le Valli Chisone e Susa, sul Colle dell’Assietta, si affrontarono i ventimila francesi e spagnoli e i settemilacinquecento piemontesi Dopo ore di aspri combattimenti, con il calar della notte, i francesi si ritirarono. Si trattò di una vittoria eroica che condusse alla formazione del Piemonte moderno, che proprio dopo quei fatti cruenti acquisì piena sovranità.
Tre furono i personaggi della battaglia.
Giovanni Battista Cacherano di Bricherasio, nato nel 1706, era discendente da una vecchia e nobile famiglia piemontese che ha generato alcuni ufficiali di alto rango. Anche tre dei suoi fratelli infatti, divennero ufficiali di carriera nell’esercito piemontese. Nell’aprile del 1734 Giovanni Battista Cacherano di Bricherasio costituì a proprie spese il Reggimento di Fanteria La Regina (oggi 9º Reggimento Fanteria Bari). Con questo reggimento partecipò in Italia alla Guerra di successione polacca. Durante la Guerra di successione austriaca nel 1742 combattè in Valle Varaita e a Madonna dell’Olmo, dove viene ferito.
Nel 1744 Cacherano di Bricherasio venne promosso al grado di generale di brigata, l’anno successivo a quello di maggior generale poi, nel giugno 1747, a quello di tenente generale. Come tale, comandò le truppe che dovettero proteggere la Valle di Susa e le fortezze di Fenestrelle e di Exilles contro gli eserciti francesi e spagnoli. Fu il comandante delle truppe piemontesi e alleate il 19 luglio 1747 alla battaglia dell’Assietta, che rimase il suo più grande successo militare. Nel 1751 venne nominato vicerè e capitano generale della Sardegna, nel 1755 divenne governatore di Tortona, poi nel 1758 governatore di Alessandria e infine nel 1763, governatore della cittadella di Torino. Nel 1763 gli venne conferita la medaglia dell’Ordine dell’Annunziata. Nel 1771 venne promosso generale della Fanteria e Gran maestro dell’Artiglieria. Trascorse gli ultimi anni della sua vita dedicandosi ai suoi possedimenti di Bricherasio, dove morì nel 1782.
“Di questo sentire, di questo operare, nel nome della Patria e del Re, furono allora giusto premio la miranda vittoria - 6000 Francesi fuori combattimento - l’esultanza del Piemonte, le ricompense di onore e di pensioni del Re; sono oggi la sanzione inappellabile della storia e la lode perenne dei buoni”. Vibranti, per intensità nei vari passaggi, risultano le pagine dello storico Ferdinando Maria Gabotto dedicate allo scontro dell’Assietta. Louis Charles Armand Fouquet de Belle-Isle, detto anche Chevalier de Belle-Isle (Cavaliere di Belle-Isle), citato anche come Bellisle, era nipote del sovrintendente Fouquet e fratello del maresciallo di Francia Charles Louis Auguste Fouquet de Belle-Isle.
La guerra di successione spagnola durò dal 1701 al 1714 e vide Francia e Spagna attaccate da una coalizione europea. Il Cavaliere di Belle-Isle entrò nel corpo dei Moschettieri all’età di 14 anni. Divenne capitano nel reggimento comandato dal fratello, prestò servizio nelle Fiandre e sulle rive del Reno come colonnello e si trovò a Lilla nel 1708 assieme a Boufflers: non aveva allora più di 15 anni. Maestro di campo di un reggimento di dragoni, partecipò alla campagna di Fiandra ed il suo reggimento venne riformato poco dopo. Belle-Isle riprese servizio come volontario nell’armata del Reno nel 1733, partecipando all’assedio di Kehl. Distintosi nella presa di Traben-Trarbach, sotto il comando del I duca di Berwick, venne nominato brigadiere nel 1734 e maresciallo di campo nel 1738. Il 25 gennaio 1741 Il Maresciallo de Belle-Isle venne nominato ambasciatore straordinario in Germania per sostenere l’elezione ad Imperatore di Carlo Alberto, duca di Baviera. Avendo accompagnato il fratello a Francoforte, in Baviera e in Svevia, venne incaricato di annunciare al re il successo dei negoziati. Il Cavaliere di Belle-Isle si distinse ancora nel novembre di quell’anno durante l’assedio di Praga, nel corso del quale combatté agli ordini