
La grande storia: il Vallo Alpino in Piemonte (ultima puntata)
Percorsi che si inoltrano tra i segni che la storia ha lasciato sul territorio, dalle fortezze centenarie ai bunker delle Guerre mondiali, per gite che al fascino paesaggistico uniscono quello del viaggio a ritroso nel tempo
di Mario Bocchio
L’elenco dei settori che compongono l’esteso sistema di fortificazioni del Vallo Alpino Occidentale in Piemonte




Le installazioni
Le Opere o Centri di Fuoco, la parte più importante del sistema, potevano essere in caverna, più raramente in calcestruzzo, (in assenza di banchi rocciosi), erano principalmente costituite da due ingressi, una serie di locali logistici (camerate, depositi, gruppi elettrogeni, ventilazione) collegati da gallerie, e da postazioni di tiro, armate solitamente con cannoni di piccolo calibro e mitragliatrici (Fiat Mod. 14/35) — presidiate da 15–20 uomini. Filo spinato proteggeva le Postazioni di Resistenza (P.R.) e proteggevano le opere attigue da eventuali assalti. Le Opere e i P.R. erano generalmente protette dai colpi di grosso calibro e dalle bombe d’aereo da uno spessore notevole di calcestruzzo armato.

Più precisamente, le Batterie in Caverna, analogamente alle Opere, erano ricavate sottoterra, per sottrarle al tiro nemico, avevano uno o più ingressi, e solitamente almeno quattro casematte in caverna per altrettanti cannoni, orientati lungo la direttrice, da 75/27 Mod. 906, locali logistici, infermeria, depositi d’acqua e tutto il necessario per operare. Queste Batterie erano chiamate “Sempre Pronte” (Btr S.P.) in quanto dovevano essere in grado di entrare in azione in brevissimo tempo.
I Ricoveri, adibiti ad ospitare truppe per il contrattacco, erano ricavati in caverna e formati da due ingressi, un camerone e locali di servizio, al riparo e defilati dal fuoco nemico.

Gli Osservatori, solitamente indirizzavano il tiro dell’artiglieria, ed erano posizionati su creste e cime con ottimo campo visivo, realizzati in caverna o in calcestruzzo, con ingresso e locali sotterranei.
Le Caserme, poste vicino alle opere, erano però defilate dal tiro avversario, e ospitavano in modo alternato, per due o tre giorni alla settimana i soldati della G.a.F che tornavano dai locali dell’Opera.
Erano presenti anche Batterie Scoperte, numerose che si differenziavano dalle Btr S.P. “Sempre Pronte” a seconda della loro rapidità di entrare in linea, dividendosi in “Approntamento Accelerato” (Btr A.A.) e “Approntamento Normale” (Btr A.N.).
Bibliografia
Marco Boglione, Le strade dei cannoni. In pace sui percorsi di guerra, Blu Edizioni 2003
Alberto Fenoglio, Il Vallo alpino. Le fortificazioni delle Alpi occidentali durante la Seconda guerra mondiale, Edizioni Susalibri 1992
Diego Vaschetto, Strade e sentieri del Vallo alpino, Edizioni del Capricorno, 2003
D. Bagnaschino — P.G. Corino, Alta Roja fortificata, Melli, Borgone di Susa 2001
Enrica Costa Bona, Dalla guerra alla pace. Italia-Francia 1940–1947, Ed. Franco Angeli 1995
Pier Giorgio Corino, La batteria dello Chaberton e la piazza militare di Cesana, Edizioni Morea 2006
Massimo Ascoli e Flavio Russo, La difesa dell’arco alpino (1862–1940), Stato maggiore dell’Esercito, Ufficio storico 1999
www.valloalpino.altervista.org.
www.vallooccidentale.altervista.org
www.stradecannoni.altervista.org
Davide e Renato Scagliola, Osteria d’Oriente, Edizioni Gribaudo 2013
www.ubaye.com/saint-ours-haut.html
http://www.maginot60.com/photos/po-de-saint-ours-haut-et-bas
(fine)