In un mondo allora tutto al maschile, partecipò alla Coppa delle Nazioni montando per la prima volta un cavallo non suo
Una storia bellissima, quindi, per raccontare la quale non basterebbero pagine e pagine. Però c’è un capitolo di questa storia che merita di essere messo in risalto più di altri
Suo papà Ferruccio Novo, è stato il presidente del Grande Torino, e solo per un puro caso del destino è sfuggito alla tragedia di Superga.
Il Centro Ippico Le Siepi di Cervia è un luogo meraviglioso, ricco di storia, di bellezza e di fascino. Un gioiello unico in Italia. L’anima e il cuore delle Siepi sono rappresentati da una donna: la torinese Lalla Novo.
Agli occhi delle persone che seguono abitualmente le vicende del salto ostacoli c’è proprio una identificazione assoluta, la sovrapposizione esatta dei due soggetti uno sull’altro: Lalla Novo vuol dire le Siepi, e le Siepi vogliono dire Lalla Novo. È così per tutti, anche per le giovani amazzoni e per i giovani cavalieri che alle Siepi vivono le loro prime importanti esperienze agonistiche. Giovani atleti che avranno visto e considerato lei, Lalla Novo, come la persona in grado di seguire e controllare contemporaneamente quattro campi di gara e altrettanti di prova, e nel contempo parlare, chiacchierare, indicare, suggerire, sgridare con l’entusiasmo di chi sembra vivere le cose per la prima volta, e invece…
Già, invece. Chissà se le giovani amazzoni e i giovani cavalieri con la loro esuberanza e la loro allegria e con i loro sogni e le loro speranze … sanno. Chissà se sanno — o anche solo se hanno immaginato — che questa signora iperattiva e appassionata un tempo aveva iniziato proprio come tutti loro una carriera sportiva e agonistica che l’avrebbe portata in breve a divenire una delle più importanti amazzoni della storia del salto ostacoli azzurro?
Del resto nelle vene di Lalla Novo lo sport ha cominciato a scorrere insieme al sangue fin dal principio. Non avrebbe potuto essere che così, d’altro canto, per la figlia di un uomo che si chiamava, come detto, Ferruccio Novo… Proprio lui, proprio il creatore di quella squadra di calcio che vive nel cosiddetto immaginario collettivo di tutti noi con il nome Invincibili. Quel gruppo di atleti formidabili divenuti leggenda: prima per le loro favolose imprese sportive e poi per la tragedia sconvolgente che li ha resi tutti indistintamente protagonisti il 4 maggio 1949, quando l’aereo con cui stavano tornando a Torino dal Portogallo si è schiantato sulla collina di Superga. Una catastrofe immane.
La bambina Lalla ha vissuto tutto questo. Aveva dieci anni: piccola, sì, ma non tanto da non capire. Il suo animo di donna ancora in sboccio e la sua naturale propensione per lo sport tuttavia non avrebbero potuto di certo indirizzarla verso il calcio: quella allora era una cosa da maschi. No: cavalli invece, animali grandi, buoni e potenti, perfetti allora come oggi per esaltare la sensibilità della natura femminile.
La Società Ippica Torinese, quindi: e tra i compagni di scuderia due fratelli destinati a divenire grandi nomi dello sport equestre italiano, Paolo e Stefano Angioni. Lalla va veloce: e si impone sulla scena nazionale, tanto da arrivare alla prima squadra di salto ostacoli con il debutto a Nizza nel 1963.
Quelli non erano tempi facili per le donne, in un ambiente che anche diversi anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale risentiva enormemente della mentalità aristocratica e militare, ma più ancora militare che aristocratica (e quindi molto maschilista). Le donne… sì, nessun problema finché si fanno i loro concorsi e le loro gare, ma in squadra… beh, la squadra è un’altra faccenda, in squadra ci sono i fratelli Piero e Raimondo D’Inzeo e Graziano Mancinelli, e poi un quarto che di volta in volta poteva variare ma che prevalentemente era uomo e militare. Pochissimi i casi di donne nella formazione azzurra fino a quel 1963: Nathalie Perrone (la prima a vestire la giacca della nazionale italiana, nel 1953: francese, nata des Noailles, antica e nobile famiglia d’Oltralpe, poi moglie dell’editore e a sua volta cavaliere Alessandro Perrone), Paola Piaggio (quella… Piaggio: la Vespa… ) e la fortissima Giulia Serventi. E poi lei: Lalla Novo.
Una storia bellissima, quindi, per raccontare la quale non basterebbero pagine e pagine. Però c’è un capitolo di questa storia che merita di essere messo in risalto più di altri.
