Il Castello di Govone

Il Castello Reale di Govone

Una delle principali residenze sabaude inserita dall’Unesco nella lista del patrimonio artistico mondiale

Crpiemonte
4 min readNov 17, 2021

--

di Dario Barattin

Sulle alture di Govone (Cn) svetta l’imponente castello barocco, una delle principali residenze sabaude piemontesi che l’Unesco ha inserito fin dal 1997 nella lista del patrimonio artistico mondiale. Il plesso storico sorge a metà strada tra Torino e Cuneo, a 83 chilometri dal capoluogo sabaudo e a 77 da quello della Provincia Granda.

L’ingresso del castello

Il prezioso monumento divenne la residenza estiva preferita dal re di Sardegna Carlo Felice e di Maria Cristina di Borbone.
Le vicende del castello e del suo territorio dipendevano dal diretto dominio della chiesa di Asti e sono legate alla famiglia dei conti Solaro che tennero il feudo dal 1097 al 1792.
Proprio le forme barocche del castello sono dovute alla ricostruzione voluta dal conte Roberto Solaro e dal nipote Ottavio. I due nobili affidarono l’incarico all’architetto Guarino Guarini che si occupò del progetto di restauro, per poi essere continuato da Benedetto Alfieri, discepolo di Filippo Juvarra, per l’esecuzione della facciata del castello.
Con la morte dell’ultimo capostipite dei Solaro, Vittorio Amedeo, il castello e il feudo passarono alle regie finanze, in seguito furono acquistati dal sovrano Vittorio Amedeo III divenendo residenza estiva della famiglia reale.

Particolare della scalinata

In epoca napoleonica il maniero fu confiscato dal governo rivoluzionario e messo all’asta nel 1810. Pochi anni dopo fu acquistato dal conte Teobaldo Alfieri di Sostegno con lo scopo di cederlo al principe Carlo Felice.
Quest’ultimo — tra il 1819 e il 1825 — vi stabilì la propria residenza di campagna, promuovendo attivamente il restauro e la decorazione degli interni. L’aspetto decorativo degli appartamenti, in particolare gli affreschi, è ispirato alla mitologia classica mentre le decorazioni pittoriche furono per la maggior parte eseguite dai genovesi Carlo Pagani e Andrea Piazza. L’arredo ligneo fu realizzato, a cominciare dal 1820, da una famosa équipe di intagliatori e scultori al servizio della corte, composta da Giovanni Battista Ferrero, Francesco Novaro, Francesco Tanadei, Giuseppe Gianotti e Giuseppe Maria Bonzanigo.

Veduta dall’alto

Una volta completati i lavori, Govone divenne residenza estiva dei reali per 15 anni e alla morte del re passò in eredità a Ferdinando di Savoia, duca di Genova e figlio di Carlo Alberto. A partire dal 1870 fu venduto a privati e nel 1897 fu acquistato dall’amministrazione comunale di Govone. Negli ultimi anni il castello ha visto diversi restauri conservativi: il rifacimento della facciata a sud, i portali d’ingresso e del salone delle feste, i pavimenti in legno decorato del piano nobile, gli affreschi della cappella di corte e della facciata realizzata da Benedetto Alfieri. L’attuale struttura architettonica risale al Settecento: l’edificio è costruito su due piani principali e su un terzo di minor altezza, tra loro collegati da eleganti scaloni e scale di servizio.

Particolare

La facciata meridionale è ricca di sculture e decorazioni, affiancata da due avancorpi in mattoni rossi. Lo scalone d’onore è formato da quattro rampe marmoree, fiancheggiate da parapetti a balaustra e decorate da bassorilievi. Il balcone è sostenuto da due colonne di marmo e adornato da quattro gruppi di statue, i telamoni, poggianti su mascheroni. L’ingresso è al pian terreno: dall’atrio si può accedere agli appartamenti destinati ai padroni di casa e alle dame di corte mentre lo scalone marmoreo conduce al piano nobile, al cui centro si trova il grande salone d’onore, affrescato interamente a trompe-l’oeil dai pittori Luigi Vacca e Fabrizio Sevesi, con una complessa decorazione di finte architetture proponenti il mito di Niobe. Numerose camere del castello, a partire dagli appartamenti destinati alla regina, si ispirano a carte cinesi risalenti all’imperatore Geng shi tu, riproducendo quattro cicli che riguardano la porcellana, il tè, il riso e la seta. Di grande pregio e importanza il parco della residenza, realizzato su disegni dell’architetto giardiniere Xavier Kurten, in cui spiccano, tra le diverse specie di fiori, una notevole collezione di rose che sopravvive ancora oggi. In primavera il sottobosco del parco è caratterizzato dal rosso dei tulipani tutelati da una specifica riserva naturale.

Fonte: Castelli di Langhe e Roero, Mauro Minola e Beppe Ronco, Edizioni Susalibri, 2019

Fotografie: archivio Consiglio regionale del Piemonte

--

--

Crpiemonte
Crpiemonte

Written by Crpiemonte

Il canale Medium ufficiale del Consiglio regionale del #Piemonte, dove raccogliamo notizie e approfondimenti.

No responses yet