Il suggestivo Natale della Valle d’Otro
A quote più elevate si trovano i vasti pascoli per i quali era nota fino dal medioevo
a cura di Mario Bocchio
La Val d’Otro, dove la storia, la natura e le case sono testimoni reali della colonizzazione Walser, è senza dubbio uno dei luoghi più belli del territorio di Alagna. Non luoghi-museo ma luoghi vissuti, ancora oggi ben vivi, in cui gli orti con le loro coltivazioni d’eccellenza, i pastori e l’architettura Walser, conservatasi inalterata, ripropongono il passato di cui ancora si sentono le tracce, cristallizzato nella continuità di un’oasi, che ha saputo attraversare il tempo.
L’Alpe Otro risulta su documenti di donazioni e permute fin dal 1025 ma la nascita delle frazioni ad opera di coloni Walser provenienti da Gressoney risale ai primi anni del XIV secolo. Oggi si possono visitare sei piccoli borghi: Follu, Scarpia, Ciucche, Weng, Felljerc, e Dorf, con le fontane monolitiche, i forni del pane, le stalle, le case walser e le cappelle, elementi di un economia autosufficiente, che ha saputo mantenerli nel tempo e rinnovarne l’utilizzo. Oggi Otro è luogo di villeggiatura, di agricoltura naturale, pastorizia e caccia, in una fusione armonica degli elementi che coesistono e crescono in equilibrio. Di particolare interesse la chiesa della frazione Follu, dedicata alla Madonna della Neve, curiosi gli spartivalanghe della Scarpia che hanno preservato le case dalle nevicate abbondanti e i campi recuperati di Weng, che cadenzano il ritmo delle stagioni.
A quote più elevate si trovano invece i vasti pascoli per i quali la valle era nota fino dal medioevo, con molti alpeggi: gli alpi Pianmisura piccola e grande, ai limiti della vegetazione d’alto fusto, l’alpe Dsender immerso tra larici e faggi, l’alpe Tailli a strapiombo sulla valle, l’alpe Kultiri, l’alpe Granus, l’alpe Zube appoggiato su un tappeto di erbe e muschi. La vetta più alta della valle è il Corno Bianco (m. 3320), alle cui pendici si trovano due piccoli ghiacciai: il nevaio di Puio e il ghiacciaio d’Otro.
Proprio da questi luoghi ci giunge una delle “cartoline” più suggestive di questo Natale in tempo di pandemia, come ci ha raccontato La Stampa Olivia guida tutte le compagne di discesa. Sono state 41 in tutto gli animali che hanno lasciato i pascoli della Val d’Otro di Alagna per raggiungere le stalle a valle, in frazione Rusa, dopo un tappa intermedia. In rigorosa e ordinata fila indiana, seguendo una traccia stretta creata tra la neve alta oltre cinquanta centimetri. “Questa è la danza del serpente che viene giù dai monti”, ha scritto in uno dei post con immagini da fiaba pubblicato dal loro proprietario Luca Cucchi, raccogliendo centinaia di likes e condivisioni sui social.