L’alba sul Monviso da Ostana

La rinascita di Ostana

Un progetto di recupero urbanistico e culturale ha rianimato il borgo che guarda al Monviso

Crpiemonte
4 min readOct 13, 2022

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di Pino Riconosciuto

Si potrebbe parlare di un caso di scuola; un caso da studiare per imparare a ridare vita a un borgo montano, - uno dei tantissimi che le montagne piemontesi propongono - che con l’industrializzazione e lo spopolamento della montagna era ormai agonizzante.

Il riferimento è a Ostana, un Comune italiano di 88 residenti nel 2021, posto nel Cuneese a 1282 metri di altitudine. Siamo in piena Valle Po, sui pendii esposti a sud, con una splendida vista sull’intero gruppo del Monviso, in particolare sulle pareti nord ed est. Uno spettacolo affascinante che certo ha avuto peso nella valorizzazione del paese.

La bellezza di Ostana

Ostana - il nome fa riferimento al mese di agosto, la zona un tempo era destinata al pascolo estivo - cento anni fa contava quasi 1200 abitanti. Alla fine del secolo scorso ad abitarci si erano ridotti a una decina di persone. Numeri che raccontano la storia di uno spopolamento feroce, di uomini e donne che abbandonavano case terreni alla ricerca di un futuro più prospero.

Poi in quegli anni la decisione del rilancio. Una scelta del sindaco e dei pochi residenti che hanno però avuto visione e progettualità. Centrale il coinvolgimento del Politecnico di Torino e la volontà di impedire nuove costruzioni, limitandosi al recupero fedele di quelle esistenti, rispettando materiali e stili urbanistici del luogo. Una scelta che insieme alla capacità di trovare finanziamenti e comunicare la rinascita ha trasformato Ostana in un gioiello, iscritto all’albo Anci dei borghi più belli d’Italia, e ha richiamato le antiche famiglie emigrate verso la pianura. Ora ad Ostana vivono stabilmente un centinaio di persone.

Le tipiche e tradizionali costruzioni di Ostana

Il progetto di rinascita comprendeva anche i collegamenti tra le diverse borgate, adesso tutte unite da strade comodamente percorribili e ben segnalate, e il recupero delle locali tradizioni occitane; elementi che hanno rinsaldato i legami nella piccola comunità locale e hanno attratto in occasione di feste e riti antichi frotte di turisti. Ma il rilancio non si è fermato qui. Ora nel borgo hanno trovato spazio un polo culturale, un’area dedicata ai turisti, un centro benessere.

Naturalmente a farla da padrona è la montagna, lo spettacolo e le occasioni che offre. D’inverno via libera a scialpinismo e ciaspole, sul crinale di Cima Ostanetta fino a 2300 metri d’altezza. In estate invece ci sono numerosi itinerari escursionistici, anche tra le diverse borgate, oltre al tracciato di “Orizzonte Monviso”, una cinquantina di chilometri di sentieri che uniscono tutti i comuni dell’Alta Valle Po. Non manca una palestra di roccia per gli amatori e una falesia per i più esperti, al Rocciarè.

E poi lo scenario mozzafiato del Monviso, che da solo vale la gita.

Per chi ama le tradizioni c’è poi il civico museo etnografico, a Palazzo Comunale, aperto d’estate, in cui sono ricostruiti gli ambienti di una volta, con la stalla e gli attrezzi tipici della vita di montagna. Nella frazione Miribrart c’è invece l’Ecomuseo dell’architettura e del paesaggio alpino, che unisce il passato con la progettazione contemporanea.

Di grande interesse sono poi gli incontri festosi. I più importanti sono la Festa del Pane, in agosto. Nella frazione di La Ruà si accende il vecchio forno a legna e si cuoce il pane per tutti. Un gesto antico che cementa legami e affetti.

Il Premio Ostana “Scritture in lingua madre”

A fine dicembre c’è la caccia alla Masca, preceduta dal rituale farò, il fuoco propiziatorio che dà il via ai canti e ai balli. La caccia alla strega fa riscoprire l’aspetto magico della cultura occitana, ed è anche per questo di grande suggestione.

Anche la lingua occitana ha il suo peso in un evento, il Premio Ostana “Scritture in lingua madre”, che si svolge a giugno e che dal 2008 si rivolge agli autori delle minoranze linguistiche. Un premio importante, un riconoscimento prestigioso per chi si impegna a valorizzare le lingue delle minoranze e che mantiene, in onore della storia locale, uno specifico riconoscimento a un autore in lingua d’oc.

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