
Microprovincia, l’avamposto poetico sul lago Maggiore
Usando la penna come un timone, il poeta Franco Esposito continua a navigare controcorrente sul lago Maggiore
di Marco Travaglini
Il suo è un veleggiare fatto di storie e metafore della vita. Quella scelta da Esposito è una rotta del tutto originale, pensata per fare cultura da quello che lui stesso definisce “un piccolo avamposto di provincia”. “Ho scoperto — confidava tempo fa in una intervista — che anche in provincia si possono preparare progetti culturali importanti, e camminare a testa alta, se si continua a garantire, nella scrittura, l’impegno etico”.

Nato nelle colonie albanesi della Calabria, il poeta vive e lavora sulla sponda piemontese del Lago Maggiore da una vita. In versi ha pubblicato la raccolte Un sogno di carta (1981), Il vento sul muro (1992) , Omero Cieco (2002) con testimonianza di Oreste Macrì e presentazione di Carlo della Corte, Frontiera di lago (2007).

In campo narrativo ha al suo attivo il volume Con la faccia al sole (1984) e per la saggistica Il lago dei sogni. Lettera a Clemente Rebora (1996). A Stresa lo si può facilmente incontrare nel suo “ufficio” al Gigi Bar , storico locale sul lungolago della “perla del lago Maggiore” che conserva tutt’ora quell’atmosfera d’altri tempi che l’ha reso un famoso ritrovo di artisti, scrittori e bon vivant.

Esposito, dal suo solito tavolino, tramanda così un’abitudine cara agli “écrivain du lac” (anche Piero Chiara, aveva il suo “posto fisso” al Caffè Clerici di Luino) dedicandosi coerentemente alla sua “missione”: produrre e promuovere cultura in forma di poesie, racconti, elzeviri. Basta sfogliare la sua più importante creatura per rendersene conto: la rivista Microprovincia. Nata su quattro fogli, nell’autunno del 1979, con una veste grafica assolutamente sobria,trasformatasi successivamente in rivista, è oggi una delle più prestigiose e longeve pubblicazioni della cultura e della poesia italiana. Dopo essere stata stampata dalle Edizioni Rosminiane Sodalitas viene ora pubblicata dalla casa editrice novarese Interlinea.

L’uscita annuale di Microprovincia, con le sue monografie e raccolte, è ormai un appuntamento atteso da tanti amanti delle buone letture. La rivista si è occupata negli ultimi numeri di Enrico Emanuelli, Mario Soldati, Sebastiano Vassalli, Vincenzo Consolo, dopo aver dedicato interi volumi anche a Clemente Rebora, Piero Chiara, Antonio Rosmini, Sandro Sinigaglia, Gianfranco Contini e tanti altri.

La “bussola” di questa navigazione letteraria ha sempre puntato in direzione di una particolare attenzione ai legami con gli scrittori del Piemonte Orientale e delle terre dei laghi Maggiore e d’Orta. Nel tempo, i collaboratori della rivista sono stati tanti e importanti come Carlo Bo e Giorgio Barberi Squarotti, Corrado Stajano e Ugo La Malfa, Carlo Carena e Roberto Cicala. Non sappiamo quante persone siano a conoscenza degli sforzi che occorrono per garantire, di volta in volta, l’uscita di questa preziosa pubblicazione che raccoglie i contributi delle più prestigiose firme della letteratura e poesia italiana. Ma possiamo assicurare che l’impresa sarebbe ben ardua se Franco Esposito non fosse animato da una sconfinata passione e da una altrattanto grande pazienza e caparbietà. Le stesse doti che, a metà degli anni ’70, lo indussero — in coppia con Gianfranco Lazzaro e in compagnia di Mario Bonfantini, Piero Chiara e Mario Soldati — a fondare il “Premio Stresa” di narrativa, giunto quest’anno alla sua 42° edizione.


Un appuntamento tra i più rilevanti del panorama editoriale italiano, con una giuria di critici attualmente composta da Piero Bianucci, Maurizio Cucchi, Emmanuelle de Villepin, Orlando Perera e Marco Santagata. Un premio, lo Stresa, che si è subito distinto per il particolare dinamismo e l’attenzione al “regionalismo” cui si ispirava tanta letteratura lombardo-piemontese del ’900.