del fratello, che stava difendendo la città dagli attacchi dell’esercito austriaco. Il 27 febbraio 1742 ricevette il grado di luogotenente generale. Fu lui stesso a portare al re Luigi XV la notizia della capitolazione della città. Venne quindi nominato luogotenente generale dell’Alsazia e, distaccato nel 1743 al fine di perseguire il nemico, si distinse nel combattimento di Suffelsheim. Portatosi oltre il Reno, per accelerare la ritirata del principe Carlo di Lorena, occupò Villingen, s’impadronì del forte di Bourgtett e sottomise la parte di territorio austriaco compreso fra il Danubio e il lago di Costanza. Dopo i combattimenti il Maresciallo di Belle-Isle, munito di pieni poteri dal re di Francia e dall’imperatore Carlo VII, tornò agli incarichi diplomatici e portò con sé il fratello. Tornando da Kassel, il 20 dicembre 1746 si fermarono a cambiare cavalli a una stazione di posta nel borgo di Elbingrode, appartenente all’Elettorato di Hannover, dove furono arrestati con il loro seguito, poiché transitavano privi di passaporto in un paese in guerra con la Francia. La Corte di Londra, consultata in merito, dispose il trasferimento dei due in Inghilterra, dove giunsero nel febbraio del 1747. Qui ricevettero un trattamento bonario, essendo anche autorizzati a spostarsi nei dintorni di Londra. Vi furono vivaci scambi di corrispondenza fra i ministeri francese ed inglese in proposito finché vennero infine lasciati liberi di rientrare in patria. Il Cavaliere prestò ancora servizio agli ordini del fratello in Piemonte, ma egli desiderava troppo ottenere il bastone di maresciallo come suo fratello ed esponeva per questo la propria persona a sempre maggiori rischi. Luigi XV diede disposizioni di finirla con il re di Sardegna ed inviò in Piemonte un esercito forte di 150 reggimenti di fanteria, 75 squadroni di cavalleria e 2 brigate di artiglieria, al comando del Cavaliere di Belle-Isle e dello spagnolo, marchese de las Minas. I due comandanti non s’accordarono sulle priorità: il Bellisle, come già detto, voleva giungere a Torino mentre lo spagnolo riteneva prioritario il puntare su Genova. Inizialmente prevalse l’opinione di las Minas, ma i piemontesi avevano bloccato le Alpi meridionali e si ripiegò sull’ipotesi del Bellisle. L’armata si divise in due tronconi: il primo puntava su Exilles, passando per il Colle del Moncenisio, l’altro avrebbe puntato su Fenestrelle, passando per il Colle dell’Assietta. La salma del Bellisle venne individuata e trasportata con una scorta d’onore di soldati piemontesi a Sauze d’Oulx ove venne inizialmente inumata, per poi essere traslata sotto il coro della chiesa d’Embrun.
Il conte Paolo Novarina di San Sebastiano era attestato a difesa della cosiddetta Testa dell’Assietta, il punto più avanzato del colle omonimo. Per evitare il rischio di essere isolato dal resto dello schieramento, il battaglione di Granatieri ricevette per tre volte l’ordine scritto di ritirarsi dalla posizione troppo esposta e per tre volte lo stesso venne rifiutato; l’ultima volta il Conte di San Sebastiano alla staffetta che gli consegna l’ordine di ripiegamento rispose: ”In faccia al nemico le Guardie non possono volgere le spalle!”. La strenua resistenza dei Granatieri alla testa dell’Assietta determinò la vittoria finale. A ricordo della gloriosa impresa il re ordinò ai Granatieri di ornare le loro sopravesti con gli alamari bianchi che caratterizzavano le uniformi degli sconfitti
Fonti
Dario Gariglio, Battaglie alpine del Piemonte sabaudo. Tre secoli di guerre
sulle Alpi occidentali, Roberto Chiaramonte Editore, Collegno 1999
Vittorio Dabormida, La battaglia dell’Assietta studio storico, Voghera 1891;
Adriano Alberti, La battaglia dell’Assietta (19 di luglio del 1747): note e
documenti, Francesco Casanova editore 1902;
Ferdinando Maria Gabotto, Gianbattista Cacherano di Bricherasio il vincitore dell’Assietta, tipografia Chiantore-Mascarelli 1906