Il Piemonte alluvionato
Le alluvioni in Piemonte hanno una lunga storia, che s’intreccia con la conformazione geografica e il clima della regione
di Giovanni Monaco
Le alluvioni in Piemonte hanno una lunga storia, che s’intreccia con la conformazione geografica e il clima della regione. Il nostro territorio, con tante vallate ai piedi delle Alpi, è attraversato da moltissimi fiumi: si possono individuare almeno 90–100 corsi d’acqua significativi, tra fiumi principali e affluenti.
Parliamo di un territorio caratterizzato da una grande varietà di paesaggi, con montagne, colline e pianure, oltre che appunto una rete fluviale complessa. I fiumi principali, tra cui il Po, nascono nelle Alpi e attraversano la regione raccogliendo le acque da una fitta rete di affluenti. Le abbondanti precipitazioni, soprattutto in autunno e primavera, possono portare al sovraccarico dei corsi d’acqua, con inondazioni nelle zone più vulnerabili.
Ecco una panoramica di alcune alluvioni documentate.
L’alluvione del 1564
Uno dei primi eventi di cui abbiamo memoria storica e di grande rilievo è l’alluvione del 1564, che colpì principalmente Torino e le zone limitrofe. Le cronache dell’epoca raccontano che il fiume Po straripò a causa di piogge torrenziali, sommergendo gran parte della città. La mancanza di argini adeguati e di sistemi di gestione delle acque peggiorò notevolmente la situazione, causando una vera e propria calamità per la popolazione.
L’alluvione del 1634
Nel 1634, una violenta alluvione colpì nuovamente Torino e le aree circostanti. Le piogge intense causarono lo straripamento del Po e della Dora Riparia. I resoconti storici parlano di gravi danni, con molte abitazioni distrutte, ma non sono disponibili dati precisi sul numero di vittime. Le cronache riportano comunque diverse morti a causa dei crolli e della violenza delle acque.
L’alluvione del 1755
Un altro evento drammatico si verificò nel 1755, quando una piena del fiume Tanaro devastò gran parte dell’area attorno ad Alessandria. Questa alluvione causò la morte di circa 50 persone, con danni ingenti alle infrastrutture e all’economia agricola della regione.
L’alluvione del 1761
Nel 1761, Torino subì nuovamente gravi danni a causa di un’alluvione, questa volta provocata dalle piene contemporanee del Po e della Dora Riparia. La città si trovava in una fase di espansione urbana, ma la fragilità degli argini contribuì a far sì che l’acqua inondasse ampie zone. L’alluvione causò centinaia di sfollati e almeno 20 vittime, con numerosi crolli di abitazioni lungo le rive del Po.
L’alluvione del 1857
Nel 1857, una delle più gravi alluvioni del diciannovesimo secolo colpì la zona di Alessandria e l’area circostante, causata dalle piogge torrenziali che gonfiarono il fiume Tanaro e altri affluenti. L’evento provocò più di 100 morti, la maggior parte dei quali a causa del crollo delle abitazioni. L’economia agricola della regione fu profondamente compromessa e molti campi coltivati rimasero sommersi per mesi.
L’alluvione del 1868
Nel 1868, una serie di alluvioni colpì diverse zone del Piemonte, causando diverse decine di morti. Questo evento è particolarmente noto per aver colpito la città di Torino e le aree agricole lungo il Po e la Dora Riparia. L’alluvione distrusse infrastrutture e provocò grandi perdite tra gli animali da allevamento, danneggiando anche il raccolto di quell’anno. Le vittime furono prevalentemente persone che abitavano nei quartieri più poveri e vulnerabili della città.
L’alluvione del 1951
Nel novembre 1951, il Piemonte fu colpito da una delle peggiori alluvioni del dopoguerra, che interessò soprattutto la provincia di Alessandria. Le forti piogge causarono lo straripamento del Po, del Tanaro e della Bormida. Sebbene questo evento sia spesso ricordato per l’impatto sull’area della pianura padana in generale, il Piemonte fu una delle regioni più colpite, con 35 morti confermati. Gli effetti sull’economia locale furono devastanti, con interi paesi sommersi e raccolti agricoli distrutti.
L’alluvione del 1957
Un’altra alluvione colpì il Piemonte sei anni dopo, nel 1957, ancora una volta devastando le province di Alessandria e Cuneo. Le vittime furono meno numerose rispetto al 1951, con circa 20 morti, ma i danni economici furono significativi, soprattutto nelle aree agricole. Intere comunità rimasero isolate per giorni, e i soccorsi furono rallentati dalle difficoltà a raggiungere le zone colpite.
L’alluvione del 1960
Nel 1960, una serie di piogge torrenziali colpì il Piemonte occidentale, in particolare le Valli di Susa e di Lanzo. I fiumi Dora Riparia e Dora Baltea esondarono, provocando frane e smottamenti. L’alluvione causò almeno 40 morti, principalmente a causa delle frane che travolsero diverse abitazioni.
L’alluvione del 1977
Nel luglio 1977 piogge eccezionalmente forti colpirono la regione, causando lo straripamento del fiume Po e dei suoi affluenti, in particolare il Tanaro. Benché i morti furono meno numerosi rispetto agli eventi precedenti, con circa 10 vittime, i danni economici furono ingenti, con migliaia di ettari di terreno agricolo sommersi. Anche in questo caso, la provincia di Alessandria fu tra le più colpite.
L’alluvione del 1994
Uno degli eventi più catastrofici fu senza dubbio l’alluvione del novembre 1994, che causò 70 morti e danni per miliardi di euro. Le province di Cuneo, Asti, Alessandria e Torino furono tra le più colpite. Lo straripamento del Tanaro e del Po devastò interi paesi, sommergendo case, fabbriche e campi agricoli.
