Veduta di Massiola

Il paese che si ripopola con le foto del passato

A Massiola, a pochi chilometri dal Lago d’Orta, è diventata una consuetudine una singolare iniziativa

Crpiemonte
3 min readAug 13, 2024

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di Mario Bocchio

Massiola in Valle Strona, sopra Omegna. Il paese deve il suo nome all’antica denominazione Massigliola, ovvero piccola masseria. Come riportato nel Dizionario geografico di Goffredo Casalis, “gli abitati di Massiola e di Marmo, condividono gli sviluppi storici dell’intera valle: la lavorazione del legno, in special modo dei Cazzulj (ovvero dei cucchiai di legno), e l’estrazione del marmo, da cui prende il nome la località”.

Massiola è un Comune autonomo dal 1955, prima era inglobato nel territorio di Valstrona. I residenti sono un centinaio.

Istantanee di Massiola

Nel paesino a pochi chilometri dal Lago d’Orta è diventata una consuetudine una singolare iniziativa: sui muri vengono appese le fotografie dei vecchi abitanti, dei personaggi che lo popolavano, dei mestieri che lo rendevano ricco e del quale oggi restano le abitazioni spesso disabitate. Un’operazione oluta dalle associazioni locali “Le follette dal Chignol”, “L’alpino”, dalla Pro Massiola e naturalmente dall’Amministrazione comunale.

Sino agli anni Sessanta c’erano non meno di 400 abitanti e decine di attività che ruotavano soprattutto attorno all’Unione lattonieri, in particolare si lavorava il metallo: manufatti che andavano in tutto il mondo

Massiola agl inizi del Novecento

I vecchi mestieri si tramandavano di padre in figlio fino a quando l’industrializzazione ha fatto sparire l’artigianato e ha accelerato il processo di emigrazione.

Una targa ricorda come già nel 1908 i massiolesi emigrarono in Svizzera. Con le foto ogni casa racconta la vita di chi l’ha abitata. Nel dopoguerra e sino agli anni Sessanta qui si costruivano gli imbuti con i filtri in metallo per i camion della Fiat: servivano ai camionisti quando facevano gasolio. C’era la fabbrica dei Martinoli, quella di Vitali e si lavorava molto. Si fabbricavano i secchielli, i bidoni per il latte, gli stampi per i dolci e altri attrezzi per la pastorizia, si fabbricavano le spine per le botti, le grattugie, ma anche strumenti per i barbieri che andavano anche in America.

Le foto appese nelle vie del paese: il campione di ciclismo Avanti Martinetti

Figlio di una coppia di Massiola emigrata proprio in Svizzera era il campione di ciclismo Avanti Martinetti, classe 1904. Tornò in Italia nel 1926 e, da perfetto sconosciuto avendo sempre soggiornato all’estero, si conquistò di colpo la celebrità vincendo in questo stesso anno il campionato del mondo velocità dilettanti sulla pista del velodromo Sempione di Milano. Nel 1927 iniziò poi una dignitosa carriera di professionista che concluse dopo ben dodici stagioni nel 1938; si aggiudicò ben sei titoli italiani della velocità di cui uno tra i dilettanti. Non ebbe invece altrettanta fortuna nei tornei iridati della massima categoria (un quarto posto il suo miglior risultato), ma si classificò comunque spesso tra i primi nelle varie riunioni a livello internazionale. Partecipò alle Sei Giorni e a gare dietro motori anche negli Stati Uniti. Successivamente fu direttore tecnico della squadra degli “stranieri di Francia” al Tour.

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