La Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro
Una piaga sociale anche in Piemonte con 577 caduti in Italia nei primi sette mesi del 2024. Il 13 ottobre si celebra la “Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro”
di Alessandro Bruno
Il lavoro è l’attività fonte principale per la sussistenza delle persone ma, talvolta, lavorare può compromettere la salute o, addirittura, può causare la morte del lavoratore.
Un dramma sociale che ha portato il Consiglio dei ministri, su richiesta dell’Amnil, ad istituire, dal 1998, la Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro, che si celebra ogni anno nella seconda domenica del mese di ottobre. L’Amnil - l’Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro - che venne fondata a Roma nel 1933, soppressa di lì a poco dal regime fascista, ma che rinacque definitivamente nel 1943, già dal 1951 celebrava una ricorrenza per focalizzare l’attenzione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. La Giornata nazionale del mutilato fu, quindi, un primo segnale di una situazione fino ad allora poco valutata nonostante la sua gravità. Analizzando le serie storiche dell’Inail (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro), nel 1951, i morti sul lavoro in Italia furono circa 3500. Un dato veramente allarmante ma che aumentò di anno in anno fino al 1963, l’anno peggiore per la sicurezza sul lavoro, con ben 4644 decessi. Da quell’anno in poi la situazione è andata progressivamente migliorando e, nel 2022, su 703 mila infortuni, 1208 hanno avuto esito mortale (3,3 al giorno). Se negli anni ’60 morivano una ventina di lavoratori ogni 100 mila occupati, negli ultimi anni questo dato si è ridotto significativamente a 5/6 su 100 mila. Nel 2023 il calo è proseguito con 1041 morti bianche ma, nonostante la notevole diminuzione, il numero di chi perde la vita sul lavoro è ancora troppo elevato e nel 2024 il dato appare in peggioramento: nei primi sette mesi i morti sono stati 577, il 3,2% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo su oltre 350 mila denunce di infortunio, una quantità in crescita dell’1,7% rispetto allo stesso periodo del 2023. L’incidenza infortunistica passa da 1.635 denunce di infortunio ogni 100mila occupati Istat del 2019 a 1.461 del 2024, con un calo del 10,6%.
In Italia si è, quindi, passati da 14,7 morti su un milione di occupati nel 2023 a 15,4 registrati fino ad ora nel 2024. Da notare che tra il 2021 e il 2022, l’incidenza era diminuita da 19,7 a 14,8, con la complicità dell’emergenza Covid.
In Piemonte lo scorso anno vi sono stati 75 morti mentre, nel 2022, furono 93. Di questi 34 si sono verificati nella Città metropolitana di Torino, 10 nel Cuneese, 8 nell’Alessandrino, 7 nel Novarese, 5 nel Vco come nell’Astigiano, 4 nel Biellese e 2 nel Vercellese. Su 585.356 denunce di infortunio complessivamente in Italia, 42.826 vengono rilevate in Piemonte costituendo il 7,3% del totale.
Anche il Consiglio regionale ha svolto, con la terza Commissione, una indagine conoscitiva “volta ad acquisire dati, notizie, informazioni e documenti per approfondire la tematica connessa al contrasto del fenomeno degli incidenti nei luoghi di lavoro e volta a migliorare la cultura della sicurezza, al fine di prevenire le morti sul lavoro”. Nella a relazione - approvata dall’Assemblea legislativa nella seduta del 4 aprile - si evidenzia la necessità di far fronte alle esigenze di personale degli organi di vigilanza e di mettere in rete i controlli alle imprese. Si sottolinea anche l’importanza di concentrarsi sulla formazione proponendo che, nelle scuole secondarie di secondo grado, ci sia un’ora al mese dedicata alla sicurezza compatibilmente con gli altri moduli formativi.
Nel resto del mondo la situazione non può certamente dirsi migliore, gli ultimi dati presentati dall’Organizzazione internazionale del lavoro e dalla Organizzazione mondiale della sanità indicano in 268 milioni gli incidenti non mortali nei luoghi di lavoro. Ma ogni 15 secondi su 153 lavoratori che subiscono un infortunio vi è un morto.
L’ultima frontiera in tema di sicurezza nel lavoro, secondo le agenzie delle Nazioni Unite, è la correlazione con i cambiamenti climatici. Il rapporto “Garantire la salute e la sicurezza sul lavoro nel contesto dei cambiamenti climatici”, pubblicato ad aprile, evidenzia che i cambiamenti del clima stanno condizionando notevolmente la sicurezza e la salute dei lavoratori. In base agli ultimi dati disponibili (2020) l’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) stima che più di 2,4 miliardi di lavoratori, sul totale complessivo di 3,4, saranno esposti a calore eccessivo in qualche momento del loro lavoro. Vale a dire oltre il 70 per cento della forza lavoro mondiale. Un dato che certifica un notevole aumento rispetto a quello del 2000 quando si parlava di poco più del 65%. Secondo il rapporto, ogni anno si conterebbero 18.970 decessi con una perdita di 2,09 milioni di anni di vita (considerando anche la disabilità) per via di 22,87 milioni di infortuni sul lavoro da attribuire al caldo eccessivo. Lo stress da calore sui luoghi di lavoro causa patologie renali croniche a 26,2 milioni di persone.
Bibliografia:
https://pagellapolitica.it/articoli/numero-morti-lavoro-italia
https://www.ilo.org/it/resource/altro/salute-e-sicurezza-sul-lavoro
https://tg24.sky.it/argomenti/incidenti-sul-lavoro
https://www.lavorofacile.it/news/morti-sul-lavoro--prima-analisi-del-quadriennio-2021-2024
https://quifinanza.it/lavoro/morti-sul-lavoro-italia-2024/848331/
https://www.reteambiente.it/news/51905/salute-e-sicurezza-lavoro-ratifica-per-convenzioni-internazi/
https://it.wikipedia.org/wiki/Testo_unico_sulla_sicurezza_nei_luoghi_di_lavoro
https://it.wikipedia.org/wiki/Associazione_nazionale_fra_lavoratori_mutilati_e_invalidi_del_lavoro
