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Quando Torino era “la città delle fabbriche”

Gli storici torinesi Enrico Miletto e Donatella Sasso qualche tempo fa hanno scritto un libro intitolato “Torino ‘900. La città delle fabbriche” (Edizioni del Capricorno, Torino) in collaborazione con l’ISMEL,l’Istituto per la memoria e la cultura del lavoro

Crpiemonte
3 min readSep 30, 2020

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di Marco Travaglini

Il volume raccoglie e propone una preziosa e inedita narrazione fotografica ripercorrendo le tappe più significative della storia dell’industria a Torino, i luoghi e i volti delle donne e degli uomini che hanno plasmato nel “secolo breve” la città delle fabbriche, la sua coscienza collettiva, l’identità storica e la stessa immagine.

Ex stabilimento Michelin Torino Dora (foto MuseoTorino)

Un percorso suggestivo che ricostruisce la parabola della città- industria, accompagnando il lettore nei luoghi della produzione e della socialità della Torino del secolo scorso,da Borgo Dora a Regio Parco, passando per Vanchiglia e Barriera di Milano. Sullo sfondo delle barriere operaie e dei movimenti migratori che ne hanno plasmato l’identità prende corpo e si espande la storia contemporanea della città industriale e operaia per eccellenza,nonché prima capitale d’Italia.

La copertina del libro

E’ tra la fine dell’Ottocento e lo scoccare del “secolo delle rivoluzioni” che Torino conosce una tumultuosa e incredibile fase di espansione e crescita, mutando per sempre la sua fisionomia, connotandone il carattere più di qualsiasi altra città italiana.

La Società Nazionale Officine di Savigliano 1915–16 (foto MuseoTorino)

La capitale sabauda diventò la capitale del lavoro manifatturiero, dalle fabbriche tessili e alimentari delle origini allo sviluppo del settore automobilistico,dall’epopea cinematografica italiana (che agli albori fu anzitutto torinese) allo sforzo bellico della Grande Guerra, dalla nascita dell’industria chimica ai tragici bombardamenti durante il secondo conflitto mondiale.

Nei laminatoi delle acciaierie
Pubblicità della Fiat

Con un ritmo sostenuto, quasi in arrembante sequenza, la ricostruzione e il boom economico, le trasformazioni del modo di produrre che hanno cambiato il lavoro e si sono riflesse nel tessuto urbano e sociale torinese. E ancora: la grande immigrazione e le crisi degli anni Settanta, il declino industriale e le trasformazioni della città nel terzo millennio con la svolta impressa dalle Olimpiadi invernali del 2006 che segnarono una sorta di “rinascimento moderno” della città. Una vicenda sociale e umana per molti aspetti unica, vista attraverso le immagini e le parole che fanno di “Torino ‘900. La città delle fabbriche” un documento storico e iconografico prezioso.

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