La rievocazione della Battaglia dell’Assietta

“Nojautri ì bogiomanendasi”

Lo scrittore Antonio Scurati rievoca la battaglia dell’Assietta in un volume della collana “I tascabili di Palazzo Lascaris”

Crpiemonte
5 min readAug 31, 2021

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di Carlo Tagliani

“Un pianoro desolato, un fosso, un massacro, un ordine impartito e rifiutato”. Sono questi per lo scrittore Antonio Scurati, docente, ricercatore universitario ed editorialista de Il Corriere della Sera, i quattro elementi che “collocano la battaglia dell’Assietta sul crinale storico che divise il vecchio mondo da quello nuovo portato sulle punte delle baionette delle imminenti rivoluzioni”. Il saggio dello scrittore napoletano apre il volume della collana I tascabili di Palazzo Lascaris dedicato alla ricostruzione della storica battaglia, combattuta e vinta dagli alleati austro-piemontesi contro i franco-spagnoli nel 1747 a 2.500 metri di altezza in difesa del crinale che fa da spartiacque tra la valle della Dora Riparia e quella del Chisone.

La messa in occasione dell’annuale rievocazione del fatto d’arme

Prevedendo che i francesi vi sarebbero transitati, come era già avvenuto per la campagna del 1745, Carlo Emanuele III ordina di trincerarlo e di presidiarlo con 13 battaglioni di fanteria. Il corpo destinato all’Assiettaè composto da truppe sabaude e austriache al comando del tenentegeneraleGiovanni Battista Cacherano di Bricherasio. I trinceramenti vengono costruiti in modo tale da permettere una difesa a 360 gradi. Il punto chiave dell’intero perimetro difensivo viene però dato dalla vetta del Gran Serin, sulla quale sono schierati i tre migliori battaglioni a disposizione del generale piemontese: il 2° battaglione e il 3° battaglione Reggimento svizzero Kalbermatten e il 3° battaglione Reggimento svizzero Roy. I solidi battaglioni imperiali, 4 battaglioni dei Reggimenti Forgatsch, Traun, Hagenbach e Colloredo, vengono schierati a diretta difesa del colle dell’Assietta. In appoggio all’esercito piemontese intervengono anche gruppi organizzati di combattenti valdesi, abituati a compiere con successo atti di guerriglia nelle valli che conoscono molto bene: il loro compito, come sempre in questi casi, è tenere impegnato il maggior numero di soldati francesi, sottraendoli così alla disponibilità in battaglia aperta. Le spie francesi avvertono però i marescialli che il nemico si sta fortificando sull’Assietta, e pertanto viene deciso di attaccare subito, per stroncare quelle forze armate che avrebbero potuto intralciare un eventuale assedio al forte di Exilles. I francesi sono forti di 32 battaglioni, contro i 13 austro-sardi, dei quali dieci impegnati effettivamente in combattimento. La colonna di destra, al comando del maresciallo Villemur, con 14 battaglioni deve attaccare il GrandSerin e prosegue la marcia per portarsi a distanza d’assalto; la colonna di sinistra del generale Mailly, forte di 9 battaglioni, deve attaccare i trinceramenti di Riobacon e del pianoro del colle; quella centrale, agli ordini del maresciallo d’Arnault, con 8 battaglioni su due sottocolonne, deve attaccare la ridotta della Testa dell’Assietta.

In ricordo della battaglia

Verso le 16,30 il comandante francese Belle-Isle, sicuro della vittoria, dà l’ordine d’attacco che inizia con grande vigore in ogni settore. La tattica impiegata dai francesi si dimostra del tutto fallimentare. Le colonne d’assalto, impossibilitate a sviluppare tutta la loro potenza di fuoco, sono decimate dal tiro dei difensori. La ridotta della Testa dell’Assietta, una tenaglia collegata con le retrostanti posizioni, è continuamente rifornita alla gola e si dimostra subito un ostacolo troppo difficile per poter essere superato. A peggiorare la situazione gli ufficiali francesi, posti alla testa della colonna per guidare l’assalto, vengono decimati dal fuoco dei difensori. Belle-Isle, visto che i suoi soldati non riescono a infrangere la resistenza delle truppe sabaude, strappa la bandiera dalle mani di un proprio alfiere e si lancia all’ennesimo assalto, sperando con questo esempio di trascinare i suoi: quest’impresa, però, gli è fatale. Viene infatti ferito con un colpo di baionetta da un soldato piemontese e subito dopo ucciso dalla pallottola di un tiratore piemontese. Lo stesso avviene per la colonna diMailly, falcidiata dal tiro dei difensori senza possibilità di sviluppare un fuoco di ritorsione efficace per aprirsi un varco nelle difese. Solo al Gran SerinVillemurè in grado, grazie alla sommità più ampia della montagna, di far aprire i propri battaglioni per sviluppare il proprio fuoco. Tuttavia deve combattere contro alcune delle migliori truppe sabaude disponibili sul campo di battaglia protette da fortificazioni campali. Ciò nonostante il generale Bricherasio interpreta la situazione come un pericolo imminente e decide di rinforzare la posizione del Gran Serin.

Testa dell’Assietta

Tutti i battaglioni della riserva vengono inviati di rinforzo ai battaglioni svizzeri impegnati in battaglia. Chiede quindi al conte di San Sebastiano, che comanda la ridotta più avanzata alla Testa dell’Assietta, di lasciare la sua postazione e di ritirarsi con i suoi soldati verso il Gran Serin. Secondo la leggenda, il conte non obbedisce all’ordine e resiste con i suoi eroicamente sul pianoro, decretando la vittoria. Dopo cinque ore di battaglia, tutti gli attacchi francesi vengono respinti e agli attaccanti non resta che ritirarsi sconfitti. La frase con cui esprime il suo rifiuto è all’origine del soprannome “Bôgianen” attribuito inizialmente ai soldati sabaudi e poi all’intero popolo piemontese. Il 22 luglio un proclama del re Carlo Emanuele III di Savoia invita i sudditi a ringraziare Dio per aver consentito ai soldati piemontesi di respingere: “Li nemici che in numero molto superiore erano venuti ad attaccare con gran impeto li nostri trinceramenti del colle della Sieta al di sopra d’Exilles con li avere li medesimi persi sei stendardi, lo stesso generale che li comandava, molti ufficiali di primo grado e da cinque o seimila uomini tra morti e feriti e prigionieri”.

Il saggio di Antonio Scurati e la cronologia degli eventi legati alla battaglia dell’Assiettaè consultabile e scaricabile sulla nostra pagina Internet

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