La cripta

Le abbazie femminili piemontesi tra storia e “gossip”

Meno note delle fondazioni maschili, le abbazie femminili diffuse in Piemonte ebbero al tempo grande potere e ricchezze grazie a lasciti e donazioni

Crpiemonte
2 min readMay 31, 2021

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di Cristiano Bussola

Rimane ben poco delle costruzioni in quanto, dopo il Concilio di Trento, furono soppresse sia per motivi politico-religiosi sia per il comportamento inappropriato di alcune monache. Le giovani donne di famiglie aristocratiche che qui confluivano — si dice a metà tra storia e gossip d’epoca — non osservassero le regole di clausura e conducessero una vita dissoluta.

Resta poco della medioevale ricca Abbazia di San Pietro di Lenta, le cui suore furono trasferite nel 1573 a Vercelli, tranne la piccola cripta rimaneggiata nel XVIII secolo. Resti più importanti dell’Abbazia di Sant’Anastasio di Asti, già esistente nel 792, sono costituiti dalla magnifica cripta Longobarda che presenta anche colonne di spoglio romane. Qui le monache benedettine possedevano enormi ricchezze e la badessa aveva il potere di nominare i parroci, portando, come vescovi, l’anello, la croce e il bastone pastorale.

Molto potente, tra le poche fondazioni femminili cistercensi, fu l’Abbazia di Pogliola di Mondovì del 1176 in cui le monache, seguaci delle regole di san Benedetto, destinavano le ricchezze alla costruzione di un solido patrimonio fondiario sino ad arrivare a 3.000 giornate di terreno nella sola Mondovì. Non pare spendessero per opere d’arte poiché i cistercensi erano contrari all’uso di risorse per sculture, dipinti e addobbi. Da quando le monache furono trasferite nel 1592 a Mondovì iniziò il deperimento dell’abbazia ora deposito agricolo; rimangono solo alcune belle colonne in mattoni con capitelli tardo gotici.

Santa Maria di Caramagna del 1028, voluta dal marchese d’Ivrea e Torino Olderico Manfredo, fu soppressa nel 1144 dall’antipapa Felice V che fece insediare dapprima i frati benedettini, ai quali poi subentrarono i gerolamini anch’essi scomunicati per comportamento non conforme alle regole. L’abbazia subì nel tempo molte modifiche perdendo il primitivo aspetto romanico a favore di forme eclettiche neo classiche e ottocentesche: rimane fortunatamente la bella abside tardo gotica.

Completamente scomparso il Monastero di Roffredo del 1219 di cui restano poche tracce della facciata della chiesa in pietra e mattoni e una parvenza del rosone. In compenso possiamo consultare tanti documenti che ne attestano il potere grazie alle donazioni delle famiglie potenti che per fare ammettere le figlie offrivano una dote ricchissima di gioielli, abiti, biancheria.

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