Panoramica di Italia ’61 in una foto di Paolo Monti

Italia 61 e la vocazione internazionale di Torino oggi come allora

In occasione dei 100 anni dell’Unità d’Italia, Torino ebbe un ruolo fondamentale nelle celebrazioni

Crpiemonte
4 min readDec 15, 2023

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di Alessandro Bruno

(prima parte)

In occasione dei 100 anni dell’Unità d’Italia, Torino ebbe un ruolo fondamentale nelle celebrazioni: era infatti il 6 maggio 1961 quando, il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi inaugurava ufficialmente l’”Esposizione internazionale del lavoro — Torino 1961”. Quella che fu la prima capitale d’Italia divenne, per alcuni mesi, la capitale del mondo attirando la presenza di oltre 6 milioni di turisti provenienti da tutti i continenti. In una Torino in piena espansione e che aveva superato il milione di abitanti, la proiezione verso il futuro sembrava inarrestabile. Si lavorò con dedizione e il risultato fu che le cose da vedere erano molteplici, nuovi palazzi ed avveniristiche architetture, ma anche la monorotaia, l’ovovia (una funivia sul fiume Po), gli autobus rossi a due piani, i battelli per le crociere sul fiume e un enorme luna-park.

Il Palazzo a Vela (Palavela) e la monorotaia in attività nel 1961 in una foto di Paolo Monti

Il 5 aprile 1961, circa due mesi prima dell’inaugurazione, nella Sala Rossa del Palazzo civico della Città di Torino, si svolse la conferenza stampa di presentazione della manifestazione. A rispondere ai giornalisti tra gli altri furono: il presidente della Giunta esecutiva del Comitato Italia 61, Giuseppe Pella, il vice presidente, Achille Marazza, il Sindaco del capoluogo piemontese, Amedeo Peyron, il presidente del Consiglio direttivo di “Torino ‘61” e grande cardiochirurgo Achille Mario Dogliotti, il presidente dell’Esposizione internazionale del lavoro, “l’avvocato” Giovanni Agnelli, e anche il principe dei designer, Battista Pininfarina.

Vennero quindi messe in campo quelle che sembravano le migliori personalità disponibili per organizzare una manifestazione che doveva mostrare al mondo il meglio dell’Italia. Probabilmente fu l’inizio di quello che noi oggi etichettiamo semplicemente come “Made in Italy”.

L’area dell’EXPO con la stazione di arrivo della monorotaia

L’evento tra maggio e ottobre si svolse nella zona sud est del capoluogo torinese che venne riqualificata e rivoluzionata per l’occasione con la costruzione dei nuovi moderni edifici destinati ad ospitare la manifestazione, oltre alla avveniristica monorotaia. Per questo motivo la zona, che adesso è nota come Italia ’61, venne anche definita “La città delle meraviglie”. Da questo appellativo ha anche preso il titolo un recente libro di Mario Abrate che racconta alcune storie sullo sfondo di Italia ’61.

Le celebrazioni del centenario partirono effettivamente il 28 aprile con la inaugurazione di “Flor ‘61”, una esposizione floreale che venne considerata la più grande e importante tra quelle allestite fino a quel momento in Italia e che riscosse grande ammirazione tra gli esperti di tutto il mondo.

Il giardino di Flor ‘61

Per i due mesi di apertura, fu l’eccezionale qualità dei fiori, provenienti dalle zone più diverse dei vari continenti a rendere così apprezzata Flor ’61: dalle piante del Mediterraneo a quelle tropicali, dagli arbusti in fiore alle bulbose, rose, orchidee, fiori di serra, piante da appartamento, varietà nuove di garofani e piante grasse. La mostra, allestita su 45 mila metri quadrati nel Palazzo delle esposizioni e su 140 mila all’esterno, colpi molto positivamente anche una visitatrice di eccezione come la regina Elisabetta II d’Inghilterra.

La regina Elisabetta II d’Inghilterra visita Italia ’61 accompagnata da Gianni Agnelli

Questa fu la prima delle grandi manifestazioni programmate ma, grande successo ebbe anche la “Mostra della moda, stile e costume”. Fu Pininfarina, presidente del Comitato organizzatore, a dirigere i lavori d’allestimento. Bastarono quattro mesi per realizzare l’esposizione nel Palazzo delle mostre del comprensorio di Italia ’61. Il 9 giugno, in rappresentanza del Governo, fu il ministro Giulio Andreotti che venne a tagliare il nastro d’inaugurazione. In 14 mila metri quadrati la mostra fu suddivisa in cinque tematiche principali: Moda, Arti figurative, Arti applicate, Teatro-cinema-balletto, Letteratura. Le aree erano ulteriormente divise in dodici sezioni: Forme pure e dimensioni, Figura, Rosa e nero, Architettura, Parametrica, Compasso d’oro, Il 1999, le Grandi esposizioni, i Gioielli, il Pane, il Turismo, lo Sport, Affissi murali.

A Palazzo Chiablese, dal 16 giugno al 18 settembre, sotto l’alto patrocinio del ministero della Pubblica istruzione, venne allestita la terza grande manifestazione: la “Mostra degli ori e argenti dell’Italia antica”. A presiedere il Comitato promotore, venne chiamato il grande giurista Giuseppe Grosso che si poteva avvalere di una Commissione di allestimento che trovò nelle quattordici sale del palazzo di piazza San Giovanni, l’ambiente ideale per esporre quattordici secoli si oggetti preziosi e raffinati. Un percorso attraverso il meglio dell’artigianalità della Penisola nell’Antichità: dall’arte etrusca, passando attraverso quella della Magna Grecia, a quella romana ed oltre, fino a quella barbarica.

Oltre alle tre principali ci furono diverse mostre collaterali, quali la “Mostra filatelica”, allestita congiuntamente dal Comitato nazionale e dalla Cassa di Risparmio che riscosse grande apprezzamento, come la “Mostra nazionale di pittura”. Sempre in tema di arti figurative ci fu anche una mostra sui “Pittori d’oggi Francia-Italia”. Molto apprezzata anche quelle sul “Mobile artistico piemontese” e sulla “Calzatura e pelletteria”. Vennero anche previste manifestazioni sugli animali come l’Esposizione internazionale canina e l’Esposizione internazionale felina.

Fonti:

http://www.torinoclick.it/; https://www.museotorino.it/; https://www.bookdealer.it/; https://torino.repubblica.it/; https://archivio.quirinale.it/; it.wikipedia.org; https://bct.comune.torino.it/; https://www.libreriauniversitaria.it/; https://www.italia61.org/;

-continua-

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