Una stampa del 1870 con la vista de Les Halles dalla chiesa di Saint-Eustache

Saint- Eustache, cuore religioso del ventre di Parigi

Tra le opere più importanti custodite nella chiesa i pannelli di maiolica di Giuseppe Devers, scultore e ceramista torinese

Crpiemonte
4 min readSep 23, 2019

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di Marco Travaglini

Lungo il viale deserto, nel profondo silenzio della notte, i carri degli ortolani, diretti verso Parigi, percuotevano con l’eco dei loro monotoni scossoni, a destra e a sinistra, le facciate della case immerse nel sonno dietro i filari confusi degli olmi. Un carro di cavoli e un altro di piselli si erano riuniti sul ponte di Neuilly ad otto carri di rape e di carote calati da Nanterre; ed i cavalli procedevano a testa bassa, con andatura pigra e uguale rallentata dalla fatica della salita. Su in alto, sdraiati bocconi, sul carico dei legumi, sonnecchiavano i carrettieri coi loro mantelli a righe nere e grigie, le redini arrotolate al polsi..”.

Il Re Davide di Devers nel transetto di Saint-Eustache

Così inizia Le ventre de Paris (Il ventre di Parigi) che Émile Zola pubblicò nel 1873, ambientando il racconto a Les Halles , i vecchi mercati generali dove venivano venduti all’ingrosso i prodotti alimentari freschi.

Il San Gregorio di Devers. Foto di Didier Rykner

Un mondo incredibile, carico di odori e colori che si è trasformato nei secoli, fino ai nostri giorni. Oggi dove sorgevano i padiglioni ottocenteschi in ferro battuto ( “un gigantesco ventre di metallo, inchiavardato, saldato, fatto di legno, vetro e ferro”) c’è la Canopée, megastruttura di vetro e acciaio, dal tetto ondulato aperto verso ovest, che sovrasta il Forum des Halles, secondo centro commerciale di Francia.

La copertina del libro di Zola

Siamo nel primo arrondissement, il centro del centro di Parigi dove tutto è cambiato, stravolgendo quello che era il “ventre” della città. L’unica a restare immutata e impassibile davanti al turbinio delle trasformazioni è la chiesa di Saint-Eustache, una delle più grandi e famose di Parigi, costruita per volere di Francesco I di Francia tra la fine del ‘500 e l’inizio del ‘600.

L’interno della chiesa

Varcata la soglia è l’imponenza delle cinque navate ad ammutolire; si resta senza fiato percorrendo l’interno maestoso di questo luogo di culto dove lo stile tardo gotico è di quelli “flamboyant”, fiammeggianti, accompagnato da decorazioni rinascimentali. “Chiesa magnifica e trascurata”, scrive Corrado Augias ne “I segreti di Parigi”. Eppure l’église Saint-Eustache contiene importanti capolavori come i “Discepoli di Emmaus”, una delle più celebri tele di Rubens e varie opere di artisti italiani ( Santi di Tito, Rutilio Manetti , Luca Giordano).

L’organo della chiesa di Saint-Eustache

Uno degli interventi artistici più rilevanti in Saint-Eustache si deve però al pittore, scultore e ceramista torinese Giuseppe Devers. Nato a Torino nel 1823, il giovane Devers si trasferì a Parigi nel 1846 per perfezionarsi negli studi artistici e specializzarsi nella manifattura di Sèvres. Specializzatosi in interventi di ceramica architettonica, diventò uno dei più autorevoli e apprezzati interpreti di questa singolare e difficoltosa arte applicata.

I funerali di Mirabeau, 4 aprile 1791. Immagine del Musée de la Révolution française

L’abilità e l’estro di questo artista subalpino gli valse la Grande médaille d’or de l’Empereur, assegnatagli da Napoleone III all’Esposizione di Nevers del 1863. Nella chiesa nel cuore di Parigi si può ammirare la sua installazione composta da quattro grandi pannelli in maiolica, disposti ai quattro punti cardinali del transetto centrale, dedicati a quattro figure fondamentali della musica sacra: Re Davide, Santa Cecilia, Sant’Ambrogio e San Gregorio Magno. Sotto le volte di Sant’Eustachio furono battezzati Molière, il cardinale Richelieu e Jeanne-Antoinette Poisson, futura marchesa di Pompadour; Luigi XIV, il Re Sole, ricevette la sua prima comunione mentre vi si sposò il compositore Jean-Baptiste Lully. Nella chiesa si svolsero i funerali di Mirabeau e La Fontaine, Franz Liszt assistette all’esecuzione della sua Messa solenne mentre Hector Berlioz diresse per la prima volta il suo Te Deum.

Una stampa del 1870 con la vista de Les Halles dalla chiesa di Saint-Eustache

Vi sono sepolti personaggi illustri come Jean-Baptiste Colbert, la già citata madame de Pompadour, e Anna Maria Pertl, madre di Wolfgang Amadeus Mozart. Visitando la chiesa è impossibile non notare il magnifico organo. Con più di 8.000 canne e più di cento registri è il più grande di Francia, superando gli strumenti storici della cattedrale di Notre Dame de Paris e della chiesa del Saint-Sulpice. E se Enrico di Navarra abiurò il calvinismo per il cattolicesimo pur di conquistare Parigi dove fu incoronato re nel 1594, affermando che “Parigi val bene una messa”, si può ben dire che vale altrettanto la pena assistere ad una messa accompagnata dalle note dell’organo di questa splendida chiesa di Saint- Eustache.

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