L’alluvione del 2000
L’alluvione dell’ottobre 2000, che colpì soprattutto le province di Torino e Cuneo, causò 23 morti e ingenti danni economici. Questo evento è ricordato per la violenza delle precipitazioni e per la rapidità con cui i fiumi raggiunsero livelli di piena record.
La storia delle alluvioni in Piemonte è segnata da una serie di eventi catastrofici che hanno provocato la morte di migliaia di persone nel corso dei secoli e danni economici incalcolabili. Ogni alluvione ha evidenziato la vulnerabilità del territorio, sebbene oggi siano stati fatti notevoli passi avanti nella prevenzione e nella gestione delle emergenze.
La toponomastica alluvionale
Alcuni paesi e comuni piemontesi devono il proprio nome a fenomeni naturali legati all’acqua, alle alluvioni o alla pioggia. Questi toponimi derivano spesso da termini antichi che richiamano la vicinanza a corsi d’acqua, zone alluvionali o caratteristiche climatiche del territorio. Ecco alcuni esempi significativi:
1. Alluvioni Cambiò
Alluvioni Cambiò, oggi parte del comune di Alluvioni Piovera, è un paese della provincia di Alessandria, il cui nome è direttamente legato alle alluvioni. Il toponimo “Alluvioni” si riferisce alle frequenti esondazioni del fiume Tanaro e del fiume Po, che in passato hanno devastato la zona. “Cambiò” deriva da un antico toponimo locale, che si riferisce a un casato nobiliare o a una località che ha subito profondi cambiamenti a causa degli eventi alluvionali. Il nome del comune sottolinea chiaramente l’influenza storica delle inondazioni sulla comunità locale.
2. Pioverà
Anche Pioverà, ora unito ad Alluvioni Cambiò nel nuovo comune di Alluvioni Piovera, ha un nome che evoca fenomeni legati all’acqua. Il nome “Pioverà” potrebbe essere collegato alla parola pioggia o piovere, segnalando l’abbondanza di precipitazioni nella zona o, più probabilmente, la vicinanza a corsi d’acqua che, con le piene, provocavano frequenti inondazioni. Il comune si trova in una zona pianeggiante e fertile, ma storicamente soggetta agli straripamenti del Po e dei suoi affluenti.
Questi due comuni, oggi uniti, devono entrambi il proprio nome alla forte influenza dei fenomeni idrogeologici e climatici, che hanno segnato profondamente la vita della popolazione locale.
3. Valle Mosso
Il nome di questo comune, oggi parte di Valdilana nella provincia di Biella, è collegato alla presenza di terreni “mossi” o instabili, spesso soggetti a frane e smottamenti causati da piogge intense. Le valli biellesi sono storicamente esposte a fenomeni alluvionali e frane, che ne hanno modellato il paesaggio.
4. Trino
Il nome “Trino” sembra derivare dal termine latino Tresinus, legato all’acqua o a una zona paludosa o alluvionale. Trino, situato in una zona vicina al fiume Po, è esposta a periodici allagamenti e alluvioni.
5. Piossasco
Il nome Piossasco, nella provincia di Torino, viene dal latino pluvia o pluviosus, che significa “piovoso”. La radice “pio-” potrebbe richiamare le piogge abbondanti tipiche della zona prealpina, situata ai piedi del Monte San Giorgio.
6. Fontanetto Po
Questo comune, situato in provincia di Vercelli, è chiaramente legato alla presenza dell’acqua nel nome. Il termine “Fontanetto” richiama le numerose fonti d’acqua presenti nel territorio, mentre “Po” indica la vicinanza al grande fiume che spesso straripava, modificando il territorio con frequenti alluvioni.
7. Isola d’Asti
Il nome di questo comune, situato vicino al fiume Tanaro, probabilmente si riferisce alla conformazione del terreno. “Isola” potrebbe indicare una zona che, a causa delle alluvioni, rimaneva isolata dalle acque del fiume Tanaro durante le piene.
8. Villanova Monferrato
Il toponimo “Villanova” è comune in molte parti d’Italia, ma in questo caso potrebbe riferirsi alla ricostruzione di un insediamento dopo un evento alluvionale, dato che è situato in un’area pianeggiante e storicamente soggetta alle esondazioni del Po.
9. Piozzo
Piozzo, situato in provincia di Cuneo, potrebbe derivare dal latino pluvium, riferendosi a una zona piovosa. La regione delle Langhe, dove si trova Piozzo, è conosciuta per le abbondanti precipitazioni, soprattutto durante i mesi autunnali.
10. Rivoli
Il nome Rivoli, nell’area metropolitana torinese, deriva probabilmente da rivus, termine latino per “torrente” o “fiumiciattolo”. Questo comune si trova in un’area collinare e prealpina, dove l’acqua piovana scorre facilmente a valle, creando torrenti e piccoli corsi d’acqua.
11. Valstrona
Questo paese del Verbano-Cusio-Ossola prende il nome dal torrente Strona, che attraversa la valle. “Valstrona” significa quindi “valle del torrente Strona”, un corso d’acqua che ha spesso causato piene e alluvioni nel passato.
12. Rivarolo Canavese
Il nome deriva da “rivo” o “rivus”, in riferimento ai numerosi corsi d’acqua che attraversano l’area. La vicinanza ai fiumi e torrenti, unita alla presenza di terreni pianeggianti, lo rende particolarmente esposto a fenomeni alluvionali.
(Ufficio stampa Consiglio regionale del Piemonte)