Sebastiano Vassalli

Sebastiano Vassalli,scrittore della “terra d’acque”

Genovese di nascita (con madre toscana e padre lombardo) e novarese d’adozione

Crpiemonte
4 min readNov 7, 2019

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di Marco Travaglini

Il 26 luglio di quattro anni fa si spegneva a settantatre anni dopo una malattia fulminante e incurabile,avvolta nel più stretto riserbo,lo scrittore Sebastiano Vassalli. Genovese di nascita (con madre toscana e padre lombardo) e novarese d’adozione, nella “terra d’acque” (come s’intitola anche uno dei suoi romanzi) ambientò alcune delle sue opere più significative, come “Cuore di pietra”, romanzo storico pubblicato nel 1996 da Einaudi nella collana Supercoralli, dove la maestosa casa del conte Basilio Pignatelli s’intuisce essere la novarese Villa Bossi, splendida dimora sul baluardo Quintino Sella, all’angolo con via Pier Lombardo.

Cuore di pietra

Laureatosi in Lettere con una tesi sull’arte contemporanea e la psicanalisi con Cesare Musatti ( e controrelatore Gillo Dorfles), Vassalli è stato uno dei più grandi scrittori italiani. Tra le sue opere, tradotte in molti paesi, una in particolare gli consentì di conoscere un importante successo nel 1990 quando gli venne assegnato il Premio Strega.

Il numero di Microprovincia dedicato a Vassalli.j

Si tratta de “La chimera”, romanzo storico ambientato nella campagna novarese del Seicento. Il libro narra la storia di un processo (tra l’altro si tratta di un episodio realmente accaduto) a una strega nella Milano dei Promessi Sposi, nel 1628. E la “chimera” altro non era che il Monte Rosa per come appariva allo sguardo dei contadini che, tormentati dall’afa e chini sulle risaie del novarese, alzavano gli occhi verso l’orizzonte e vedevano, lontano, il massiccio della montagna innevata.

La Chimera

Nelle opere di Vassalli la componente territoriale ha sempre avuto una rilevanza particolare, con la cornice del Piemonte e in particolare delle “terre del riso” nelle pianure a nordest. Nel 2011, Franco Esposito — poeta,direttore e “anima” della rivista Microprovincia, nata e cresciuta a Stresa — curò la monografia “La parola e le storie in Sebastiano Vassalli”. Un modo intelligente per festeggiare in quell’occasione i settant’anni dell’autore di tanti libri importanti da “Abitare il vento” a “La notte della cometa” ( romanzo sulla vita del poeta Dino Campana) , ai già citati “Cuore di pietra” e “La chimera” fino agli ultimi, molto belli, “Le due chiese”, “Terre selvagge” , “Il confine”, “Io, Partenope”. In quel numero della rivista, unendo gli sforzi editoriali delle Edizioni Rosminiane a quelli della novarese Interlinea, vennero proposti testi dello stesso Vassalli, belle foto e disegni oltre agli scritti di una lunga serie di intellettuali e letterati come Giorgio Bárberi Squarotti, Roberto Cicala, Franco Cordelli, Fulvio Papi e molti altri.

La stele in ricordo di Vassalli a Biandrate

Dalla prima stagione di Vassalli e dall’esperienza con la neoavanguardia del “Gruppo 63” all’originalissima “cifra” della sua opera letteraria, dal suo grande amore per la poesia alla fedeltà rara alla Einaudi (la casa editrice dello “Struzzo”) nelle 224 pagine di Microprovincia si palesava tutta la complessità di questo scrittore straordinario. Una figura importante per la letteratura ma anche per il giornalismo al quale dedicò molte collaborazioni con le principali testate, da “La Stampa” al “Corriere della Sera”, a “La Repubblica”. Vassalli, uomo estremamente riservato, nel tempo aveva stretto un rapporto molto personale con la seconda città del Piemonte, il suo dialetto appartenente al ramo occidentale della lingua lombarda, il carattere degli abitanti e i luoghi novaresi. La cascina Marangana di Biandrate era il rifugio letterario dove si era trasferito una ventina d’anni fa, il suo buen retiro immerso tra le risaie a una dozzina di chilometri da Novara.

Terra d’acque. Novara, la pianura, il riso

Sulla porta d’ingresso di questa ex canonica trasformata in abitazione campeggia una scritta lapidaria, che vale più di tanti discorsi: ”I soli stanno soli e fanno luce”. Vassalli sosteneva che “ il mestiere dello scrittore consiste nel raccontare storie”. E aggiungeva: “Così era ai tempi di Omero e così è ancora oggi. È un mestiere antico come il mondo, che risponde ad una necessità degli esseri umani, ad un loro bisogno fondamentale: quello di raccontarsi. Finché ci saranno nel mondo due persone, ci sarà chi racconta una storia e ci sarà chi ascolta una storia”. La casa diventerà, forse già il prossimo anno, una sorta di museo grazie al progetto “Archivio Sebastiano Vassalli”. Una felice intuizione mirata a costituire un centro di consultazione pubblica, a beneficio di studiosi e di quanti vorranno consultare il patrimonio culturale di questo grande scrittore.

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