Sean Connery nelle vesti di Guglielmo da Baskerville

James Bond ma anche Guglielmo da Baskerville

Una delle scene indimenticabili di questo film è quella finale, conSean Connery che si allontana cavalcando

Crpiemonte
3 min readNov 1, 2020

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di Mario Bocchio

È stato il celebre 007, ma anche Guglielmo da Baskerville nel film Il Nome della Rosa. Sean Connery si è spento a 89 anni.

La locandina del film

Uscito nel 1980 per Bompiani, Il nome della rosa è il primo romanzo scritto da Umberto Eco, all’epoca quarantaseienne e molto noto come semiologo. In questo libro che Eco scrive per pura passione, vincendo l’imbarazzo di passare dal ruolo di critico a quello di narratore, convergono i suoi interessi principali: quello per i libri antichi, quello per i gialli, quello per il comico, quello per il Medioevo. Partendo dal topos del manoscritto ritrovato, Il nome della rosa racconta attraverso la voce di Adso da Melk, un novizio benedettino, la storia dell’indagine da lui compiuta al seguito del frate francescano, Gugliemo da Baskerville. L’azione si svolge in sette giorni alla fine del 1327 all’interno di un monastero del Piemonte. Vincitore del premio Strega nel 1981, il libro è stato tradotto in quaranta lingue e ha venduto nel mondo cinquanta milioni di copie; nel 1986 ne è stato tratto un film per la regia di Jean-Jacques Annaud, proprio con Sean Connery, e nel 2019 una miniserie diretta da Giacomo Battiato per Rai Fiction con John Turturro. Matteo Motolese, docente di Linguistica italiana all’università La Sapienza di Roma, ha studiato gli autografi di Umberto Eco per il suo libro Scritto a mano, Otto capolavori della letteratura italiana da Boccaccio a Eco, edito da Garzanti. Qui ci conduce all’interno del romanzo, ricostruendo la sua genesi, la sua attenta pianificazione, il gioco letterario che richiama le figure di Sherlock Holmes e Watson, le critiche ricevute al momento della pubblicazione e l’enorme successo di pubblico in tutto il mondo.

Guglielmo da Baskerville

“Perché leggere Il nome della rosa oggi? Per tre motivi. Primo perché è un libro molto divertente da leggere, pensato per il piacere del lettore e questo in letteratura conta molto. Secondo perché ci trasporta in un tempo diverso dal nostro, il Medioevo, che però ha una serie di affinità con il nostro mondo e ci immerge in quel mondo mettendoci in contatto con esso meglio che attraverso la lettura di un manuale, e terzo perché racconta quanto siano stati importanti nel passato i libri, quegli oggetti che hanno contenuto le idee che gli uomini hanno elaborato nel corso del tempo ma che contengono in sé meglio di qualsiasi altra cosa l’essenza di un tempo”.

Ancora una scena del film

Sean Connery è il francescano Guglielmo da Baskerville che in compagnia del novizio Adso (Christian Slater), farà si che gli siano affidate le indagini relative a misteriosi decessi avvenuti nel monastero direttamente dall’abate, che conosce l’esperienza sul campo del monaco conosciuto come un fine e dotto indagatore. Guglielmo capirà da subito che gli omicidi non hanno alcuna impronta demoniaca e comincerà ad indagare tra i monaci, tutti spaventati e a quanto pare con qualcosa da nascondere, ma due suicidi sospetti e la scoperta di attività eretiche nel convento lo condurranno verso la soluzione del caso.

In nome della rosa, di Umberto Eco

Una delle scene indimenticabili di questo film è quella finale, con Connery che si allontana cavalcando sulla piana, innevata, di Campo Imperatore, in Abruzzo, dove vennero girate le scene.

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