Il valore alpino nello sport
Gli Alpini possono contare sul Reparto attività sportive (RAS) invernali del Centro Sportivo Esercito ha sede presso la caserma “Perenni” di Courmayeur
di Mario Bocchio
Come noto, in Italia determinate discipline, che soprattutto in occasione degli eventi olimpici sono portatori di medaglie e gloria per i colori azzurri, sono coltivati e gestiti dai gruppi sportivi dell’Esercito, dei Carabinieri, dell’Aeronautica e delle Forze di Polizia. Gli Alpini possono contare sul Reparto attività sportive (RAS) invernali del Centro Sportivo Esercito ha sede presso la caserma “Perenni” di Courmayeur, supervisonato dal Centro addestramento alpino di Aosta.
La squadra dell’Esercito aprì i battenti nel 1934, quando la sede era ancora ad Aosta, dove nacque il nucleo pre-olimpico, con lo scopo di preparare gli atleti italiani che parteciperanno ai IV Giochi olimpici invernali a Garmisch-Partenkirchen nel 1936. A sorpresa ci fu la vittoria nella gara a pattuglia militare (predecessore del biathlon) dove la squadra azzurra costituita dagli alpini Enrico Silvestri, Luigi Perenni, Sisto Scilligo e Stefano Sertorelli arrivò davanti a Svezia e Finlandia.
Il RAS non si occupa solamente delle discipline sportive, ma è composto anche dalla Sezione sci alpinistica (SSA) della quale fa parte il Gruppo militare di alta montagna (GMAM) che si occupa dell’addestramento dei militari nel settore alpinistico.
Nel 1933 nacque il Trofeo Mezzalama, la gara internazionale di sci alpinismo con attrezzatura classica che si svolge sul massiccio del Monte Rosa, il comandante alpino tenente colonnello Masini, ebbe modio di dichiarare: “Sì, pare che questa gara calzi a pennello per noi”. Oggi, nell’albo d’oro di questa sci alpinistica, la più alta del mondo, per imbattersi negli alpini non si va mai oltre la quinta posizione.
Alla vigilia della Seconda guerra mondiale, quando già stavano calando le prime ombre della lunga notte dello sport, la Scuola venne chiamata a collaborare con il CONI e la FISI, la Federazione degli Sport invernali, per l’organizzazione dei campionati mondiali di sci a Cortina, dove prese avvio la carriera inimitabile di un alpino del Nucleo, Zeno Colò. Conclusa la parentesi bellica, nel gennaio del 1949 rinacque il Nucleo Sciagonistico, che trovò sede nella caserma “Perenni” di Courmayeur: gli alpini si reinseriscono gradualmente nel contesto sportivo europeo e nel 1958 ottennero successo pieno, individuale e di pattuglia, ai campionati internazionali di fondo e tiro.
Nel decennio successivo, Mismetti, Gianfranco e Aldo Stella, Serafini e Stuffer nel fondo, Burrini, De Nicolò, Piazzalunga e Gluck in discesa e slalom, fecero incetta di titoli nazionali; nel ’71 e nel ’73 i fratelli Stella e Serafini s’imposero nel rinato Trofeo Mezzalama; con Livio Stuffer furono presenti alle Olimpiadi e ai campionati del mondo. Nel 1985 irruppe sulla scena del fondo Marco Albarello, secondo ai mondiali di Seefeld: due anni dopo si prese la rivincita a Oberstdorf sul grande Wassberg per poi essere argento alle Olimpiadi di Albertville (dove il sergente Gianfranco Martin vinse la combinata alpina). Alle Olimpiadi di Lillehammer, la staffetta azzurra di cui faceva parte, impegnò allo spasimo i norvegesi padroni di casa, superati sul traguardo con uno storico e beffardo guizzo da Formula 1, ‘“due decimi’: suo il miglior tempo di frazione. Chiuse la sua carriera a 39 anni, con l’argento delle Olimpiadi di Nagano.
Nel biathlon spiccano Karin Oberhofer: doppia medaglia di bronzo olimpica a Soči 2014, e Dominik Windisch: doppia medaglia di bronzo olimpica a Pyeongchang 2018.
Lo sci alpinismo, che col Trofeo Mezzalama aveva imposto il nome della Scuola fin dai suoi albori, è tuttora legato alle più belle tradizioni delle penne nere. Ne sono alfieri i caporal maggiori Manfred Reichegger e Dennis Brunod, che si sono affermati nei campionati italiani ed europei, in Coppa del mondo, nella Pierra Menta (gara a tappe che si corre in Francia, per complessivi diecimila metri di dislivello).
A livello femminile come non citare “la” caporal maggiore Chiara Raso, campionessa europea, impostasi, con Cristina Favre e Adriana Follis, sulle favorite francesi, e abbassando il record femminile della gara di 6′.
Nella specialità del biathlon la squadra del Centro Sportivo Esercito è da anni la prima in Italia. Oggi le discipline classiche lasciano spazio di manovra anche ad altre specialità, un tempo estranee all’ambiente militare. Nello snow board, Ronald Fischnaller è stato campione italiano assoluto, Francesco Sandrini ha vinto la Coppa Europa di boardercross, Stefano Pozzolini ha erecitato un ruolo di primi piano in Coppa del Mondo, mentre Massimiliano Iezza si è imposto nella Coppa Europa di ski cross. In short trak (pattinaggio di velocità sul ghiaccio su pista corta), Roberto Serra e Mara Zini hanno rinverdito i successi di Mirko Vuillermin, campione olimpico e mondiale. Nel durissimo Winter Triathlon (sci di fondo / mountain bike / corsa in montagna) il maresciallo Paolo Riva, già campione del mondo nel ’96 e nel ’98, ha trovato un degno successore in Daniel Antonioli, campione del mondo Under 23.
Ma oggi la punta di diamante è una sciatrice piemontese, graduata scelta, Marta Bassino cuneese, vincitrice di due titoli iridati (nello slalom parallelo a Cortina d’Ampezzo 2021 e nel supergigante a Courchevel/Méribel 2023) e della Coppa del Mondo di slalom gigante nel 2021.
L’alpina iscritta al gruppo ANA di Borgo San Dalmazzo, ogni volta che parla della famiglia, di mamma Elena e papà Maurizio, anch’egli alpino, ricorda che è stato quest’ultimo o che le ha trasmesso la passione per la montagna e per lo sci. Da qui l’ingresso giovanissima al Centro Sportivo Esercito, gli allenamenti e i sacrifici per raggiungere il successo sulle piste.