È il 1965. La squadra italiana stabilisce quello che per allora è un record: la vittoria di quattro delle cinque più importanti Coppe delle Nazioni d’Europa, e quindi del mondo: Nizza, Roma, Aquisgrana, Londra. Una specie di Grande Slam. Una ulteriore particolarità impreziosisce il tutto: la formazione azzurra è composta in tutte e quattro le occasioni dagli stessi nomi. I quattro assi sono Piero D’Inzeo, Stefano Angioni, Graziano Mancinelli e poi lei, Lalla Novo. Anche i cavalli sarebbero stati gli stessi in tutte e quattro le occasioni: Ballyblack per D’Inzeo, Canio per Angioni, The Rock per Mancinelli e Rahin per Lalla Novo. Senonché ad Aquisgrana Rahin si infortuna proprio alla vigilia della Coppa delle Nazioni. Cosa fare, cosa non fare… Alla fine Piero D’Inzeo risolve la situazione con una audace proposta rivolta al capo équipe nonché presidente della Fise Tommaso Lequio: Lalla potrebbe montare Sunbeam. Sunbeam era il secondo cavallo di D’Inzeo in quel concorso, quello con il quale lui aveva gareggiato alle Olimpiadi di Tokyo nel 1964. Un cavallo che ovviamente Lalla Novo non aveva mai montato in vita sua.
Prima difficoltà: Sunbeam era di proprietà militare, quindi dello Stato, e Lalla Novo non solo era una donna, ma non era ovviamente un militare! Quindi parte una frenetica successione di telegrammi tra la Germania e l’Italia per ottenere tutte le autorizzazioni e i visti e le certificazioni necessarie per permettere l’operazione. Seconda difficoltà, ben peggiore della prima: come detto Lalla Novo non aveva mai montato Sunbeam in vita sua, e il percorso della Coppa delle Nazioni di Aquisgrana presentava ostacoli larghi fino a 2.20 metri e alti fino a 1.60… La Coppa delle Nazioni di Aquisgrana era allora — come lo è oggi — la Coppa delle Nazioni più importante del mondo. Per assistere a quella gara arrivavano migliaia e migliaia di persone allo Stadio della Soers. E l’Italia era la squadra da battere. Roba da far tremare i polsi e gelare il sangue… ! Per Lalla Novo, ragazza di 26 anni, donna in un mondo di maschi, giovane campionessa in una squadra di stelle del calibro di Piero D’Inzeo e Graziano Mancinelli… per lei un cavallo sconosciuto in un contesto del genere.
Ebbene, pensate che Lalla Novo si sia tirata indietro? Chi lo pensa non la conosce. Lalla Novo ha guardato negli occhi Tommaso Lequio e Piero d’Inzeo e ha risposto come loro si sarebbero aspettati che rispondesse: d’accordo.
Lalla Novo monta Sunbeam, quindi. Comincia Piero D’Inzeo su Ballyblack: nessun errore agli ostacoli con un quarto di punto sul tempo nel primo percorso, due errori e dunque 8 penalità nel secondo (tanto per dire: quello di Ballyblack è uno dei soli due netti agli ostacoli sui cinquantasei percorsi di tutta la gara!). Poi Graziano Mancinelli su The Rock: un errore nel primo percorso, un errore nel secondo. Stefano Angioni su Canio: 8 e 4. Ecco Lalla Novo con Sunbeam: i suoi compagni di gara assistono immobili in tribuna, il pubblico sa e non fiata, il silenzio è gigantesco, la tensione palpabile. Lalla monta Sunbeam come se avesse sempre montato Sunbeam, dimostrazione di un’equitazione che vuol dire saper montare a cavallo prima ancora che montare “quel cavallo”. Gabbie, doppia gabbia, riviera, muro, larghi e verticali: la Coppa delle Nazioni più importante del mondo. Lalla Novo e Sunbeam finiscono il primo percorso con due errori, 8 penalità. Il loro secondo percorso non è nemmeno necessario: perché l’Italia ha già matematicamente vinto!
Ecco chi è la signora che le giovani amazzoni e i giovani cavalieri hanno visto come una padrona di casa iperattiva e appassionata, come la persona in grado di seguire e controllare contemporaneamente quattro campi di gara e altrettanti di prova, e nel contempo parlare, chiacchierare, indicare, suggerire, sgridare con l’entusiasmo di chi sembra vivere le cose per la prima volta, e invece… Lei, Lalla Novo. Una donna formidabile.
Fonte: Umberto Martuscelli, Lalla Novo, la campionessa senza paura che accettò la sfida di d’Inzeo, La Repubblica dei cavalli, 2022