Mondiali di Novara 1984: Italia - Usa 5–3. La quinta partita di quel formidabile mondiale, la quinta vittoria consecutiva degli Azzurri ha un solo protagonista assoluto, Enrico Bernardini, autore di tutte le reti dell’Italia

Novara e i mondiali di hockey su rotelle

Fu il coronamento della grande tradizione della società azzurra, nata nel 1924, e ricca di tanti scudetti

Crpiemonte
6 min readMar 29, 2021

--

di Mario Bocchio

Alcuni elementi consentirono a Novara di ricevere l’alto onore (e onere) di organizzare i campionati mondiali di hockey su pista, o a rotelle, come piace a voi. Primo fra tutti, la grande tradizione della società azzurra, nata nel 1924, e ricca di tanti scudetti (ad oggi sono ben 32, record italiano assoluto per squadre di club in tutti gli sport). Poi, l’impianto del Palazzetto dello Sport costruito nel 1969 e luogo per lo svolgimento di molte manifestazioni prestigiose. Infine, perché in quegli anni Novara vantava in Gianni Mariggi il presidente della Federazione Italiana Hockey Pista, e anche vicepresidente mondiale. Insomma, il tutto, oltre alla genuina passione dei novaresi per questo sport minore, contribuì a far sì che Novara vivesse un paio di settimane sportive di altissimo livello. In quell’occasione, fu anche edito a cura della Federazione, un prezioso volume “Hockey su pista in Italia e nel mondo” scritto da Gianfranco Capra e Mario Scendrate. Considerato allora la “bibbia” dell’hockey.

La pista di viale Buonarroti nel 1937, luogo di grandi imprese

L’Hockey Novara, in quel 1984, festeggiava anche i suoi 60 anni di attività con diverse manifestazioni. A quel mondiale, che si disputò dal 14 al 22 settembre 1984, presero parte dieci squadre con in testa i campioni in carica del Portogallo, poi i loro tradizionali rivali della Spagna, la fortissima Argentina, Italia, Stati Uniti, Cile, Olanda, Svizzera, Brasile, Germania. L’Italia, con un solo titolo all’attivo (quello del lontano 1953 a Ginevra con Panagini), punta al bis, giocando in casa… Mentre i favori del pronostico sembrano divisi fra il Portogallo e l’Argentina. Fu un’organizzazione veramente pregevole quella realizzata dai novaresi, con Mariggi, Morosini, Radice, il sindaco Riviera (anche presidente dell’Hockey Novara), Ubezio, Montipò, Stipari, Rizzotti, Borsotti, Antonio Giulio, Barisonzo, Capra, con l’assistenza determinante del coreografo Aldo Beldì che realizzò una splendida scenografia, sia nella serata inaugurale che soprattutto in quella finale. Alla presentazione ufficiale del 14 settembre erano presenti autorità di livello mondiale, con in testa il panathleta presidente del CIO lo spagnolo Juan Antonio Samaranch, il presidente della Federazione Internazionale di Hockey e Pattinaggio l’americano Budd Van Roekel, il presidente del CONI Franco Carraro, naturalmente il presidente della Federazione Italiana Hockey, il novarese Gianni Mariggi, oltre alle autorità politiche, amministrative e militari. Da segnalare che la massima autorità mondiale, cioè lo spagnolo Samaranch, era stato accolto calorosamente dai vecchi giocatori dell’Hockey Novara, perché negli anni 1945-‘50 fu il portiere dell’Espanol di Barcellona, primaria squadra di hockey catalana. Insomma, una grande festa. Giornate intensissime, di grande impegno e dedizione con il pubblico che affollò puntualmente le scalee del Palazzetto dello Sport, presentato a festa. L’unica pecca di quella indimenticabile manifestazione furono alcune discutibili direzioni arbitrali che, forse, tolsero all’Italia il titolo mondiale.

1925, la prima squadra in assoluto dell’Hockey Novara, vincitrice di sei campionati

Gli appassionati poterono ammirare sul parquet campioni come Vitor-Hugo, Ramalhete, Leste, Nunes del Portogallo (allenatore Livramento); Zabalia, Pauls, Vila-Puig della Spagna; i fratelli Martinazzo, Aguero, Coria, Rubio e Luz dell’Argentina; il cileno Rodriguez; il portiere elvetico Piemontesi; il possente americano Trussel, che vincerà poi la classifica dei cannonieri. La nostra Italia puntava tutte le sue carte su un gruppo di giocatori molto selezionato dall’allenatore pugliese Massari. I portieri erano il monzese Citterio e il veneto Parasuco.

