
Renzo Sicco e la storia dei marinai disubbidienti dell’U-Boat 1277
Le riprese del cortometraggio vennero anche girate a Torino in riva al Po
di Marco Travaglini
Settantacinque anni fa, il 3 giugno del ’45, a nord della città portoghese di Porto erano le 0,50 di una notte dove la luna piena rifletteva la sua luce sull’oceano Atlantico quando i pescatori di Angeiras videro sbarcare un gruppo di marinai tedeschi dalle divise lacere e fradice d’acqua salmastra. Era l’equipaggio dell’ U-Boat 1277, uno dei sommergibili della Kriegsmarine, la marina militare del Terzo Reich.

I 47 uomini dell’equipaggio ad un mese dalla fine della seconda guerra mondiale decisero di consegnarsi a un paese neutrale dopo un lungo, difficilissimo viaggio. I quattro ufficiali di bordo, guidati dal Comandante Peter-Ehrenreich Stever, fatti sbarcare i 43 marinai, approdarono per ultimi sulla spiaggia di Angeiras dopo aver affondato il sottomarino nel punto dove lo scafo d’acciaio giace ancora oggi, coperto di anemoni bianchi, a trecento metri dalla costa e a circa trenta di profondità, adagiato sul fondale dell’Oceano. A più di 70 anni da quell’evento, la compagnia torinese di Assemblea Teatro, in coproduzione con la portoghese Teatro Pé de Vento, recuperò questa incredibile storia, per moltissimo tempo sconosciuta anche agli stessi portoghesi.

Ne riscattò la memoria rappresentandola con un grande spettacolo che venne realizzato con grande successo di pubblico in riva all’Oceano, sulla stessa spiaggia di Angeiras, il 3 giugno del 2015 in occasione del settantesimo anniversario dell’evento. L’idea di Renzo Sicco, regista e autore teatrale di grande esperienza e talento, direttore artistico e anima concettuale di Assemblea Teatro da oltre quarant’anni, trovò spazio anche in un libro edito da Aletti e intitolato “U-Boat 1277. 3 giugno 1945, cronaca di una deriva”. Questa vecchia storia di mare che racconta una sconfitta e una fuga per la vita venne riportata in superficie da “un uomo di teatro che sa passare leggero sulle storie” assorbendole “dalla realtà attorno, dalle fantasie altrui, dai sogni di tutti” secondo lo scrittore torinese Gian Luca Favetto. Renzo Sicco, “anima di quel vascello mai fermo in porto che è Assemblea Teatro” andò a pescare quella storia in riva all’Atlantico, all’estremo confine ovest del Vecchio continente.

L’antefatto dello sbarco dei marinai della marina hitleriana iniziò un mese prima quando, di fronte al crollo militare della Germania, l’ammiraglio Donetz diramò un ordine perentorio: tutti i sommergibili dovevano disarmare i siluri, riemergere, issare bandiera nera e consegnarsi. L’U-boat 1277, penultimo sottomarino costruito e varato sul finire del conflitto, era un vero e proprio mostro marino d’acciaio dal peso di 871 tonnellate con un serbatoio in grado di contenerne più di cento di carburante.

Un gioiello della tecnologia tedesca capace di scendere fino a 180 metri di profondità in meno di trenta secondi. L’equipaggio di bordo era composto da 29 marinai semplici, 10 caporali, 4 sergenti e altrettanti ufficiali. Avevano età comprese tra i 18 e i 20 anni, tranne il comandante, il tenente di vascello Peter Stever, che di anni ne aveva 27. L’ultimo ordine che ricevettero era di fare rotta su Kiel nel Mar Baltico e giunti lì, arrendersi. Ma le trippe sovietiche presidiavano già quel porto e consegnarsi a loro equivaleva andare incontro a morte certa.

Quindi, carte nautiche alla mano, in condizioni difficilissime con cibo e acqua razionati, una temperatura di bordo che variava a seconda di quella delle acque che circondavano lo scafo, intrapresero il lungo viaggio verso un paese neutrale. Quella vicenda, segnata dall’amaro della sconfitta e dal bisogno della fuga verso la libertà e una nuova vita, ha offerto e offre ad ogni replica della rappresentazione teatrale una importante occasione per riflettere , come sottolinea lo stesso Renzo Sicco “sul dovere dell’accoglienza e sulle conseguenze della sconfitta”. E sul fatto che anche in guerra, parafrasando Don Milani, “l’obbedienza non è una virtù”.

Raccontare la “disobbedienza” di un manipolo di giovani tedeschi alla fine della seconda guerra mondiale, in questo contesto, è stata davvero una bella idea. Tra l’altro, oltre alla visione delle immagini del sottomarino che accompagnano le rappresentazioni, realizzate dal sommozzatore portoghese Kiiniito, la vicenda è stata protagonista anche di un cortometraggio realizzato da Renzo Sicco e Renato Di Gaetano con l’attore Rui Spanger e le musiche di Luca Vicini, in arte Vicio, bassista dei Subsonica.

Le riprese degli interni dell’U-Boat vennero girate a Torino dove, in riva al Po, nel Circolo Marinai d’Italia nei pressi del ponte Isabella, si trova il sommergibile Andrea Provana, uno dei più importanti reperti storico-navali d’Italia.