Il campione di nuoto di Trecate
“Il circolo degli anelli” è stato il “talk show” olimpico di questa estate su Rai 2, una trasmissione che ha riscosso un grande successo di pubblico e di critica
di Alessandro Bruno
Oltre alla rivelazione Sara Simeoni ed a Yuri Chechi, come ospite fisso, della trasmissione, è stato molto apprezzato Domenico Fioravanti, altra gloria dello sport italiano. Piemontese di Trecate classe 1977, è stato il tredicesimo italiano della storia ad entrare, era l’anno 2011, nella International Swimming Hall of Fame. Fu il primo nuotatore azzurro a vincere un titolo olimpico. L’impresa avvenne ai Giochi olimpici di Sidney 2000 e in quella occasione fu il primo nuotatore della storia a vincere nella stessa Olimpiade le gare dei 100 e dei 200 metri rana.
“Forse la qualità migliore che mi riconosco e che mi è sempre stata riconosciuta - ci ha detto l’atleta di Trecate - è quella di rendere al 110% durante le competizioni, farmi trovare pronto al momento giusto, una questione di concentrazione”.
La vicenda umana e sportiva di Fioravanti è particolare perché ha richiesto grandi doti caratteriali oltre che agonistico-sportive: dopo aver raggiunto il massimo successo sportivo, mentre si stava preparando per i Giochi olimpici di Atene 2004 per difendere i due titoli conquistati in Australia, i medici gli diagnosticarono una ipertrofia cardiaca. Questo gli impedì, a soli 26 anni, di proseguire la sua splendida carriera agonistica. Un fine carriera brusco ed inaspettato che ha messo in luce la forza d’animo di Fioravanti. Assorbita la grande delusione, l’ormai ex nuotatore di Trecate, si è costruito una nuova vita che lo ha portato ad essere un imprenditore di successo.
In questa seconda fase della sua esistenza, come accaduto con la trasmissione di Rai 2, in occasioni di grandi manifestazioni sportive ha spesso ricoperto il ruolo di inviato per la Rai ed è stato testimonial della Federnuoto.
Domenico Fioravanti, con Sara Simeoni e Yuri Chechi hanno mostrato la semplicità e l’umanità di chi con il suo impegno ha raggiunto traguardi eccezionali. Hanno così potuto autorevolmente contribuire al racconto delle gesta dei campioni italiani dei vari sport che hanno fruttato all’Italia quaranta medaglie alle Olimpiadi di Tokyo 2020.
Soprattutto il racconto delle storie che hanno portato i nostri atleti al successo, storie di sacrifici condivisi con le loro famiglie. Uno spaccato di quella società italiana che funzione e che fa ben sperare in questo momento nel quale si sta cercando di uscire dalla pesante crisi derivante dalla pandemia da Covid-19.