L’Hockey Novara protagonista dello scudetto del 1969, il numero 13

Poi i difensori Barsi del Monza e Colamaria del Novara. Giocatori considerati “jolly” il veneto Girardelli dell’Amatori Vercelli e il veneto Stefano Dal Lago dell’Hockey Novara. Infine, l’attacco contava su Massimo Mariotti del Novara, Enrico Bernardini della Reggiana, Aldo Belli del Lodi, Dieci giocatori assolutamente collaudati. Mancava purtroppo il fuoriclasse pugliese Marzella, infortunatosi col Monza nelle fasi finali del campionato e ancora convalescente. L’Hockey Novara era ben rappresentato dai suoi migliori elementi Dal Lago, Colamaria e Massimo Mariotti. Tante partite emozionanti In quelle nove sere al Palazzetto ci furono alcune partite veramente bellissime ed emozionanti, con le solite inevitabili sorprese. Deluse la Spagna di Roca, che non riuscì a superare nessuna delle “grandi”. La classifica cominciò già a delinerasi dopo le prime cinque giornate racchiudendo il favore del pronostico finale a tre squadre: Argentina, Italia e Portogallo. tagliata fuori una spenta Spagna, le altre lottavano per evitare la retrocessione nel mondiale “B”.

La bellissima locandina che annunciava i campionati mondiali disputati a Novara nel 1984. L’autore è il noto pubblicitario e grafico Aldo Aldo Beldì

L’Italia si comportò bene, superando senza affanni l’Olanda, la debole Svizzera, la Germania, il Cile e l’ostica squadra a stelle e strisce. In queste prime cinque partite, si metteva in grande evidenza la stella nascente Bernardini, un pratese svelto e incisivo, che segnava dodici gol (e poi avrebbe chiuso il suo splendido mondiale con 16 reti, secondo dietro a Trussel). Nella sesta giornata, mentre l’Argentina viaggiava sempre a punteggio pieno, la nostra Nazionale, forse troppo cauta e guardinga, impattava con la Spagna con un punteggio non consueto all’hockey: 0 a 0! Forse qualche giocatore stava scontando limiti atletici, confermati dalla successiva partita col Brasile vinta di strettissima misura 2–1. Intanto Portogallo e Spagna avevano perso alcune battute per poter pretendere di rimanere nel giro del trionfo. Si arrivava così alla partita decisiva la sera di venerdì 21 settembre 1984. Di fronte la nostra giovane Italia, molto promettente e ricca di entusiasmi, e l’Argentina, molto esperta con i suoi celebrati assi Daniel Martinazzo (Vercelli), Aguero (Roller Moza), Rubio (Noya), Luz (Hockey Novara) e una panchina di lusso composta da Coria, Josè Martinazzo, Maldonado, Pablo Cairo. Tutti giocatori in eccellente attività in Italia e Spagna! Arbitrava il debuttante portoghese Nunes, eccessivamente fiscale. Al terzo minuto il toscano Barsi sorprende il portiere argentino; la folla che gremisce il Palazzetto tumultua. Purtroppo, in due soli minuti, gli esperti “gauchos” sorprendono Citterio con due prodezze di Mario Aguero, e ribaltano il punteggio. Forse la seconda rete di Aguero era viziata da una irregolarità, ma l’arbitro concedeva il punto.

L’Italia si sforza di tornare all’attacco, ma l’Argentina è capace di “addormentare” la partita, e il 2–1 resta sino al termine, consacrando gli argentini campioni del mondo. È il loro secondo titolo dopo quello del 1978. L’Italia, un po’ delusa ma sempre aggressiva, conquistava il giorno dopo il secondo posto assoluto superando per 4–3 il solito durissimo e classico Portogallo. La classifica dei marcatori consacrò l’americano Jimmy Trussel con 16 reti, considerato anche la rivelazione dei campionati; miglior giocatore fu consacrato il fuoriclasse argentino Daniel Martinazzo; miglior giocatore italiano venne considerato il giocatore grossetano Massimo Mariotti, già idolo del pubblico novarese; miglior portiere venne scelto il portiere italiano Gian Enrico Citterio, del Monza.

,La formidabile formazione dell’Hockey Novara anni Novanta, vincitrice di cinque scudetti e quattro coppe Italia

Quel campionato mondiale rivelò al grande pubblico la classe immensa del “centro” Stefano Dal Lago (che poi morirà tragicamente sulla pista del Palazzetto nel settembre del 1988, appena quattro anni dopo il mondiale, causa un infarto!) e dell’attaccante Enrico Bernardini, un “folletto” imprendibile. E soprattutto consentì all’Hockey Novara di reperire un nuovo entusiasta presidente, cioè Luciano Ubezio, medico dentista, che resterà alla guida della società azzurra per vent’anni, vincendo dieci titoli tricolori e consentendo alle maglie azzurre di raggiungere la prestigiosa quota di 32 scudetti.

Bibliografia: Panathlon Club Novara, archivio

--

--

Crpiemonte
Crpiemonte

Written by Crpiemonte

Il canale Medium ufficiale del Consiglio regionale del #Piemonte, dove raccogliamo notizie e approfondimenti.

No responses yet