Lo sport paralimpico
I primi Giochi paralimpici si svolsero in Italia, a Roma nel 1960, con la partecipazione di 400 atleti provenienti da 23 nazioni
di Alessandro Bruno
Le Paralimpiadi in Giappone ci hanno regalato molte soddisfazioni come accaduto, a cavallo tra luglio e agosto, con i Giochi Olimpici di Tokyo. Anche il Piemonte ha contribuito ai successi azzurri e non a caso, essendo un territorio dove lo sport paralimpico ha trovato molti interpreti di eccezione. La nascita dello sport per i disabili risale al primo dopoguerra, per merito di Ludwig Guttman, un neurologo inglese che nel 1948 comprese che l’attività sportiva poteva essere un ottimo strumento di riabilitazione per i reduci dal fronte.
I primi Giochi paralimpici si svolsero in Italia, a Roma nel 1960, con la partecipazione di 400 atleti provenienti da 23 nazioni. Nel nostro paese, parallelamente e paritariamente al Coni è il Cip (Comitato italiano paralimpico) — fondato nel 2005 ed erede delle precedenti esperienze associative –che si occupa di coordinare le attività sportive per persone con disabilità, anche attraverso le federazioni sportive del Coni che hanno anche settori paralimpici.
Attualmente il Cip riconosce 21 federazioni sportive paralimpiche, 13 discipline sportive paralimpiche, 12 enti di promozione sportiva e 5 associazioni benemerite. In questo modo il Comitato organizza l’attività agonistica nazionale ed internazionale.
Il fatto che il Piemonte sia all’avanguardia, nel panorama nazionale dello sport paralimpico, si deve all’impegno ed alla passione di Paola Magliola che dagli anni ’80, fino alla morte nel settembre 2019, ha lavorato incessantemente per promuovere il movimento nella nostra regione. Sono più di 20 le discipline sportive che ormai possono essere praticate dalle persone con disabilità.
Certamente un ruolo centrale alla diffusione in Piemonte dello sport declinato nel mondo delle disabilità deriva dallo svolgimento delle Paralimpiadi invernali di Torino 2006. Un evento nel quale tra le tante persone entusiaste merita ricordare l’apporto importantissimo dato da Tiziana Nasi, ancora oggi presidente della Federazione italiana sport invernali paralimpici. Altra menzione spetta la grande dedizione di Silvia Bruno, riconfermata per il terzo mandato consecutivo presidente del Comitato Paralimpico Piemonte.