Franco Piccinelli, eternamente innamorato della sua terra

Il cantore della nobiltà contadina

Il giornalista e scrittore Franco Piccinelli portava le sue colline nel cuore e nelle sue opere

Crpiemonte
3 min readJan 24, 2021

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di Mario Bocchio

Franco Piccinelli, nato a Neive nel 1933, viene considerato uno dei principali scrittori di memoria collettiva e di epica contadina. Ha infatti narrato le gesta eroiche dei contadini e delle donne della Langa, contribuendo anche a mantenere viva la cultura orale. Si può dire che abbia proseguito la tradizione di Cesare Pavese, Beppe Fenoglio e Nuto Revelli, utilizzando un proprio stile che prediligeva il dettaglio, senza mai però annoiare il lettore. Ha scritto Paolo Massobrio: “Descrivere Piccinelli non è facile, giacché aveva realizzato uno stile tutto suo di racconto, non paragonabile alla drammaticità di Fenoglio, Pavese o Lajolo, suoi conterranei di qualche collina più in là. La sua narrazione aveva il sale dello stupore del quotidiano: dal rito di un pranzo in viaggio sul treno, il cui fascino gli aveva trasmesso il padre ferroviere. Amava talmente le tradizioni, da diventare presidente della Federazione Italiana di Pallapugno. Ma Franco era anche un amico che scriveva per il piacere di inviarti un racconto via fax”.

La copertina di “Feste di Langa”

I suoi “affreschi di vita del mondo contadino” sono capolavori unici, fotogrammi immortalati nel tempo. Vincitore per ben due volte del Premio Selezione Bancarella (1999–2001), ha ricevuto i Premi Fregene, Mediterraneo, Pavese, Caserta, Gozzano, Ischia ed è stato finalista al Premio Viareggio. È stato tradotto in inglese, francese, tedesco ed alcuni dei suoi romanzi, sono adattati al teatro.

Una delle tante conferenze svolte da Piccinelli

Piccinelli era figlio di un capostazione, Irmo, e di una maestra, Adele. Visse la giovinezza e l’adolescenza durante il fascismo e la guerra: di questo periodo amava ricordare la sua frequentazione a scuola, le figure dei suoi maestri, alcune materie di allora imposte da una serie di riforme scolastiche, a cominciare da quella di Giovanni Gentile del 1923.

Uno dei romanzi ai quali era più affezionato

Dopo gli studi classici, presso il liceo “G. Govone” di Alba, si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Camerino, iniziando la sua attività di giornalista presso il quotidiano di Ancona, “La Voce Adriatica”, del quale divenne anche direttore.

“C’era una volta il treno”

Il suo romanzo d’esordio, Le colline splendono al buio, è del 1961. Venne poi assunto in Rai, dove dal 1974 al 1977 condusse dagli studi di Roma la rubrica televisiva Oggi al Parlamento. Il 24 aprile 1979, negli anni di piombo, quando era caporedattore del Telegiornale Rai di Torino, venne gambizzato dai terroristi dei Proletari Armati per il Comunismo. Ripresosi, Piccinelli tornò a Roma dedicandosi alla radio e alla televisione non più come cronista, ma come conduttore dal tocco intellettuale: erano gli anni del programma televisivo di Rai 2 Il pomeriggio, presentato assieme ad Anna Benassi, Nicoletta Orsomando e Paolo Cavallina, e del programma radiofonico di prima mattinata di Rai Radiodue I giorni. Piccinelli è morto ad Alba nel 2014.

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