Luis Sepùlveda al Salone del libro di Torino

Quando Luis Sepùlveda e Renzo Sicco omaggiarono Neruda

“Garofani rossi per Pablo - Il funerale di Neruda”, è un testo teatrale scritto dal torinese Renzo Sicco, regista, direttore artistico di “Assemblea Teatro” e da Luis Sepúlveda, il grande scrittore cileno recentemente scomparso

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4 min readApr 22, 2020

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di Marco Travaglini

Edito da “Claudiana” nella collana Calamite, il testo della pièce teatrale, arricchito da testimonianze e riflessioni, venne proposto nel quarantesimo anniversario dalla morte di Neruda. Un lavoro importante che ripercorreva la tensione dei giorni immediatamente successivi al golpe dell’11 settembre 1973 attraverso il dolore e la malattia, le parole e il senso di vuoto provocato dalla morte del premio Nobel, autore di opere indimenticabili come “Canto generale” e “Confesso che ho vissuto”.

Sepùlveda a Torino

Il testo teatrale e il libro su Neruda, una delle più importanti figure della letteratura latino-americana nel ‘900, é anche la storia del forte legame tra Neruda e il suo popolo che pochi giorni dopo il golpe militare si raccolse in folla in occasione del suo funerale e, nonostante coprifuoco,violenza e terrore, trasformò quell’atto d’amore e stima per il cantore della cultura latinoamericana nell’unica manifestazione di massa di quei giorni contro il regime golpista di Pinochet.

La copertina del libro

Scrisse un tempo Neruda che “la poesia è sempre un atto di pace. Il poeta nasce dalla pace come il pane nasce dalla farina. Gli incendiari, i guerrieri, i lupi, cercano il poeta per bruciarlo, per ucciderlo, per sbranarlo”. Dodici giorni dopo il rovesciamento del legittimo governo di Salvador Allende e la repressione dei militari fascisti, quei lupi trovarono anche lui.

Renzo Sicco e Luis Sepùlveda

Il 23 settembre del 1973 Pablo Neruda morì a sessantanove anni in una clinica di Santiago. L’omaggio al grande poeta, a doppia firma Sepùlveda-Sicco, diventò un testo teatrale nel 2008 e si trasformò in libro cinque anni dopo. Ma l’amicizia tra il regista teatrale torinese e lo scrittore cileno che era stato una delle guardie del corpo di Allende era già ben salda. Un amicizia nata nel 1997, confessò Renzo Sicco in una intervista, da una zuppa di pesce cucinata in una bettola di Puerto Nadales, nella provincia di Ultima Esperanza in Patagonia, considerata da Sepùlveda la più buona del mondo. Renzo, dopo averla gustata, scrisse su una cartolina “companero, è vero..valeva la pena arrivare fino alla fine del mondo per mangiare la migliore zuppa di frutti di mare”.

Renzo Sicco regista di Assemblea Teatro

Sepùlveda rispose “Hermano, quando verrò in Italia, in qualunque posto tu possa raggiungermi sarai per me un fratello”. La “prima” del tour di rappresentazioni in Cile di “Garofani rossi per Pablo” ( lo spettacolo andò in scena anche in Italia,Spagna, Messico e Guatemala) si tenne al Museo di Villa Grimaldi, tra i più famigerati centri di detenzione e di tortura utilizzati dalla DINA, la polizia segreta cilena sotto la dittatura di Augusto Pinochet.

Sepùlveda e Sicco

Assemblea Teatro lo rappresentò anche a Isla Negra, il buen retiro sulla costa di El Quisco ad una quarantina di chilometri a sud di Valparaiso dove Pablo visse i sui ultimi giorni. Dopo aver visto lo spettacolo l’autista di Neruda, Manuel Araya raccontò a Renzo Sicco i suoi sospetti sul possibile omicidio del poeta. Dalle sue parole nacque l’inchiesta che portò a esumarne la salma e a stabilire,alcuni anni fa, che il poeta cileno non morì di cancro, come recita il certificato di morte.

Una locandina dello spettacolo

Gli esperti identificarono “una tossina nelle ossa che potrebbe aver causato la morte” di Neruda. Un particolare importante che confermò le ombre sulle responsabilità della polizia segreta del regime di cui l’intellettuale era un fermo oppositore. Assemblea Teatro, Renzo Sicco e Sepùlveda collaborarono molto anche nella rappresentazione scenica de “Le rose di Atacama” e di altri lavori, come “La gabbianella e il gatto che le insegnò a volare”, “La storia del gatto e del topo che diventò suo amico”, “Ritratto di gruppo con assenza”, e “Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa”.

Una scena della pièce teatrale su Neruda

Tra l’immaginario favolistico e l’impegnato teatro civile quella tra i due diventò un amicizia fraterna, rinsaldando anche quel legame tra lo scrittore cileno e Torino che più volte lo stesso Sepùlveda volle rimarcare.

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