Il coltello di Pinocchio
Vernante, patria dello storico coltello Vernantin, è anche diventata un museo a cielo aperto sul famoso burattino di Collodi
di Pino Riconosciuto
Cosa c’entra un coltello tradizionale piemontese con Pinocchio? Se volete una risposta a questa domanda andate a Vernante, cittadina del cuneese, nella media valle di Vermegnana, a circa 800 metri di altitudine. Per decenni Vernante è stata famosa per gli omonimi coltelli prodotti in loco, i Vernantin. Dagli anni 50 ha poi ospitato sui muri delle abitazioni i murales sulle avventure di Pinocchio, sviluppatisi con il passare del tempo fino a superare il numero di 150.
Vernante, il cui nome deriva dall’occitano “verna”, l’ontano, albero che compare anche nello stemma del paese, ha origini romane; raggiunge il suo periodo di maggior sviluppo nel 1279, con il passaggio alla signoria dei Lascaris, diventando un nodo di comunicazione tra il Piemonte meridionale e la Provenza. L’antico castello, i cui importanti resti dominano tuttora il paese, è un bell’esempio di castello cinto, con le mura che avvolgono la rupe dominata dal mastio.
Alla fine del 1500 la cittadina passa sotto il dominio sabaudo, diventando nella prima metà dell’800 “la capitale dei coltelli”. Sono i cutlé, oltre una ventina nel periodo di maggior espansione della produzione, a realizzare nelle loro botteghe interamente a mano i Vernantin. Le lame di acciaio al carbonio vengono forgiate sull’incudine a colpi di martello e, una volta data la forma voluta, tagliate della misura giusta e temprate. Anche i manici, soprattutto in corno di montone, talvolta in legno di bosso, venivano realizzati a mano. Una voilta rifiniti lama e manico, le due parti vengono montate e il coltello è pronto all’uso. Il Vernantin era uno strumento essenziale nella vita contadina: veniva utilizzato nel lavoro dei campi, per tagliare il cibo, anche per radersi. Ancora oggi è un coltello artigianale molto apprezzato, e la tradizione viene mantenuta da qualche maestro coltellinaio che lo produce con le stesse tecniche dell’800.
Dal 1954 sui muri di Vernante cominciano poi a comparire dei murales che raffigurano la storia di Pinocchio. Le sue avventure sono riprodotte con i tratti originali del più importante degli illustratori del burattino, Attilio Mussino, un artista che dipinse le tavole di Pinocchio nella edizione del libro di Collodi più venduta e ristampata, tanto da essere considerata senza eguali e da portare il burattino alla ribalta europea. Mussino trascorse nella cittadina gli ultimi anni della sua vita, dal 1944 al 1954, insieme con la sua compagna, Margherita, che era originaria del luogo. Non a caso la sua tomba, nel cimitero di Vernante, è vegliata dal burattino che piange. Dopo la sua morte due illustri abitanti della cittadina, Bartolomeo Cavallera e Bruno Carletto, che per questo si sono guadagnati il soprannome de “il Gatto e la Volpe”, vollero onorare la memoria di Mussino riproducendo sui muri di Vernante le sue illustrazioni della prima edizione del 1910.
Da allora i murales sono andati via via aumentando, ora sono oltre 150, e si accompagnano con numerose sagome e statue dei personaggi collodiani sparse per il paese e con il museo dedicato a Mussino, che contiene tra l’altro numerose tavole originali. Infine, una gita a Vernante non trascura gli amanti delle escursioni. Intorno alla cittadina c’è un plurisecolare bosco di faggi di nove ettari che fa parte della Riserva Naturale Bosco e Laghi di Palanfré, solcata dal vallone degli Alberghi e dai laghi omonimi.