L’eroe che salvò Torino
Il primo letterato a citare Pietro Micca fu l’inglese Edward Gibbon, che visitò la Cittadella di Torino nel 1764
di Mario Bocchio
Pietro Micca nacque a Sagliano il 6 Marzo del 1677, figlio di Giacomo e Anna Martinazzo crebbe in una famiglia modesta, il 29 Ottobre del 1704 si sposò con Maria Caterina Bonino dalla quale ebbe un figlio, Giacomo Antonio. Perso il lavoro da muratore Pietro Micca si arruolò nell’esercito del Ducato di Savoia impegnato nella Guerra di Successione Spagnola, inquadrato nella compagnia minatori nella notte tra il 29 e il 30 Agosto del 1706 si ritrovò a difendere la città di Torino dall’assedio francese.
Micca e un suo commilitone impegnati nel servizio di guardia a uno degli accessi della Cittadella fortificata, notarono l’ingresso delle truppe nemiche in una delle gallerie che conducevano all’interno della fortificazione, per impedire ai francesi di avanzare ulteriormente decisero di far crollare la galleria con della polvere da sparo.
L’umidità degli ambienti e lo scarso tempo a disposizione costrinsero Pietro Micca a usare una miccia corta per avviare l’esplosione, consapevole del rischio allontanò il compagno con la frase: “ Alzati, che sei più lungo di una giornata senza pane ”. Senza esitare innescò la miccia e fuggì rapidamente ma il barilotto di polvere da sparo scoppiò quasi subito e Micca rimase travolto dall’esplosione.
Il corpo di Pietro Micca venne scaraventato a metri di distanza, morì così, compiendo il suo dovere durante l’Assedio di Torino il 30 Agosto del 1706. Il suo gesto rimase ignoto e i suoi resti vennero sepolti in una tomba comune, il 26 Febbraio del 1707 la vedova di Micca inviò una supplica al Duca Vittorio Amedeo II chiedendo che fosse riconosciuto il sacrificio compiuto dal marito. Il Duca venuto a conoscenza dei fatti concesse alla vedova un vitalizio. Nel 1781 il conte Durando di Villa esaltò la figura di Pietro Micca nel suo “elogio” ma la consacrazione ufficiale avvenne nel 1828 con l’esposizione del primo quadro rappresentante Pietro Micca, opera di Stefano Chiantore ritrattista ufficiale del Regno. Alla sua memoria il Comune di Torino ha intitolato nel 1897 una via, la quale collega la vicina piazza Solferino alla centralissima piazza Castello.
L’ubicazione della scala in cui Micca perse la vita è venuta alla luce soltanto nel 1958 grazie alle ricerche accurate del generale Guido Amoretti, appassionato archeologo e studioso di storia. A Sagliano la sua città d’origine esiste ancora la casa nativa che venne visitata da diversi personaggi illustri tra i quali: Garibaldi nel 1859, il Re Umberto I nel 1880 e la Regina Margherita di Savoia nel 1906.