Il paesaggio della Valle Cerrina

In Val Cerrina tra arte, storia e paesaggio

La Val Cerrina è uno dei territori più belli del Monferrato e merita di essere valorizzata e inserita nei percorsi turistici maggiori

Crpiemonte
3 min readOct 31, 2020

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di Cristiano Bussola

Il paesaggio splendido segue il percorso del torrente Stura che nasce a Cavagnolo per terminare a Pontestura, alterna pianura a collina, campi coltivati a boschi e vigneti. Il parco del Sacro Monte di Crea presenta una vegetazione ricchissima di querce, ippocastani, faggi, pini, fiori che rendono attraente il percorso tra le cappelle che videro attivi scultori quali i Vespin, Bistolfi, Brilla e pittori frescanti come Moncalvo e Alberini. La storia è millenaria, qui si insediarono anticamente i Romani in piccole comunità agricole. A Gabiano un tal Gabius creò un fundus
e venne trovata una colonna con due iscrizioni: una di Diocleziano e Massimiano l’altra di Valentiniano e Valente. In zona dopo i Romani arrivarono i Longobardi, i Goti, i Franchi. Nell’XI secolo l’area fece parte dell’abbazia della Novalesa, quindi dell’episcopato di Vercelli e in seguito del Marchesato del Monferrato, del Ducato di Casale e Mantova. Poi, nel 1793 passò ai Savoia.

Innumerevoli i castelli medievali che subirono nei secoli distruzioni e ristrutturazioni. Ricordiamo il Castello di Montalero a Cerrina (Cerradallum–Monf Laurus), quello di Murisengo che conserva la Torre medievale. Tra le rovine Silvio Pellico scrisse la Francesca da Rimini. Il Castello di Montiglio nella cappella conserva affreschi della scuola Giottesca. Il maniero di Gabiano, distrutto nel 400 fu ricostruito e conserva la cappella medievale. Notevole il parco con il labirinto e gli antichi pozzi. Il Castello di Camino costruito nell’XI secolo conserva la torre d’epoca. Diverse parti vennero restaurate secondo i dettami di Viollet Le Duc. Nella cappella un trittico di Macrino d’Alba, artista presente anche nel Santuario di Crea con tre importanti opere che testimoniano come anche in Val Cerrina l’Umanesimo e il Rinascimento abbiano lasciato traccia per merito dei Paleologi. In particolare Guglielmo VIII, grazie al quale Casale divenne Capitale del Marchesato del Monferrato, durante il suo governo tra il 1464 e il 1483. A Crea è notevole la Cappella di Santa Margherita di Antiochia con il ciclo di affreschi (tra i più significativi del Piemonte). Leggibilissimi nonostante mutilazioni, uniscono storia e arte figurativa.

Caratteristici portici del Piemonte antico

La Valle Cerrina è disseminata di chiese ideate da importanti architetti piemontesi, in particolare Magnocavalli e Vittone. A Varengo, in Sant’Eusebio, Magnocavalli si ispirò a Vitruvio e Palladio, accostò eleganze juvarriane a chiaroscuri guariniani in un’unione di classicismo barocco e barocchetto. A Corteranzo, San Luigi, del Vittone, nipote del Plantery (che partecipò al rinnovamento urbanistico di Torino) è del 1770. Singolare la forma a pagoda, la facciata è in cotto e ardite sono le coperture a tre gusci sovrapposti. Sbrigliando la fantasia riprende la Cappella del Vallinotto. A Montiglio la pieve di San Lorenzo, del 1180 in pietra di cantone, è purtroppo rimaneggiata ma rimangono i capitelli autentici. Le figure sono rozze per rendere il senso del peso del peccato, la lotta tra il bene e il male. Compaiono sirene bifide, mostri, serpenti ma anche foglie d’acanto e decorazioni di intrecci. Infine, la città di Moncalvo. Di origine romana, dal 1300 fu sotto i Paleologi i Gonzaga e i Savoia. Molti i palazzi antichi, come il Testafochi del ‘700, Del Pozzo del ‘600, dei Marchesi del Monferrato del ‘400, gotico con decorazioni in cotto. Tra le chiese ricordiamo San Francesco, di cui rimane l’abside del 1200. La facciata è stata rifatta nel ‘900 e all’interno sono visibili dipinti del Moncalvo e della figlia Orsola. Sant’ Antonio conserva ancora elementi barocchi negli stucchi. Interessante la pieve di San Pietro di origine romanica, poi ricostruita. Buona visita alle meraviglie della valle.

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