Prospettive dopo il ritorno sulla Luna
Le aziende piemontesi contribuiscono alle imprese spaziali, attesi importanti investimenti
(prima parte)
di Alessandro Bruno
Il 2022 ha visto degli importanti passi in avanti da parte dell’umanità nella conquista dello spazio con la ripresa delle missioni verso la Luna che porteranno in tempi relativamente brevi alla colonizzazione del nostro satellite naturale. Queste missioni saranno anche il trampolino di lancio per concentrare l’attenzione su Marte, il pianeta rosso, uno dei pianeti che più si avvicinano alla terra.
Come ha detto in una intervista su Wired il geologo Francesco Salese, lo scienziato al quale si deve la scoperta dell’evidenza di corsi d’acqua su Marte, andiamo sul Pianeta Rosso “per comprenderne la geologia, l’evoluzione e sì, per cercare la vita. Capire se altrove nell’Universo la vita esista, o sia esistita, è la domanda dell’umanità. Marte è il posto ideale per iniziare a rispondere, perché è il pianeta più simile alla Terra che conosciamo. Le evidenze suggeriscono che una volta fosse ricco d’acqua, con temperature più elevate e un’atmosfera più densa, quindi potenzialmente abitabile”.
Per questo motivo l’Italia, come gli altri paesi avanzati o che se lo possono permettere, vuole partecipare a questa impresa scientifica e tecnologica per arrivare a colonizzare Marte e poter avere parte importante nelle positive ricadute economiche, la cosiddetta “space economy”.
In quest’ambito il ruolo delle aziende subalpine o dei siti piemontesi delle aziende nazionali e internazionali è assolutamente di grande importanza.
Come è noto a Torino si sta realizzando una Cittadella dell’Aerospazio, promossa dalla Regione Piemonte, dal Distretto aerospaziale piemontese, dal Politecnico di Torino e dalle maggiori industrie del settore. La collocazione scelta è proprio nella zona di corso Marche, dove già hanno sede la maggior parte delle più importanti aziende aerospaziali.
Nella relazione di apertura dell’anno accademico 2022-‘23 del Politecnico di Torino, il rettore Guido Saracco, ha parlato di 12 mila metri quadrati utilizzati per realizzare laboratori di ricerca in un edificio dato in concessione per 50 anni da Leonardo Spa, la più grande azienda italiana del settore.
Come ha dichiarato, in merito alla Cittadella dell’Aerospazio, il presidente della Regione, Alberto Cirio: “Il presidente dell’industria aerospaziale italiana dice che non c’è altro territorio italiano nel quale ci sia un concentrato di eccellenza pari a quello che offre il Piemonte”. Cirio ha quindi precisanto che l’aspirazione è quella di poter collocare il Piemonte capofila a livello italiano, “il che per noi significa occupazione e ricchezza”.
Le imprese che coinvolgono le eccellenze del Piemonte sono molteplici così come le competenze che si possono ritrovare nel nostro territorio. Il Piemonte, almeno fino all’inizio della Pandemia, aveva il primato come regione con la presenza percentuale, pari al 12%, più consistente di aziende con utilizzano tecnologia 4.0. La nostra regione, inoltre, dedica il 2,17% del Pil piemontese a favore della ricerca che è un dato molto superiore alla media italiana.
La rilevanza del settore produttivo legato allo spazio è sottolineata dall’importanza che sta iniziando ad avere nel dibattito politico istituzionale. Un dibattito che porta decisioni concrete, come si legge sul sito dell’Ansa: sono 16,9 i miliardi di euro che verranno investiti dai 22 paesi membri dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea, nei prossimi tre anni. Un badget in deciso aumento rispetto ai 10,3 del 2016 e i 14,5 del 2019. Un risultato importante conseguito nella Conferenza ministeriale dell’Esa, svoltasi alla fine del 2022, soprattutto se si tiene conto del particolare momento di crisi economica e geopolitica. L’Italia è tra i maggiori contributori dell’Esa con 3 miliardi, poco meno di Germania e Francia, una circostanza che evidenzia il ruolo che il nostro paese ha e vuole continuare ad avere in questo delicato contesto. Contribuire con oltre il 18% del budget consente all’Italia di essere coinvolta in maniera importante nei processi decisionali. A dicembre, nel corso del New Space Economy European Expoforum di Roma, la responsabile dell’Ufficio per le politiche spaziali e aerospaziali della Presidenza del Consiglio dei ministri, Elena Grifoni-Winters, sottolineava la determinazione dell’Esecutivo a scommettere nel settore spaziale, parlando di un investimento di 5 miliardi in 5 anni. Per quanto riguarda il Pnrr, già a fine estate, l’Agenzia spaziale italiana stava procedendo alla assegnazione dei contratti alle nostre industrie per ben 880 milioni.
(continua)