Albert Camus

Lourmarin, il rifugio in Provenza di Camus e Bosco

Il parco del Luberon è uno degli angoli più affascinanti della Provenza, dove la varietà di paesaggi, colori e sensazioni riempie lo sguardo

Crpiemonte
4 min readApr 10, 2020

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di Marco Travaglini

Dai pendii scoscesi sui quali sorgono i villages perchés, i villaggi arroccati, fino alle terre dalle tonalità delle foglie d’autunno, ai campi di lavanda e agli uliveti è tutto un elogio alla natura e al lavoro dell’uomo. Roussillon, borgo dalle sfumature rossastre e ocra della terra; Gordes, arroccata con le sue case bianche su uno sperone roccioso; l’abbazia cistercense di Senanque, immersa tra i campi di lavanda,tra i più affascinanti esempi di architettura monastica.

Una veduta di Lourmarin

E, più in basso, la discrezione e la riservatezza di Loumarin che , a differenza dei villaggi della zona, è adagiata ai piedi della Combe de Lourmarin. Nel cimitero di questa località, considerata tra le più belle di Francia, sono sepolti Albert Camus e Henri Bosco. Il piccolo camposanto è circondato da vecchie mura. Attorno, campi di lavanda.

Henri Bosco al lavoro

Le lapidi sulle tombe riportano moltissimi cognomi di origine italiana che tradiscono origini piemontesi e liguri. La tomba di Camus è essenziale, come la sua prosa. Una semplice pietra grigia con scritto, in stampatello,“Albert Camus 1913–1960”.

Un primo piano di Camus

Attorno qualche brandello di arbusti sempreverdi,un oleandro lasciato crescere a dismisura, qualche fiore rinsecchito, delle matite e un mazzetto di lavanda. Al suo fianco riposa la moglie, Francine Faure. Una sua frase, “Io mi ribello, dunque esisto”, riassume in estrema sintesi la sua personalità. Romanziere,saggista, drammaturgo,giornalista e resistente, Albert Camus rappresentò forse più di altri l’immagine dell’intellettuale francese del dopoguerra.

Un primo piano di Henri Bosco

Decisamente impegnato nelle lotte e nei dibattiti del suo tempo, con opere lucide e sincere e una prosa asciutta e priva di artifici, è stato uno dei protagonisti della letteratura del XX secolo. Umanista più che esistenzialista, scrisse libri importanti come “Lo straniero”, “Il mito di Sisifo”, “La caduta”, “La peste”. Quest’ultimo libro, pubblicato nel 1947, è tornato di grande attualità tra i lettori in questo tempo sospeso legato all’emergenza imposta dal coronavirus.

La Peste, di Albert Camus

Ne “La peste” si narra di una pestilenza che colpisce Orano, in Algeria, e di un medico, il dottor Rieux, che lotta per salvare i malati e difendere la dignità umana dal flagello. A Camus venne assegnato il premio Nobel per la letteratura nel 1957. A soli quarantatre anni fu il più giovane letterato mai insignito a Stoccolma. Oltre alla letteratura e al giornalismo nutrì una grande passione per il teatro che lo vide anche attore e regista. Il 4 gennaio 1960, mentre rientrava in auto a Parigi con Gallimard, il suo editore, fu vittima di un incidente nei pressi di Villeblevin, nell’Yonne. L’automobile andò a sbattere contro un albero e Camus perse la vita nell’incidente. Il mondo, non solo la Francia, perse una voce forte e libera. Nel cimitero, a pochi passi dalla sua ultima dimora è sepolto anche Henri Bosco, scrittore molto amato in Francia e troppo poco conosciuto in Italia, nonostante le origini piemontesi della sua famiglia paterna, imparentata con il fondatore dei salesiani, l’astigiano don Giovanni Bosco. Autore di una quarantina di opere che gli valsero, nel 1968, il Grand Prix de littérature de l’Académie française, Bosco aveva trovato a Lourmarin il suo buen retiro dal 1947, in una casa di campagna nascosta tra le colline.

La lapide sulla tomba di Camus

Già dal ’41, Bosco era impegnato nella Fondazione Robert Laurent Vibert, che ha sede nel castello di Lourmarin, sostenendone le attività intellettuali, letterarie e artistiche. Quando morì a Nizza, il 4 maggio 1976, all’età di 87 anni, venne sepolto a Lourmarin. Accanto a lui riposa la moglie Madeleine, scomparsa nel 1985. Oggi, nell’epoca della simultaneità e dei social media, nonostante si vivano giorni in cui il tempo per leggere non manca di certo, dubito che la maggioranza delle persone scelga di immergersi tra le pagine di un libro. Eppure farebbe del bene a tanti conoscere o riscoprire autori come questi. Vale forse la pena riflettere su uno dei moniti di Camus e farne tesoro: “il male che c’è nel mondo viene quasi sempre dall’ignoranza, e le buone intenzioni possono fare altrettanto danno della cattiveria se mancano di comprensione”.

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