Il Beato Faà di Bruno, mente acuta e cuore disposto al bene
Il 27 marzo la Chiesa celebra la festa liturgica del fondatore della congregazione delle Suore minime di Nostra Signora del Suffragio
di Carlo Tagliani
Ultimo di dodici figli, Francesco Faà di Bruno nasce ad Alessandria il 29 marzo 1825. Di famiglia nobile e benestante, viene educato fin dalla più tenera età alla pietà e ai valori cristiani.
Rimasto orfano di madre a soli 9 anni, frequenta il collegio dei Somaschi a Novi Ligure (Al) e a 15 entra nell’Accademia militare di Torino.
Nel 1846 viene nominato luogotenente e due anni dopo prende parte alla Prima guerra d’Indipendenza come aiutante di campo del principe ereditario Vittorio Emanuele.
Nella battaglia di Novara vede morire molti giovani soldati e il pensiero che la maggior parte di loro non sia preparata all’incontro inaspettato con Dio è un monito che lo accompagna per tutta la vita. Conosce e stima don Bosco, con cui si confronta spesso, e la sua preparazione e l’ottimo carattere convincono re Vittorio Emanuele II a nominarlo precettore dei propri figli.
Per perfezionare gli studi in Scienze matematiche si trasferisce alla Sorbona di Parigi ma, quando nel 1851 torna a Torino, scopre che l’incarico gli è stato revocato per ragioni di opportunità politica. Deluso e memore delle scene vissute in battaglia lascia l’esercito e torna a Parigi per laurearsi in Scienze matematiche e in Astronomia. A Parigi, inoltre, conosce Antoine-Frédéric Ozanam, fondatore delle Conferenze di San Vincenzo e si aggrega a quella di Saint-Germain-des-Prés.
Tornato a Torino, inaugura una scuola di canto per le donne di servizio che la domenica vagano per la città abbandonate a se stesse.
Nel 1857 pubblica la “formula di Bruno”, utilizzata ancora oggi nei calcoli informatici, e inizia a impartire lezioni universitarie, libere e non retribuite, di analisi e astronomia fisica.
Le Conferenze di San Vincenzo, intanto, cominciano a svilupparsi anche in Piemonte e lui ne fonda una ad Alessandria. Per offrire un pasto caldo a chi non ha molte disponibilità, inoltre, invita le autorità cittadine a istituire i “fornelli economici”, sul modello francese. Non ottenendo risposta, li realizza egli stesso in borgo San Donato, uno dei più malfamati di Torino. E nel 1858, nel medesimo borgo, acquista un terreno e una casa per dare il via - il 2 febbraio 1859 - alla Pia Opera di Santa Zita per accogliere gratuitamente future donne di servizio, curare la loro formazione e collocarle in famiglie di sani principi.
Nel 1861 viene nominato dottore aggregato alla Facoltà di Scienze fisiche e matematiche e tre anni dopo inizia a insegnare topografia, geodesia e trigonometria alla Scuola d’applicazione dell’esercito.
L’Opera di Santa Zita, intanto, si arricchisce di un pensionato per sacerdoti e di uno per donne di “civil condizione”, di centri per la formazione di giovani insegnanti ed educande e di un liceo cui don Bosco manda i primi ragazzi, raccomandandogli di “ritornarglieli promossi”. Il suo cuore batte per i più deboli, per ogni vita in pericolo che può soccorrere e salvare e il 1° novembre 1876 viene ordinato sacerdote. Si batte con don Bosco contro lo sfruttamento domenicale dei lavoratori e per realizzare bagni pubblici e lavatoi per prevenire la diffusione di malattie causate dalla scarsa igiene.
Nel 1880 fonda a Benevello d’Alba (Cn) l’Istituto di San Giuseppe per la formazione professionale delle giovani e l’anno seguente ottiene l’approvazione diocesana della congregazione delle Suore minime di Nostra Signora del Suffragio.
Il 27 marzo 1888, a due mesi dalla scomparsa dell’amico don Bosco, muore a Torino dopo pochi giorni di malattia. Il suo corpo riposa nella chiesa di Nostra Signora del Suffragio, annessa alla Casa madre dell’Istituto, in via San Donato 31, a Torino.
Il 25 settembre 1988 papa Giovanni Paolo II lo dichiara “beato”. Nel 1996 viene indicato come “patrono del Corpo degli ingegneri dell’Esercito italiano”.
Il sito Internet ufficiale è www.faadibruno.net