La superatleta piemontese
La storia di Amelia Piccinini, che vinse la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Londra nel 1948
Nel 2015, l’anno di Torino Capitale Europea dello Sport, si susseguirono diverse iniziative nel capoluogo subalpino dedicate non solo allo sport praticato ma anche allo sport come cultura. Di queste ultime ricordiamo la cerimonia nel corso della quale è stato intitolato ad Amelia Piccinini il piazzale di via Giulio antistante gli uffici del Comune di Torino e la Sala Matrimoni.
Amelia Piccini, nasce ad Alessandria nel 1917. Nel 1946 ha preso parte ai Campionati europei di atletica leggera ad Oslo dove conquistò il bronzo nel getto del peso e si classificò quarta nel salto in lungo.
Nel 1948 vestì la maglia azzurra alle Olimpiadi di Londra dove vinse l’argento nel getto del peso. Fu quindi una grande atleta in un periodo storico in cui per la società non aveva ancora riconosciuto alle donne il ruolo di sportive a tutti gli effetti, con le relative difficoltà che questo comportava.
Nella sua carriera vanta 20 titoli italiani individuali in tre diverse specialità (getto del peso, salto in lungo, pentathlon). Fu inoltre detentrice del record italiano di getto del peso con 13,39m e di pentathlon (peso, lungo, 100m, alto, giavellotto) con 3646 punti dal 1946 al 1949. Il suo primo record italiano risale però al 1929 con la misura di 11,77m nel getto del peso; da allora fino al 1949 lo migliorò per ben 14 volte.
All’inizio la Piccinini era una delle componenti la squadra femminile di calcio della Serenissima di Alessandria. La chiusura del club, come conseguenza dell’ostracismo del regime fascista alla pratica del calcio femminile, la spinse all’atletica leggera.
Fu atleta portacolori della Venchi Unica e mori a Torino il 3 aprile 1979.