Il mercato di Cuneo
Lo storico evento del martedì era già menzionato nel 1203
Una delle storiche vocazioni di Cuneo è sicuramente quella di essere un importante centro commerciale e di mercato, a motivo della sua posizione geografica quale punto di raccordo tra la pianura piemontese e la montagna, allo sbocco delle valli Pesio, Vermenagna, Gesso, Stura, Grana e Maira, che lo mettono in collegamento con la Liguria e la Francia.
Dopo appena cinque anni dalla fondazione della città (1198), quando la “villanova” di Cuneo non era che un piccolo centro abitato, nel 1203 fu già menzionato il mercato settimanale del martedì, come ha scritto Rinaldo Comba: “Il mercato di Cuneo dovette così ben presto diventare un importante punto di approvvigionamento granario e di scambi commerciali tra pianura e montagna”.
L’importanza commerciale di Cuneo crebbe in continuazione, anche perché si trovava lungo le “Strata salis” (“Strade del sale”), che erano le vie di comunicazione che congiungevano Nizza a Cuneo attraverso le valli Vermenagna, Gesso e Stura per il transito del sale proveniente dalla costa e delle altre merci, spingendosi poi sino ad Asti e a Pavia.
Dal 1378 è documentata la fiera di San Martino, che si svolgeva al termine dell’annata agraria e durava sette giorni: il giorno della festa di San Martino (11 novembre) e i tre giorni antecedenti e seguenti.
Gli Statuti comunali manoscritti del 1380 e l’edizione a stampa del 1570 si occupavano anche del mercato settimanale, che si svolgeva lungo la “platea”, cioè la “piazza” (l’odierna Via Roma), dalla porta di Borgo (a sud) sino alla porta di Caranta (a nord), ed erano stabiliti con precisione gli spazi per la vendita dei vari generi di merci. Alla porta di Borgo vi era il mercato dei bovini, agnelli, capretti e maiali; poi il mercato delle carni salate, quindi il mercato della tela e quello delle castagne, noci e canapa. Davanti all’attuale piazzetta del Municipio c’era un piccolo mercato coperto, detto “il pellerino”, per la vendita di pesci, aceto, frutta, formaggi, polli e selvaggina; vi era infine il mercato del grano e delle granaglie, nell’area senza portici che ancora oggi è chiamata “piazzetta del grano”.
Il mercato e la fiera di San Martino ebbero un ulteriore sviluppo quando a partire dal XV secolo furono costruiti i portici, che offrivano un comodo riparo per venditori e acquirenti quando pioveva o nevicava.
In un documento del 29 gennaio 1488, il Duca Carlo II di Savoia prendeva atto che a Cuneo buona parte degli uomini viveva sul commercio (“bona pars hominum ipsius loci in merchando et trafigando consistit”), con un gran numero di persone che venivano in città per comperare e vendere le merci. Nel XV secolo, al mercato settimanale del martedì si aggiunse quello del sabato.
Il 26 gennaio 1581 il Duca Carlo Emanuele I di Savoia autorizzò una seconda fiera, la cosiddetta “Fiera di Quaresima”, che iniziava ogni anno al primo martedì di Quaresima e durava per quindici giorni.
A metà del XVII secolo, il saluzzese Mons. Francesco Agostino Della Chiesa, nella sua opera “Descrittione del Piemonte”, così parlò dei mercati e delle fiere di Cuneo: “Si vedono di qua e di là spaziosissimi portici, nei quali riducendosi al coperto, i mercanti e le altre persone che quivi nei giorni dei mercati e delle fiere da ogni parte, per il gran concorso delle valli che in questo angolo del Piemonte fanno capo e per i passaggi di Provenza e di Delfinato per la valle di Stura concorrono, stanno da ogni mal tempo sicuri”.
Il 13 giugno 1656 il Duca Carlo Emanuele II concesse a Cuneo una terza fiera, da tenersi nel mese di maggio, che nel 1766 fu spostata al martedì dopo la seconda domenica di agosto, diventando la Fiera del Beato Angelo.
I membri della numerosa comunità israelitica di Cuneo non potevano frequentare il mercato del sabato, perché quello era per loro giorno di assoluta astensione da ogni attività lavorativa. Durante l’assedio di Cuneo posto dai francesi dal 10 al 28 giugno 1691, due ebrei cuneesi, Abram Lattes e Moise Foa, resero importanti servizi alla città, che, per ringraziarli, decise di anticipare al venerdì il mercato del sabato, in modo da consentire anche agli ebrei di prendervi parte.
Nel 1752 l’Intendente del Re, il conte Bonaventura Ignazio Nicolis di Brandizzo, scrisse un’interessante “Relazione di ogni città e terra posta nella provincia di Cuneo”, nella quale si legge:
“Vi sono in Cuneo due mercati alla settimana, uno al martedì e l’altro al venerdì. Concorrono in questi giorni, e massime al martedì, in folla i commercianti. Vengono i mulattieri con le merci che portano da Nizza e dalle località di mare; vengono tutti i negozianti dalle città vicine per provvedersi di quelle merci che sono portate dal mare e vi portano canapa, riso o altri prodotti di cui abbonda la loro patria. Vengono in folla dalle Langhe o dalla zona di Asti i padroni di quelle vigne a portare i loro vini, dei quali se ne consuma una quantità molto ragguardevole.
Vengono gli abitanti delle valli vicine a provvedersi di vettovaglie, e vi portano chi le biade, chi i formaggi, chi il burro, chi la frutta, e siccome in città si tiene anche un mercato del bestiame, così i massari e gli uomini delle valli vicine vi conducono le loro bestie, e chi viene per comperare e chi viene per vendere. Da questa grande affluenza di gente, ne deriva che vi siano nella città e suo territorio ben 120 osterie”!
A metà del XIX secolo, quando la nuova piazza non era ancora terminata, quell’area cominciò a essere usata per lo svolgimento del mercato ambulante del martedì, e all’inizio del XX secolo il mercato lasciò Via Roma per trasferirsi nell’attuale piazza Galimberti.
Fonti: Giovanni Cerutti, Appunti di storia dei mercati di Cuneo, ed. Comune di Cuneo